Super Green pass, obbligo vaccinale over 50 e smart working

Il CdM ha varato la nuova stretta contro Omicron: scatta l'obbligo di Green pass per gli over 50, esteso l'utilizzo del Super Green pass e dello smart working

Dopo aver introdotto una severa stretta con il decreto Festività, per Natale e Capodanno, il Governo è pronto ad estendere l’utilizzo del Super Green pass dal 10 gennaio 2022, oltre alla nuova norma che prevede l’obbligo vaccinale per tutte le categorie più fragili, per lo meno per tutti i cittadini residenti in Italia con più di 50 anni.

Ma nel nuovo decreto Covid sul Super Green pass si parla anche di smart working come strumento di appoggio al lavoro e non come alternativa prevalente e dominate come lo era ai tempi del lockdown. Sono state varate, nel frattempo, le regole per l’utilizzo dello smart working nella Pubblica Amministrazione e nel settore privato: cosa cambia nel 2022?

Infine, sono state definite precise regole anche sul ritorno a scuola: quarantena, tamponi, vaccino… Cosa c’è da sapere in vista del rientro dopo le vacanze?

Ecco tutti i contenuti del nuovo decreto Covid che estende l’utilizzo del Super Green pass e definisce i limiti di utilizzo dello smart working nel settore pubblico e privato. Le regole in pochi semplici punti.

Super Green pass obbligatorio dal 10 gennaio 2022: per chi e dove

Il Governo lo aveva deciso negli ultimi giorni del 2021: l’estensione del Super Green pass è una misura necessaria per provare a frenare la corsa del virus. In particolare, la nuova variante Omicron sembra diffondersi molto velocemente: nella giornata di mercoledì 5 gennaio è stato fissato un nuovo record di 189 mila contagi in 24 ore.

Oltre alle mascherine anche all’aperto in tutta Italia, dunque, occorre sfruttare il Super Green pass, ovvero la certificazione derivante dalla somministrazione del vaccino o dalla guarigione dal Covid-19. Dal 10 gennaio 2022, infatti, il Green pass (da tampone) non basta più: scattano nuove regole.

Sarà obbligatorio esibire il Super Green pass per accedere ai mezzi di trasporto pubblico anche locale (sui quali si sale solo con mascherina ffp2), dunque per autobus, metro, tram, treni, aerei e navi. Il Super Green pass sarà necessario anche per partecipare alle fiere, ai congressi, agli eventi, alle cerimonie, per accedere alle strutture recettive, per pranzare o cenare al ristorante o per consumare al bar (anche al bancone o all’aperto).

Super Green pass esteso anche alle piscine e ai centri benessere, anche all’aperto. Infine, servirà aver ricevuto la somministrazione del vaccino oppure essere guariti dal Covid anche per andare a sciare: il tampone non basterà più.

Green pass: dove posso andare solo con tampone?

Nel nuovo decreto Covid del Governo, invece, è saltata la stretta sui centri commerciali, sui servizi alla persona (come centri estetici e parrucchieri), sui negozi, sulle poste, le banche e gli uffici pubblici: per tutti questi luoghi basterà possedere il Green pass base, ovvero derivante da tampone negativo.

Nel dettaglio, dal 20 gennaio il Green pass base servirà per accedere ai servizi dei centri estetici, dei parrucchieri o barbieri, delle lavanderie; mentre dal 1° febbraio scatta l’obbligo di Green pass per accedere agli uffici pubblici, poste, banche, attività commerciali, negozi. Un successivo decreto andrà a definire nel dettaglio tutti i luoghi nei quali occorre presentare il Green pass per accedere.

Rimangono ancora liberi e accessibili anche ai No Vax i servizi essenziali, per esempio i supermercati e le farmacie.

Super Green pass: in arrivo l’obbligo vaccinale?

Sul tavolo della cabina di regia sono state presentate moltissime proposte: dalla più drastica, ovvero l’estensione dell’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori dal 1° febbraio 2022 (per dare modo anche ai no Vax di adeguarsi alla normativa); alla linea morbida, ovvero l’estensione dell’obbligo vaccinale solo per le categorie più fragili e per tutti gli over 50.

Alla fine ha prevalso la linea morbida: il Governo ha deciso di introdurre, dal 15 febbraio al 15 giugno, l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini residenti in Italia con più di 50 anni, che siano lavoratori o disoccupati. Eventuali inadempienze comportano l’applicazione di una multa da 100 euro.

Quello che è confermato, poi, è che dal 15 dicembre 2021 è scattato l’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e presto quest’ultimo potrebbe essere ulteriormente esteso.

Super Green pass e lavoro: per chi scatta l’obbligo vaccinale?

L’intenzione del Governo è quella di procedere alla graduale estensione dell’obbligo vaccinale considerando non soltanto quelle che sono le categorie maggiormente esposte al rischio, ma anche valutando le categorie lavorative più esposte al contatto con il pubblico.

Di qui, l’idea di estendere l’obbligo vaccinale dapprima al settore pubblico, alla Pubblica Amministrazione e a tutte quelle mansioni che prevedono un contatto diretto con il pubblico (così come avvenuto per il personale delle Rsa, per il personale sanitario, per le forze dell’ordine e per tutto il personale della scuola). 

In seguito, invece, si potrebbero aggiungere anche altre categorie di lavoratori considerati a rischio. Per esempio, scrive il Corriere della Sera:

gli allenatori delle squadre sportive e chi lavora nelle palestre e nei circoli, alcuni dipendenti che hanno contatti con il pubblico, gli altri lavoratori che hanno contatto diretto con le categorie più fragili.

Dal 15 febbraio 2022, comunque, scatta l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori e i disoccupati con più di 50 anni: chi non si vaccina rischia la sospensione del posto di lavoro e la perdita dello stipendio. Si avrà diritto, comunque, alla conservazione del posto di lavoro ma si potrà essere temporaneamente sostituiti.

Super Green pass e smart working: cosa cambia con il nuovo decreto?

Nei prossimi giorni dovrebbe essere diramata anche un’apposita circolare del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, nella quale si andranno a specificare i margini di applicazione dello smart working per quanto riguarda gli uffici pubblici.

L’idea è quella di non tornare ai livelli di smart working estesi a tutto il personale, come avvenuto nel periodo di lockdown, ma invece tenere aperti gli uffici pubblici garantendo l’attività dei dipendenti e i servizi per i cittadini.

Come spiega lo stesso articolo del Corriere della Sera, nella circolare andrà specificato che la differenza tra lo smart working nel settore pubblico e privato sta proprio nella sua obbligatorietà dell’accordo individuale per il settore pubblico, mentre resta nella forma semplificata senza accordo individuale per quello privato. Ciò detto almeno fino al 31 marzo 2022, scadenza prevista per lo stato di emergenza.

Per qualsiasi dubbio in merito alla smart working, è disponibile un vademecum con otto domande e risposte sul sito web del Ministero per la Pubblica Amministrazione.

Smart working: le regole per il pubblico e il privato

Nonostante l’idea di Brunetta sia quella di mantenere aperti gli uffici pubblici, il premier Draghi ha come obiettivo il mantenimento delle scuole aperte nonostante l’emergenza. Ecco il motivo per cui si potrebbe estendere e incentivare lo smart working anche nel settore pubblico.

L’introduzione dello smart working nella Pubblica Amministrazione, comunque, seguirebbe le regole già previste per il settore, ovvero obbligatorietà con accordo individuale, e dovrà riguardare solo un lavoratore su due (la percentuale corretta sarebbe 49%).

Sempre per il settore pubblico è prevista una rotazione del personale in smart working a cadenza settimanale, mensile o plurimensile. Non è previsto, invece, il ritorno esteso e massivo allo smart working come adottato nel corso del lockdown.

Per quanto riguarda lo smart working nel settore privato, invece, pare che la percentuale possa essere più alta: si pensa all’applicazione del lavoro agile anche fino al 100%, ma con la previsione di svolgimento delle proprie mansioni in presenza, ove possibile.

Super Green pass, tamponi, quarantene: le regole per la scuola

L’ultimo punto sul quale il Governo si è interrogato nella stesura dell’ultimo decreto Covid riguarda proprio la scuola. La priorità è garantire la didattica in presenza anche a gennaio 2022, ma la diffusione di Omicron sembra minare il percorso. Ecco perché alcuni governatori delle Regioni più colpite stanno pensando a un ritorno in dad.

Nel frattempo ci si interroga sulle nuove regole riguardo a quarantena, tampone e didattica a distanza. Per le scuole dell’infanzia il ritorno a casa è previsto già dal singolo caso di Covid, per le elementari e fino alla seconda media si procederebbe con la dad a partire dalla seconda positività, mentre dalla terza media in avanti si tornerebbe a studiare da casa a partire dalla quarta positività.

Le Regioni hanno chiesto anche lo stop alle ore di educazione fisica e musica, oltre all’imposizione dell’obbligo di mascherine ffp2. I governatori chiedono, infine, di fermare i tamponi dal primo giorno e prevedere uno screening più diffuso da casa, magari ricorrendo ai test fai-da-te. 

Il Comitato tecnico scientifico dovrà ora esprimersi su queste proposte, valutando le restrizioni da adottare contro la diffusione della avariante Omicron.

Scuola, ritorno in classe posticipato?

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha già confermato che i ragazzi di tutte le scuole di ogni ordine e grado e di qualsiasi Regione italiana torneranno in classe in presenza al 10 gennaio 2022, come previsto dal calendario scolastico. 

Potrebbero essere eventualmente delle ordinanze a livello regionale a limitare le presenze nelle scuole, ma al momento l’ipotesi sembra remota.

Super Green pass, Omicron, caro bollette: le imprese al collasso

Moltissime imprese rischiano di dover bloccare la produzione e lasciare a casa moltissimi lavoratori a causa delle variabili in gioco sin dai primi giorni del 2022. Non solo la diffusione imperterrita della variante Omicron in Italia, ma anche l’estensione del Super Green pass, il caro bollette e l’aumento del prezzo delle materie prime potrebbero incidere negativamente sull’economia (come riporta un articolo di La Repubblica).

Basti pensare che moltissimi lavoratori dei più svariati settori si recano ogni giorno sul posto di lavoro con un Green pass derivante da tampone: l’imposizione dell’obbligo vaccinale comporterebbe loro la sospensione dal lavoro sino all’effettuazione del vaccino.

Inoltre, il caro bollette in arrivo sin dal primo trimestre del 2022 (con aumenti previsti fino al 60% sul gas e al 50% sull’energia elettrica) potrebbero portare alla disoccupazione per almeno 500 mila lavoratori. Il bonus sociale 2022 e la possibilità di pagare a rate le bollette, oltre agli altri aiuti previsti per le imprese, potrebbero non essere sufficienti.

Sono tantissimi i settori che rischiano lo stop: dalla plastica alla carta, fino all’industria della ceramica. L’allarme arriva propria dai diretti interessati.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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