Voucher viaggi, scelta obbligata? I rimborsi sono a rischio

Non solo un viaggio tanto sognato per settimane che sfuma tra le dita ma anche un rincorrere senza fine quell'idea di vacanza accarezzata da tempo. Le circostanze cambiano, le disponibilità economiche calano e l'umore non è proprio dei migliori. Ecco che in tanti allora optano per richiedere un rimborso definitivo dei voucher viaggi avuti in agenzia. Ma è sempre possibile?

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Vista l’attuale situazione di emergenza pandemica, cosa deve fare chi si ritrova tra le mani un voucher viaggi che, dopo un anno, è in procinto di scadere? Può chiedere il rimborso ed eliminare con un taglio netto ogni velleità di viaggio.  

Se invece la prenotazione presso l’agenzia è ancora in essere, allora le opzioni sono due ovvero pazientare ancora un po’ per l’attesa, richiedendo il voucher viaggi, oppure farsi restituire i soldi senza alcuna penalità. 

E se l’agenzia sta per fallire? Si può aprire un contenzioso per pretendere la restituzione del denaro? 

Vediamo tutti i dettagli in questo articolo. 

Voucher viaggi, cosa sono 

L’ipotesi da analizzare è la seguente. Poniamo il caso che l’anno scorso tu abbia prenotato un viaggio presso un’agenzia di viaggi. Nel momento in cui è esplosa la pandemia legata alla diffusione del Covid-19, l’intero territorio nazionale si è blindato in un lockdown totale per tre mesi. Ovviamente nessuno ha potuto più muoversi per viaggiare, dal momento che avevamo l’obbligo di rimanere chiusi in casa, tra l’altro essendo anche tutte le attività commerciali serrate. 

Ovviamente la maggior parte delle persone che aveva già prenotato un viaggio, come tutti in generale del resto, non avevano il minimo sentore di cosa stesse succedendo né tantomeno che sarebbe durato così a lungo. Motivo per cui hanno optato per un voucher viaggi della validità di un anno, da poter spendere quindi in tutta tranquillità, nei mesi successivi. 

Purtroppo le buone intenzioni in tal senso si sono scontrate con quella che è la dura realtà. Le restrizioni continue e l’impossibilità perfino di potersi spostare da una regione all’altra (quando addirittura da un comune all’altro) a meno di incorrere in salate sanzioni, ha reso davvero difficile per molti poter finalizzare quella prenotazione di vacanza tanto attesa. 

Inoltre c’è da considerare anche il fatto che oggigiorno è sempre più complicato ottenere delle ferie prolungate di cui poter godere con tutta la famiglia: infatti canonici periodi dedicati ai soggiorni fuori sede riguardano le festività natalizie e pasquali, che invece abbiamo trascorso ancora una volta blindati. 

Senza contare il fatto che in molti purtroppo hanno perso il lavoro o tanti liberi professionisti hanno visto abbassare drasticamente il livello dei loro fatturati, fino ad azzerarli (e dovendo ricorrere ai risparmi per poter sopravvivere).  

Avendo la validità di un anno a partire dal giorno della loro emissione, molti voucher viaggi emessi nei mesi di marzo e aprile 2020 sono già scaduti o quasi.  

Appare dunque comprensibile come la tendenza attuale da parte delle persone sia quella di richiedere un rimborso una volta per tutte, della somma depositata. 

Ebbene, si può fare. È assolutamente legittimo pretendere il rimborso di quanto già pagato.  

Come fare? 

Voucher viaggi, come funziona 

Dal momento che per molti di questi voucher la scadenza dei 12 mesi è già trascorsa, ecco allora che le agenzie devono provvedere al rimborso nei confronti della loro clientela. 

Chi dunque si trova in questo tipo di situazione può attivarsi per richiedere il rimborso presso le agenzie, che dovranno provvedere ad effettuarlo nell’arco delle tempistiche previste nei casi specifici. 

L’aspetto che però va sottolineato è che il rimborso relativo al voucher viaggi si può ottenere sia nel caso in cui non sia più possibile utilizzarlo (quindi per cause di forza maggiore) ma anche nell’ipotesi in cui la persona interessata semplicemente non abbia più voglia di usufruirne. 

Dove sta il possibile cavillo che sta portando tante persone a pensare addirittura di intentare una causa per far valere i propri diritti? 

In parole semplici e chiare, l’Italia ha stabilito che in casi di emergenza come questa, la soluzione da proporre sia il voucher viaggi sostitutivo. Tale normativa però mal si concilia con le disposizioni in materia a livello europeo, che invece prevedono la restituzione integrale dei soldi a chi lo richieda. 

Cosa fare dunque? Accettare il voucher viaggi o chiedere il rimborso? 

La questione è più che mai di attualità, alla luce anche di un altro aspetto da cui non si può prescindere ovvero l’entrata in vigore del bonus vacanze 2021. 

Voucher viaggi, come richiederlo 

Come ormai abbiamo imparato, in origine il bonus vacanze nasce come iniziativa per rilanciare il comparto turistico, fortemente penalizzato appunto dalla chiusura totale delle attività, sull’intero territorio nazionale, dovuta alla pandemia da Covid-19. 

Il Governo dunque, all’epoca presieduto dal professor Conte, ha istituito il bonus vacanze: uno sconto di cui è possibile usufruire, in proporzione al numero di persone presenti all’interno del nucleo familiare, come da attestazione Isee. 

Lo sconto oscilla tra i 150 euro a un massimo di 500 euro ed è spendibile solo per un soggiorno da prenotare su territorio italiano, in una delle tante strutture alberghiere convenzionate. 

Le domande per ottenere il bonus vacanze 2021 sono scadute a dicembre 2021 ma è possibile spenderlo fino a dicembre 2021. 

Cosa succede nel momento in cui, ad esempio, ci si è recati in agenzia per poter prenotare il soggiorno, facendo affidamento sulla possibilità di poter scontare il bonus vacanze? Un incentivo che senza dubbio ha spinto molte famiglie, impossibilitate economicamente dal poter trascorrere un periodo di vacanze in una struttura ricettiva, a cogliere al volo l'opportunità e a decidere quindi di prenotare una vacanza. 

Che fare in caso di annullamento del viaggio? Se è l’organizzatore a far saltare il tutto a causa dell'emergenza sanitaria, allora è tenuto a restituire le somme percepite in fase di prenotazione. Se invece è il consumatore a voler esercitare il suo diritto di recesso, ecco che l’agenzia di viaggi può: 

  • Offrire un pacchetto alternativo 
  • Restituire il denaro ricevuto per la conferma 
  • Emettere un voucher viaggi della validità di un anno 

Come già sottolineato, in Italia attualmente, le disposizioni ad hoc in vigore per questo periodo di emergenza, prevedono che si debba optare per i voucher viaggi. La norma però stride con quanto previsto a livello europeo, motivo per cui il consumatore può decidere di aprire un contenzioso. 

Il margine di vittoria della causa c’è, in quanto una legislazione, per quanto di emergenza, non può andare in deroga a una direttiva comunitaria che prevede maggiore tutela per il consumatore finale (anche se togliendo l’opzione-rimborso, l’intenzione voleva essere invece quella di proteggere chi aveva dovuto rinunciare ad un viaggio a causa della pandemia). 

Il problema a questo punto che si pone è un altro. Stando alla direttiva attuale dunque, si può intentare causa all’operatore turistico, arrivando perfino a vincere la causa ma col rischio, assolutamente reale, di trovarsi di fronte ad attività già chiuse o fallimentari. 

Sono tanti infatti gli operatori del comparto turistico, così come di altre attività commerciali, messi ormai in ginocchio dalla mancanza di liquidità. Intentare una causa e pretendere il denaro potrebbe non sortire gli effetti sperati. 

Lo stesso direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, ha dichiarato che è opportuno far prevalere il buonsenso. 

Accettando a questo punto un voucher viaggi sostitutivo della validità di un anno e sperando che l’agenzia non chiuda i battenti perché magari riceverà gli aiuti statali che le spettano, vista la chiusura forzata da subire a tutela della salute pubblica e dell’interesse generale di tutti.