Suicidio assistito: ecco i Paesi in cui è legale

Nel 2022 il dibattito sul suicidio assistito, in Italia, è ancora aperto. A contrapporsi sono posizioni religiose ed etiche, a volte giuste a volte no.

Nel 2022 il dibattito sul suicidio assistito, in Italia, è ancora aperto. A contrapporsi sono posizioni religiose ed etiche, a volte giuste a volte no. Ma se, nel nostro paese, la discussione pubblica riesce a bloccare qualsiasi iniziativa, all’estero si sono aperti degli spiragli ed in alcuni paesi il suicidio assistito è consentito, purché vengano rispettate alcune condizioni, che possono variare di molto da paese a paese.

Prima di addentrarci a capire cosa stia succedendo in Europa e nel resto del mondo, è necessario fare una contrapposizione molto precisa: quella tra eutanasia e suicidio assistito. Quest’ultimo consiste nell’aiuto medico ed amministrativo dati ad una persona, che abbia deciso di togliersi la vita con un suicidio. La differenza netta dall’eutanasia consiste nel fatto che, l’atto finale con il quale la persona si toglie la vita, attraverso la somministrazione delle sostanze necessarie, avviene in maniera autonoma e volontaria. Siamo davanti ad un vero e proprio suicidio, anche se la persona che ha deciso di farlo ha dovuto chiedere il soccorso di soggetti terzi, che generalmente si occupano di prestargli l’assistenza quotidiana per altri aspetti.

Suicidio assistito: i paesi nei quali è legale

Come abbiamo anticipato in apertura, intorno al suicidio assistito il dibattito è aperto. Non solo nel nostro paese, ma anche a livello internazionale. Alcune nazioni, però, hanno fatto un passo avanti in questo senso, permettendo il suicidio assistito, purché vengano rispettate alcune condizioni. Tra i paesi che permettono il suicidio assistito ci sono:

  • Belgio;
  • Colombia;
  • Lussemburgo;
  • Paesi Bassi;
  • Spagna;
  • Olanda;
  • Svizzera.

Negli Stati Uniti il suicidio assistito è consentito nei seguenti Stati:

  • Oregon;
  • Washington;
  • Montana;
  • California.

Solo per fare un esempio, nella vicina Svizzera la persona che abbia intenzione di accedere al suicidio assistito, dovrà trovarsi nella condizione di sofferenza inguaribile. Dovrà essere adeguatamente informata delle alternative disponibili, ma soprattutto deve essere in grado di intendere e di volere. La legge svizzera, comunque, vieta tassativamente che venga fornita l’assistenza con motivi di lucro od egoistici.

Olanda: il primo paese a legalizzare il suicidio assistito

Ad arrivare per primi a legalizzare l’eutanasia diretta ed il suicidio assistito sono stati i Paesi Bassi, il cui governo ha approvato una legge nel 2002. Ad avere il primato vero e proprio, almeno dal punto di vista normativo, è stata l’Olanda. Con l’approvazione del famoso protocollo di Groningen aveva provveduto a stabilire i criteri da rispettare nel momento in cui si dovesse effettuare l’eutanasia infantile.

Uno dei primi paesi a seguire l’esempio dell’Olanda è il Belgio: nel 2003 ha legalizzato il suicidio assistito e l’eutanasia, mentre nel 2016 ne ha allargato le maglie, estendo la normativa anche ai minori. Nel 2009, invece, è arrivata una legge che ha legalizzato il suicidio assistito in Lussemburgo, che a questo punto è diventato il terzo paese dell’Unione europea a depenalizzare l’eutanasia. A seguire è arrivata la Spagna, che ha depenalizzato l’eutanasia attiva nel marzo del 2021. Nel paese il suicidio assistito e l’eutanasia passiva erano già depenalizzati dal 1995. Questa legge era stata una delle battaglie più importanti portate avanti da Pedro Sanchez e dal suo governo socialista.

In altri paesi, invece, il dibattito è ancora aperto. Nel Regno Unito, ad esempio, l’eutanasia è illegale; ma si è aperto un vero e proprio dibattito per depenalizzare il suicidio assistito. Per il momento, però, qualsiasi persona che venga sorpresa compiere un suicidio assistito commette un reato. Nel caso in cui dovesse essere condannata, rischia 14 anni di carcere per istigazione al suicidio. A novembre 2021, però, la legge sul suicidio assistito è passata in seconda lettura alla Camera dei Lord: l’obiettivo è quello di legalizzare la pratica per i malati terminali, purché siano mentalmente abili nel corso degli ultimi sei mesi.

Il Portogallo vieta l’eutanasia attiva e quella passiva, ma è permesso interrompere i trattamenti più pesati nei casi più disperati. La decisione viene presa da un comitato etico, ma i malati devono continuare ad essere idratati ed alimentati. In Svezia è proibita l’eutanasia attiva, ma viene tollerato il suicidio assistito.

Nel 2005 la Francia ha, invece, introdotto la Legge Leonetti, con la quale viene garantito il diritto a lasciar morire, in altre parole si permette l’eutanasia passiva. I medici sono autorizzati a somministrare delle cure palliative per allievare il dolore.

Italia: arriva il primo sì

Anche l’Italia non si tira indietro e probabilmente potrebbe arrivare una svolta sul tema del suicidio assistito. Il comitato etico dell’Asl delle Marche ha certificato che un paziente, al quale è stato dato il nome di fantasia Mario, può accedere al suicidio assistito perché possiede i requisiti. L’uomo è un tetraplegico, immobilizzato a letto da dieci anni.

La notizia è stata riportata dal quotidiano La Stampa. Il via libera al suicidio assistito è arrivato dopo due diffide legali presentate all’Asur e grazie all’aiuto offerto dall’Associazione Luca Coscioni. Ricordiamo che, invece, la Corte costituzionale, lo scorso 15 febbraio 2022, aveva bocciato il referendum sull’eutanasia, ritenendo non ammissibile il quesito proposto.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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