In zona Cesarini arriva l’accordo nell’Unione Europea sul price cap al gas: un tetto di 180 euro, attivabile per venti giorni, a partire dal prossimo febbraio.
Il cap fa riferimento al Ttf, ovvero alla Borsa di Amsterdam, e con la decisione raggiunta non saranno possibili transazioni sui futures sul gas naturale che rientrano nell’ambito di applicazione del “tetto” al di sopra di un cosiddetto “limite di offerta dinamica”.
Chi controllerà? Il meccanismo di correzione del mercato viene monitorato dall’Acer, l’Agenzia Ue per la cooperazione degli enti regolatori dell’energia, e in caso di emergenza nella sicurezza dell’approvvigionamento il price cap potrà essere disattivato immediatamente.
Dopo l’intesa, Il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam è tornato ai minimi da metà giugno, con i futures che hanno toccato un minimo di 100,2 euro, in calo del 7,7%, per poi risalire a 104 euro, in calo del 4,1%.
Soddisfazione generale, soprattutto dalla commissaria UE all’energia Kadri Simson, che ha sottolineato come “L’Ue sarà meglio preparata per la prossima stagione invernale e per il nuovo round di riempimento degli stock”.
Ma quanto e come un price cap andrà a risolvere i problemi legati al caro bollette? Risparmieremo davvero?
È utile fissare un tetto per calmierare il prezzo del gas (anche contro la speculazione), ma si rischia inefficienza del mercato e che i paesi fornitori guardino a quelli che pagano il prezzo di mercato… se così fosse l’Europa sarebbe costretta ad attingere alle proprie riserve.
Senza contare ciò che potrebbe accadere senza un piano di riduzione dei consumi di gas: l’agenzia di rating Goldman Sachs, prevede, per esempio, un effetto boomerang sui prezzi, che potrebbero aumentare.
Questo era davvero l’unico accordo possibile?
Il price cap farà diminuire il costo delle bollette?
Il price cap andrà a risolvere i problemi legati al caro bollette? Risparmieremo davvero? L'approfondimento a Buongiorno Borsa di Le Fonti Tv.