Tassa di successione: quando non si paga, casi particolari ed importi

La tassa di successione si deve pagare allo Stato quando si ereditano proprietà o denaro da una persona deceduta. Ecco quando invece non si paga.

La tassa di successione è un’imposta che generalmente deve essere pagata da tutti coloro che ricevono un’eredità, che può essere un bene immobile, un altro tipo di bene oppure denaro.

Solitamente la tassa deve essere pagata entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso per la liquidazione. Questo vuol dire che in caso di eredità bisogna ricordarsi di svolgere alcuni adempimenti obbligatori, come la dichiarazione di successione, da fare entro 12 mesi.

Tuttavia ci sono alcune circostanze in cui non è necessario pagare l’imposta relativa alla successione: vediamole in questo articolo.

Tassa di successione: funzionamento ed esoneri

La tassa di successione deve essere pagata da tutti coloro che ereditano un bene, altrimenti non è possibile fruirne. Il suo pagamento è collegato alla dichiarazione di successione, che deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro i termini stabiliti.

Va ricordato che questa tassa si applica sui beni ereditati, ovvero sul valore. Questi beni possono includere possedimenti immobiliari, terreni, denaro presso conti correnti o altre ricchezze.

La principale forma di esenzione da questa tassa riguarda la soglia di 100.000 euro: al di sotto di questo valore della ricchezza ereditata infatti, non è necessario versare la tassa di successione, purché l’eredità non sia formata da immobili o diritti su immobili.

La successione può avvenire per via di un testamento o in base al rapporto di parentela. Devono provvedere, quando dovuto, al pagamento dell’imposta gli eredi, e tutti coloro che sono chiamati a percepire l’eredità, i legatari o coloro che amministrano l’eredità.

Abbiamo visto che la principale condizione di esonero del pagamento di questa tassa è dovuta alla presenza di immobili: riassumendo si può dire che questa imposta va pagata ogni volta che si eredita una casa, o un immobile di un altro tipo.

Ma lo stesso vale anche per eredità costituite da obbligazioni, crediti, beni mobili e denaro, se superano la soglia di 100.000 euro.

Va tenuto presente che quando si ereditano dei beni, o dei crediti in denaro, possono anche essere trasferiti dei debiti, per cui l’unico modo per non riceverli è quello di rinunciare alla totalità dell’eredità.

Casi particolari in cui non si paga l’imposta

In alcuni casi particolari, la tassa di successione non si paga. Ovvero non si applica sui beni ereditati che rientrano in alcune categorie. Si tratta di:

  • titoli di Stato, come i buoni del Tesoro;

  • crediti verso lo Stato;

  • crediti rivendicati davanti a un giudice, ma su cui non si è espressa una sentenza;

  • beni mobili registrati al PRA;

  • beni culturali, storici o con pregio particolare;

  • TFR, ovvero Trattamento di Fine Rapporto o altre indennità collegate al lavoro;

  • trasferimenti di aziende.

Nel caso invece in cui l’erede sia un soggetto disabile, con un handicap grave, la soglia di esenzione viene innalzata da 100.000 euro a 1.500.000. L’imposta non deve essere pagata se l’eredità è a favore di Onlus, associazioni o enti religiosi.

Cosa accade se si eredita un veicolo? Lo spiega nel dettaglio Aci.it:

“Se si eredita un veicolo si deve autenticare la firma dell’erede sull’atto di accettazione dell’eredità, ed entro sessanta giorni dall’autentica bisogna registrare l’atto e richiedere presso gli STA il rilascio del Documento Unico di Circolazione e di Proprietà del Veicolo (DU) nel quale sono annotati gli intervenuti mutamenti della proprietà e dello stato giuridico del veicolo.”

I veicoli sono quindi esonerati al calcolo della tassa di successione, mentre sono soggette le imbarcazioni, navi o similari.

Come si calcola la tassa di successione

Per calcolare la tassa si prendono in considerazione tutti i beni e le ricchezze trasmesse all’erede, sia per ciò che riguarda la parte attiva, ovvero beni e denaro, sia per la parte passiva, ovvero i debiti.

Come visto prima, non è possibile chiedere l’accesso ai crediti senza ricevere anche le somme a debito. L’erede può solamente decidere di rinunciare alla totalità dell’eredità.

La tassa di successione si calcola tenendo conto sia il credito che eventuali debiti, sottraendo quindi i debiti al valore dei beni complessivo. Per calcolare l’imposta si applicano alcune specifiche aliquote.

Questa imposta non è dovuta, come abbiamo visto, per beni di valore complessivo inferiore a 100.000 euro, in cui non è presente un immobile o un diritto su di esso.

Per le eredità maggiori invece, l’aliquota fiscale varia dal 4% all’8%, e può essere stabilita una franchigia specifica, ovvero per il valore che supera 100.000 euro.

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