Spin off di Breaking Bad: ecco spiegato il finale di Better Call Saul

Ultima puntata di Better Call Saul: finalmente Jimmy confessa! Ci saranno altri spin off di Breaking Bad? Scoprilo in questo articolo

Si chiude un’era: l’universo di Breaking Bad è arrivato al capolinea!

Dopo l’enorme successo che Walter White e Jesse Pinkman hanno riscosso su Netflix, l’autore Vince Gilligan, insieme a Peter Gould, ha sfornato uno spin off che supera l’originale ed è già stata decreatta come una delle migliori produzioni Netflix.

Better Call Saul è durato sei stagioni per un totale di 63 episodi. Questa serie è stata fondamentale per Breaking Bad perché ne ha concluso e specificato la trama.

Il 15 agosto 2022, dopo ben 14 anni, la storia criminale più famosa di Albuquerque si conclude.

Puntata finale di Better Call Saul: il degno arrivederci di Jimmy McGill

Tutta la sesta stagione già preannuncia, passo passo, il termine della serie Better Call Saul. La tredicesima puntata, nonché l’ultima, chiude definitivamente il cerchio.

Ormai tutto ciò che c’era da svelare sugli esordi di Breaking Bad è stato rivelato già qualche episodio fa. Better Call Saul e Breaking Bad si sono già ricongiunte e ora, l’ultima cosa che Vince Gilligan e Peter Gould devono raccontare, è la fine di Saul Goodman.

Questo episodio non è più di supporto a Breaking Bad ma è un monito a Jimmy McGill che, tramite la serie Better Call Saul, ha spiegato gli eventi prequel di Breaking Bad. Seppur sia questo uno dei motivi principali del successo di questo spin off, che la rende un capolavoro proprio grazie alla sua intersecazione con Breaking Bad, non dimentichiamo il grande protagonista che l’ha portata avanti, interpretato dall’ottimo attore Bob Odenkirk.

Nel corso delle puntate e delle stagioni abbiamo assistito al lento evolversi di Jimmy McGill in Saul Goodman. Il 15 agosto 2022 finalmente i due fanno pace.

Tutta l’ultima stagione è improntata su diverse linee temporali a seconda che si parli del passato (pre o durante Breaking Bad) o del presente (post Breaking Bad). Anche l’ultima puntata usa questo stile concentrandosi molto sulle due facce del protagonista.

Negli sketch del passato c’è Saul Goodman e la visione che del mondo ha di lui. Una persona senza scrupoli per il quale l’unico obiettivo nella vita sono i soldi. Si scontra con Mike, Walter e suo fratello Chuck nel discutere dei rimpianti: “cosa faresti con una macchina del tempo”?

Mike salverebbe suo figlio poliziotto che morì nel corso di una retata di dubbia criminalità, Walter non lascerebbe la sua invenzione nelle mani dei suoi ex soci, Chuck invita il fratello a cambiare strada vedendo la sua infelicità. Ma i desideri di Saul sono molto più materiali e vili: puntano solo ai soldi. È davvero così?

Nel presente, invece, Gene Takovic (aka Jimmy McGill) viene finalmente catturato dalla polizia ed è alle prese con il suo processo. Le prospettive sono tutt’altro che rosee e da buon ex avvocato, sfodera tutte le sue capacità, anche di dubbia moralità, per scontare la pena più bassa possibile.

Ci riesce: solo 7 anni e mezzo, nel carcere più bello dell’America e con gelato settimanale garantito. Il suo castello di carta, però, crolla quando viene a scoprire che la sua ultima carta, ovvero ciò che riguarda la scomparsa di Howard Hamlin, è sprecata. Kim Wexler ha già confessato ed è in procinto di essere processata civilmente.

Ed è qui che abbiamo l’ultima evoluzione di Gene Takovic che regredisce da Saul Goodman per tornare ad essere Jimmy McGill. Sfodera le ultime energie per il suo ultimo show.

In tribunale, in occasione della comunicazione del patteggiamento, attira con un escamotage Kim e finalmente confessa. Ritratta tutto ciò che aveva racimolato in patteggiamento e si libera la coscienza, liberando anche Kim da tutte le sue accuse.

L’ultimo atto: Jimmy, ancora innamorato di Kim, usa Saul per i suoi scopi e, per una volta, per fare del bene.

87 anni di carcere, forse meno con la buona condotta, nell’istituto peggiore dell’America. Jimmy, ha fatto pace con Saul e sanno che hanno bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere alla reclusione.

La regia, come sempre, è fenomenale. Già si era capito che la parte in bianco e nero era dedicata al presente, mentre quella a colori al passato. Infatti, Gene è la versione spenta di quello che era Saul, la versione migliore e vitale di Jimmy.

In quest’ultima puntata, sempre di più, le due linee temporali si sovrappongono e notiamo spesso degli accenni di colori tra le immagini in bianco e nero: il passato fa capolino e, in qualche modo, torna a mostrarsi nel presente.

Da citare anche la notoria lentezza che caratterizza tutto Better Call Saul. La sua forza, infatti, non è il susseguirsi repentino di eventi, ma i dettagli. La regia è stata magica nel focalizzare l’attenzione su piccoli particolari che permettono al pubblico di coprire il lento scorrere di eventi, con le reference di Braking Bad.

Better Call Saul è migliore di Breaking Bad

Tanto si dibatte su questa questione: è meglio Better Call Saul o Breaking Bad? È impossibile scindere completamente le due serie perché sono l’una il completamento dell’altra.

Breaking Bad è stata una rivelazione, una storia nuova che ha aperto un nuovo modo di fare serie TV. Better Call Saul è la sua naturale prosecuzione. È piaciuta tanto perché ha ripreso personaggio forti e ben costruiti della serie madre e li ha messi sul campo a completamento della serie madre.

Better Call Saul è incredibile proprio grazie a tutte le referenze che ci sono di Breaking Bad, particolari che, per chi non ha visto la serie madre, non sono comprensibili rischiando di denaturare completamente la bellezza della storia.

La questione, quindi, non è quale delle due è migliore, ma che nessuna delle due sarebbe altrettanto di successo senza l’altra.

Ci saranno altri spin off di Breaking Bad

Nessuno dei fan di Breaking Bad può credere che tutto sia finito. Alla disperata ricerca di notizie su possibili e probabili ulteriori spin off del mondo crato da Vince Gilligan, le notizie non sono rosee.

Lo stesso presidente degli AMC Studios ha rivelato che sarebbe assolutamente disponibile e disposto a produrre nuove storie del mondo di Breaking Bad, ma ovviamente è tutto nelle mani del produttore che, in Better Call Saul, è stato sapientemente affiancato da Peter Gould.

I due sono ormai un duo inseparabile che vorremmo tutti rivedere nuovamente insieme visto la regia incredibile cha hanno saputo mettere in piedi.

Tutto sembra nelle loro mani e ad oggi ancora nessuna voce sembra confermare senza ombra di dubbio che ci saranno nuove avventure.

L’unica cosa che sappiamo per certo è un prequel di Better Call Saul che vedrà Jimmy McGill in versione animata. La serie si chiama Slippin’ Jimmy ed è composta da 6 episodi che raccontano la giovinezza di quello che diventerà poi Saul Goodman.

Già in Better Call Saul veniamo a conoscenza di chi è Slippin’ Jimmy, ovvero Jimmy adolescente che già fa le sue conoscenze della legge in veste di piccolo truffatore. È l’attività che ha sempre identificato Saul e che poi è diventata la sua ragione di vita. In questa serie lo vedremo insieme al fratello Chuck durante gli anni ’70.

E se invece avete tanto apprezzato Rhea Seehorn, l’attrice che interpreta Kim Wexler, potrete rivederla a breve in una nuova serie TV “Cooper’s Bar” il cui fulcro è sempre votato al mondo delle truffe. Gli autori, infatti, confermano che questa miniserie sarà in continuità con Better Call Saul anche se non è ancora ben chiaro in che modo.

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