Truffa assicurazioni: ecco cosa si rischia

Con la propria assicurazione non conviene scherzare. Simulare un incidente, con lo scopo di monetizzare ai danni della compagnia è una condotta grave.

Con la propria assicurazione non conviene scherzare. Simulare un incidente, con lo scopo di monetizzare ai danni della compagnia è una condotta grave. Che può diventare penalmente rilevante. A volte si sottovaluta quanto si sta facendo, ma truffare l’assicurazione fingendo un incidente è una vera e propria truffa, che in questo caso diventa una frode assicurativa.

Ma partiamo dall’inizio. Nel caso in cui un automobilista abbia avuto un incidente, le compagnie di assicurazioni sono tenute a formulare un’offerta risarcitoria. Questa dovrà arrivare una scrivania dell’interessato entro determinati termini di legge, così come prevede il Codice delle Assicurazioni, che è stato introdotto attraverso il Decreto Legislativo n. 209 del 7 settembre 2005.

Quella che abbiamo enunciato è una regola generale, ma non è detto che corrisponda alla realtà dei fatti. Nel momento in cui la compagnia di assicurazione riceve una denuncia di sinistro di un proprio cliente, potrebbe stopparsi tutto per un semplice motivo. Gli uffici preposti alla liquidazione del danno potrebbero mettere in dubbio la documentazione ricevuta e ritenere di essere davanti ad una vera e propria truffa. O ad una frode assicurativa.

Questa situazione si verifica molto spesso. Quante volte abbiamo sentito parlare di un falso incidente: un sinistro che è stato messo in scena da alcuni automobilisti per ottenere un risarcimento, che in realtà non sarebbe dovuto. Un modo, poco onesto, per lucrare ai danni dell’assicurazione. Ma cosa si rischia con un comportamento del genere? Ci potrebbero essere delle conseguenze di tipo legale?

Assicurazione il normale iter di un incidente stradale

La compagnia di assicurazione, nel caso in cui ci sia un incidente stradale, ha l’obbligo di formulare un’offerta risarcitoria entro 60 giorni. Nel caso in cui i soggetti coinvolti nel sinistro abbiano provveduto a compilare e firmare il modulo CAI, ossia la constatazione amichevole di incidente, i termini dell’offerta risarcitoria scendono a 30 giorni. Salgono a 90, nel caso in cui il conducente abbia subito delle lesioni personali e ne richieda il risarcimento.

Il primo passo da compiere a seguito di un incidente è quello di trasmettere alla propria compagnia di assicurazioni quella che da tutti viene conosciuta come denuncia di sinistro. Ci stiamo riferendo ad una vera e propria dichiarazione, con la quale si avvisa l’assicurazione di aver avuto un incidente. Generalmente questa denuncia viene effettuata su un modulo che viene fornito dalla stessa compagnia.

A questo punto il danneggiato potrà richiedere di essere risarcito dall’assicurazione – la propria, nel caso in cui ci sia l’indennizzo diretto, o quella del veicolo antagonista – per tutti i danni che ha subito in seguito all’incidente. Per ottenere questo, sarà tenuto a presentare una vera e propria richiesta di risarcimento, nella quale dovranno essere descritti i fatti, elencati gli eventuali testimoni e specificare quali siano i danni subiti dal veicolo. Sarà necessario presentare tutta la documentazione necessaria che serve per dimostrare quanto sia accaduto: fotografie dei danni subiti, modulo Cai e via discorrendo.

Successivamente, il veicolo che ha subito l’incidente dovrà essere messo a disposizione della compagnia di assicurazione per almeno cinque giorni non lavorativi, in modo che possa effettuare una perizia. Questa servirà ad accertare i danni e la dinamica dell’incidente. Conclusa anche questa operazione ed accertato che esistano o meno i danni lamentati, la compagnia di assicurazione dovrà esprimersi nei tempi che abbiamo visto. E formulare un’offerta risarcitoria. Nel caso in cui non ritenesse che esistono i presupposti per il risarcimento, dovrà inviare una comunicazione di rifiuto, con le dovute ed adeguate motivazioni.

Assicurazione: quando sorge il reato di frode assicurativa

A questo punto è meglio addentrarci sui reati ai quali possono andare incontro le persone che denunciano un sinistro, che non si è mai verificato. In questo caso siamo davanti ad una vera e propria truffa o frode assicurativa: un reato disciplinato dall’articolo 642 del Codice Penale e rubricato come:

Fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.

Tra l’altro è bene stare molto attenti a non fare i furbi con l’assicurazione. Anche perché il comma 1 arriva a punire da uno a cinque anni

chiunque, al fine di conseguire per sé o per altri l’indennizzo di una assicurazione o comunque un vantaggio derivante da un contratto di assicurazione, distrugge, disperde, deteriora od occulta cose di sua proprietà, falsifica o altera una polizza o la documentazione richiesta per la stipulazione di un contratto di assicurazione.

Sarà applicata la stessa ed identica pena anche alla persona che denuncia un sinistro non avvenuto solo per trarne un vantaggio economico ingiusto. Ad essere puniti saranno anche quanti falsificano le prove di un sinistro o le precostituiscono. O addirittura preparano delle prove o dei documenti che servano a dare maggiore credibilità alla propria richiesta.

Uno dei casi più comuni può essere quello del truffatore che si procuri un falso testimone, che afferma di aver assistito ad un sinistro. Incidente che non è mai avvenuto. Il reato di frode assicurativa avviene quando il sinistro non è mai avvenuto o per:

  • dispersione, deterioramento od occultamento delle cose assicurate;
  • falsificazione o alterazione del contratto di assicurazione (polizza assicurativa);
  • falsificazione o alterazione della documentazione necessaria alla stipula della polizza (ad es., documenti di identità, tessera sanitaria, libretto di circolazione auto, ecc.);
  • falsificazione, alterazione o precostituzione di prove e documenti comprovanti il sinistro.

Assicurazione: cosa accade se c’è il sospetto di una frode

La compagnia di assicurazione, dal momento in cui riceve la richiesta di indennizzo, ha al massimo 90 giorni per decidere accettare la richiesta di risarcimento. In certi casi i tempi si accorciano a 30 o 60 giorni. Nel caso in cui ci sia una sospetta frode, questi termini subiscono delle variazioni.

Questo avviene quando la compagnia ritiene che all’interno della pratica possano esserci alcuni elementi che possano far pensare che ci sia una possibile frode. Per determinare questo i periti possono basarsi sugli indici di anomali stabiliti dall’Ivass, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, che si ottengono inserendo i dati del denunciante e quelli del veicolo in un apposito archivio informatico. Altri strumenti utili a scovare un’eventuale frode sono i dati contenuti nella cosiddetta scatola nera o dalle successive perizie effettuate sul veicolo, che possono far emergere una verità diversa rispetto a quella denunciata dai truffatori.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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