La Superlega Calcio si farà! Il Tribunale dà torto alla Uefa

Ultimissime dalla Superlega Calcio! Il Tribunale di Madrid ha stabilito che la UEFA non è autorizzata ad applicare nessuna sanzione ai tre club fondatori. I quali hanno diramato un comunicato stampa unico in cui affermano che il progetto Superlega non si fermerà! Manca ancora comunque la decisione in merito del Corte di Giustizia Europea.

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Una notizia freschissima di stampa, perché è arrivato nelle ultime ore il comunicato stampa congiunto di Juventus, Barcellona e Real Madrid che fanno sapere che il progetto Superlega Calcio andrà avanti.

Il Tribunale di Madrid ha deliberato che le sanzioni che la UEFA voleva applicare ai club fondatori, cioè l’esclusione dalle coppe, sia un'evidente violazione.

Certo ricordiamo che sulla questione dovrà esprimersi in ultima istanza la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Il comunicato arriva poco tempo dopo che La Liga aveva fatto sapere che avrebbe partecipato al processo, ovviamente in condivisione delle posizioni di FIFA e UEFA contro la Superlega.

Al Tribunale di Madrid si erano rivolte proprio le tre squadre appellandosi alla non validità delle sanzioni della UEFA, che le vorrebbe escluse da tutte le Coppe.

La decisione del Tribunale spagnolo se fosse confermata dalla Corte di Giustizia Europea, avrebbe enormi conseguenze per lo sport, perché vorrebbe dire che progetti simili avranno da ora in poi il via libera.

Gli aggiornamenti sono contenuti anche nel video YouTube di El Rey Giovannino:

  

Il Tribunale di Madrid delibera a favore della Superlega Calcio

I tre club fondatori che non vogliono mollare la Superlega hanno diramato un comunicato stampa congiunto in cui si dicono felici della decisione presa dal Tribunale di Madrid, che permette al progetto di andare avanti.

Le parole del comunicato sono molto dure contro la UEFA, accusata di detenere ingiustamente il monopolio esclusivo di tutte le competizioni europee.

L’organo infatti è allo stesso tempo legislatore, unico titolare dei diritti tv e anche organizzatore dei tornei. Una posizione che per i tre club è chiaramente monopolistica e danneggia il calcio europeo.

In realtà, come vedremo nei prossimi paragrafi, nella polemica a Superlega lo sport c’entra poco e sono piuttosto al centro dell’attenzione i 3.5 miliardi netti di diritti tv che i club fondatori potranno dividersi tra loro.

Il comunicato si conclude con le chiare intenzioni dei fondatori di mandare avanti il progetto Superlega, anche se ricordiamo che manca la decisione della Corte Europea.

Perché è nata la Superlega Calcio?

In realtà, benché i vari organi coinvolti cerchino di trasformare la battaglia, che vede al centro la Superlega, in qualcosa di positivo o negativo per lo sport, la verità è ben altra e nasconde interessi economici. 

Dietro la Superlega c’è un progetto economico gigantesco che riguarda soprattutto i diritti tv e che sta generando peraltro effetti a catena, che coinvolgono anche le serie maggiori come la Serie A.

Per capire questo dobbiamo fermarci un attimo e ripercorre le singole tappe del progetto Superlega.

Nella notte tra il 18 e il 19 aprile 2021, viene diramato un comunicato stampa dai cosiddetti club fondatori che informa che è nata la Superlega. 15 top club d’Europa partecipano come soci al progetto di creare una competizione europea di prim’ordine. Delle 15 squadre però accettano di partecipare solo 12, i club francesi e tedeschi non ci stanno. 

Di questi 12 rimasti, ben sei provengono dalla Premier League inglese (Liverpool, Tottenham, Chelsea, Manchester United, Manchester City, Arsenal), le altre sei, tre dalla Serie A Italiana (Juventus, Milan e Inter) e tre da La Liga spagnola (Barca, Real Madrid e Atletico Madrid).

Questi saranno i partecipanti fissi al torneo annuale, a cui si aggiungeranno 5 squadre di volta in volta così da avere una competizione a due gironi di dieci squadre ciascuno, con partite di andata e ritorno. Dei gironi le prime tre classificate parteciperanno di diritto alla fase dell'eliminazione diretta, cioè i quarti di finale, quarta e quinta classificate invece si giocheranno i playoff.

Da un punto di vista economico i fondatori del progetto versano alla società Superlega dai 2 agli 8 milioni e in cambio ricevono 3.5 miliardi di euro al netto in diritti tv, che dovranno essere equamente divisi tra loro.

Uefa vs. Superlega, inizia la battaglia legale!

E così inizia il Caos! Tutto il mondo tranne i club fondatori è contro la Superlega, anche gli esponenti politici prendono parte alla discussione.

Boris Johnson, capo dello Stato nel Regno Unito, tuona contro il progetto che rischia secondo lui di uccidere il calcio e chiede formalmente ai club inglesi di ritirarsi dal progetto. 

Cominciano le prime defezioni, tutti club della Premier League fanno un passo indietro.

Anche la Comunità Europea prende posizione contro la nuova Lega calcio delle top europee, additandola come un progetto antisportivo che ha l’obiettivo di creare un torneo riservato alle squadre ricche.

La UEFA avverte i club fondatori che ci saranno pesanti sanzioni, come il divieto di partecipare alle competizioni europee da lei gestite, tra cui la Champions.

Così restano solo tre squadre a sostenere la Superlega calcio: Barca, Real Madrid e Juventus.

Martedì 20 aprile arriva anche un comunicato della Juventus che annuncia che il progetto ormai deve essere messo da parte, perché restano solo tre squadre, che comunque non mollano. La notte dopo questo comunicato la Juve registra un crollo in borsa del -12%.

Barca, Real e Juve continuano a discutere di Superlega e contemporaneamente la UEFA annuncia che sono in arrivo sanzioni. A questo punto i tre club si rivolgono al Tribunale di Madrid e viene poi chiamata in causa la Corte Europea, perché le sanzioni siano giudicate ingiuste, sostenendo anche che il monopolio, con conseguente abuso, se c’è è da parte della UEFA.

Un precedente legale dalle enormi ripercussioni!

Il tribunale di Madrid in più occasioni ha confermato che non sussistono i requisiti legali per delle sanzioni tanto pesanti, come l’esclusione dalla Coppe. Inoltre se queste fossero applicate, la UEFA sarebbe tenuta a risarcire i top club almeno del 20% delle perdite.

Proprio per questo anche la La Liga aveva affermato di voler prendere parte al processo è certo non a sostegno della Superlega.

La decisione finale sarà nelle mani della Corte di Giustizia Europea, che ad ogni modo ha fatto sapere che non avvierà il procedimento di urgenza e non ci sarà nessun procedimento accelerato.

Secondo alcuni esperti di diritto non sussistono i presupposti perché la UEFA possa applicare tale sanzione, poiché essa non è proporzionata alla violazione. Fino adesso, a parte il pdf in cui i club fondatori annunciavano la nascita della Superlega, questa non ha avuto tempo di concretizzarsi.

In ogni caso che la Corte decida a favore della Superlega o della UEFA, verrà a crearsi un precedente importante per eventuali situazioni simili.

La Superlega non è solo sport! Vale anche 3.5 miliardi di diritti tv 

Qualche effetto nel mondo del calcio la Superlega lo ha già portato e parliamo dei diritti tv di Serie A, che come sappiamo quest'anno vanno tutti a Dazn e non a Sky.

Secondo Paolo Chiariello ex giornalista proprio di Sky dietro la perdita dei diritti tv per il campionato di Serie A si cela proprio la Superlega.

Sky infatti sarebbe stata così interessata ad accaparrarsi la possibilità di trasmettere la nuova competizione, che ricordiamo è un affare in diritti tv da 3.5 miliardi di euro, che a questo progetto avrebbe riservato i fondi maggiori, non essendo così in grado e nemmeno interessata a fare un’offerta adeguata per i diritti tv della Serie A.

Ma quando il progetto Superlega è sfumato, oltre al danno la beffa per Sky, rimasta senza Serie A e senza Superlega. 

Anzi, di recente Sky è rimasta anche senza gli Highlight della Serie A, cioè la possibilità di trasmettere la sintesi di tutte le partite, perché la Lega Serie A ha deciso di non mettere in vendita il pacchetto extra per i diritti tv di questi.

Ad ogni modo, dopo queste vicende è partita una battaglia legale tra Sky, Dazn e il partner di quest’ultima Tim, che riguarda proprio l’assegnazione dei diritti tv della Serie A di calcio, in cui Sky cerca disperatamente di recuperare terreno.

Una battaglia legale parallela per i diritti tv della Serie A di calcio

Ancora una volta per capire cosa sta succedendo in merito ai diritti tv per la Serie A di calcio dobbiamo andare indietro nel tempo, al momento in cui c’è stata l’assegnazione di questi a Dazn.

La Lega Serie A ha messo in vendita tre pacchetti per i diritti tv del campionato di calcio di Serie A, che in tutto consta di dieci partite a giornata:

il primo pacchetto assegna a un’emittente i diritti tv in esclusiva per sette partite delle dieci totali di una giornata;

il secondo pacchetto assegna i diritti in co-esclusiva per le restanti tre partite;

il terzo pacchetto assegna i diritti in co-esclusiva per le restanti tre partite, ma ad un operatore diverso.

Dazn riuscì con un’offerta da quasi 900 milioni di euro ad avere il pacchetto uno e tre, che le permette di trasmettere la giornata di campionato per intero, con tre partite in condivisione e sette in esclusiva.

Sky ambiva almeno al pacchetto due, ma l’offerta che presentó non fu accettata dalla Lega Serie A. 

Questo ritardo nell’assegnazione del pacchetto due ha fatto sì che si verificasse una situazione anomala, cioè che Dazn per un momento avesse nelle mani l’esclusiva assoluta di tutti e dieci gli incontri.

A questo punto Sky sfrutta l’occasione e si rivolge al Tribunale di Milano affermando che la Lega Serie A e Dazn stanno violando la Legge Melandri, la quale stabilisce che un solo operatore non possa avere i diritti tv in esclusiva del campionato per intero. La Lega si difende affermando che la situazione è anomala, ma dovuta solo al ritardo nell’assegnazione del secondo pacchetto.

La vicenda ha fine quando a Sky viene assegnato il pacchetto 2, chiedendole però di rinunciare all’azione legale.

Diritti tv Calcio, Sky vs. Dazn-Tim e arriva l’Antitrust!

Ma Sky non ci sta e ci riprova con l’Antitrust! Dopo le vicende che abbiamo appena raccontato accade però dell’altro. 

Dazn, che trasmetterà solo in streaming, rifiuta un’offerta di Sky da mezzo miliardo perché le partite siano trasmesse anche via satellite, affermando che la proposta era troppo in ritardo, contemporaneamente stringe però una partnership con Tim, con un accordo segreto ed esclusivo, perché a questa sia concesso di vendere il suo abbonamento ad internet insieme al pacchetto calcio Dazn.

Secondo Sky però il rifiuto da parte di Dazn, dell’offerta per la trasmissione via satellite delle partite, non è dovuta a nessun ritardo, ma a presunte clausole segrete dell’accordo tra Tim e Dazn, per cui a quest’ultima sarebbe vietato di trasmettere via satellite o stringere un qualsiasi accordo con altro operatore.

L’Antitrust effettivamente interviene avviando un’istruttoria che però si risolverà in un nulla di fatto per Sky, perché il responso dell’organo è arrivato qualche giorno fa e ha stabilito che l’accordo tra Tim e Dazn è perfettamente valido e non viola alcuna norma.