Guerra Ucraina-Russia, attacco a Putin: fuori da SWIFT!

Guerra Ucraina – Russia, scattano le sanzioni. L’UE attacca Putin con l’uscita della nazione dal sistema SWIFT. Ecco le ultime

Guerra Ucraina-Russia infuocata. Dopo l’attacco di Putin, arrivano le prime sanzioni annunciate dall’Unione Europea contro il Cremlino. Cipro e Italia si schierano, oggi, a favore della decisione dell’Unione Europea di adottare pesanti azioni punitive contro il Governo russo.

La più importante riguarda l’intenzione di tagliare la nazione fuori dal sistema SWIFT. Gli ultimi pezzi a completamento del puzzle sono stati inseriti questa mattina. 

Cipro fa sapere di non ostacolare l’eventuale esclusione della Russia dal sistema SWIFT, l’Italia – come comunicato dal capo del Governo, Mario Draghi, direttamente al leader Zelensky – si schiera dalla parte dell’Unione Europea sposando la linea del contrattacco fatta di paesanti sanzioni da infliggere alla Russia, blocco SWIFT incluso.

Fino a questo momento, la decisione di escludere le banche russe dal sistema internazionale di pagamento SWIFT aveva spaccato il fronte occidentale. 

Mentre Boris Johnson e Biden non hanno mai manifestato alcun tentennamento sull’esclusione della Russia dal sistema, anche se si tratta della sanzione più rigida in assoluto da applicare per punire l’attacco sferrato da Putin all’Ucraina, altri Stati hanno preferito fare orecchie da mercante e temporeggiare su una decisione che potrebbe mettere in ginocchio l’intera finanza russa.

Questo perché intervenire sul codice di messaggistica che veicola circa il 50% dei dati legati ai pagamenti cross-border potrebbe avere conseguente devastanti per l’intera nazione. 

Nel frattempo, il presidente ucraino Zelensky continua a chiedere a gran voce alla Germania e all’Ungheria di conformarsi agli altri paesi, acconsentendo all’esclusione della Russia da SWIFT. 

La risposta di Budapest non si è lasciata attendere: la nazione si allinea ai dettami dell’UE al 100%, assolvendo alle richieste che la posizione occupata in Europa comporta.

Tagliare fuori la Russia dal sistema SWIFT (Society for Worlwide Interbank Financial Telecommunication), però, è una decisione da analizzare sotto tutti gli aspetti poiché comporta conseguenze devastanti.

Si rischia di bloccare il flusso commerciale che lega la nazione a quota parte dei paesi del mondo, con ripercussioni drammatiche sull’intera economia nazionale.

Ma cerchiamo di fare il punto sulla situazione spiegando in cosa consiste il codice SWIFT e perché si è deciso di sganciare questa “bomba” per intimorire il Governo di Vladimir Putin.

Maggiori informazioni sulle motivazione che hanno spinto il Presidente russo ad intraprendere la guerra Ucraina – Russia le trovate nel video YouTube di Geopop.

Guerra Ucraina – Russia, l’arma SWIFT contro Putin. In cosa consiste e come funziona

La guerra Ucraina – Russia si combatte su più fronti. La contromossa UE all’invasione di Putin si gioca su un altro tavolo, quello economico. L’unico che potrebbe spingere il leader russo a deporre le armi.

Ancor prima di concentrare l’attenzione sulle conseguenze che un blocco SWIFT potrebbe causare alla Russia, occorre capire cos’è SWIFT. 

SWIFT non è altro che l’acronimo di “Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, il sistema utilizzato per veicolare le risorse economiche, in modo celere e in assoluta sicurezza, da una banca all’altra, messe in comunicazione tra di loro a livello mondiale.

Parliamo nello specifico di ingenti somme di denaro, di migliaia e miliardi di dollari, la cui movimentazione viene permessa e autorizzata dal sistema stesso.

Dal punto di vista tecnico, SWIFT si serve di alcuni codici che permettono di ottenere delle informazioni sull’istituto bancario, la filiale e il paese in cui il conto è aperto.

Vi è mai capitato di dover trasferire delle somme di denaro verso un conto estero? In questi casi, affinché l’operazione possa concludersi nel migliore dei modi, si fa uso del codice SWIFT.

La società, formata dall’unione di più istituzioni finanziare dislocate in ogni angolo della terra, ha sede in Belgio ed è stata istituita per subentrare al sistema telex. 

Allo stato attuale, conta una rete di circa 11.000 istituti bancari, oltre a più di 200 società appartenenti a diversi paesi, ponendosi al vertice del sistema internazionale di trasferimento delle risorse finanziarie.

Dal punto di vista operativo, SWIFT è sotto il controllo della BCE (Banca Centrale Europea) e del circuito della banche centrali G10. Il ruolo di massimo supervisore spetta però alla Banca Nazionale del Belgio. 

In cifre, la Russia occupa il secondo gradino per numeri di utenti, con circa 300 banche russe aderenti al sistema.

Per rendere l’idea, più del 50% delle istituzioni finanziarie russe risultano componenti di SWIFT, in una classifica in cui il gradino più alto del podio è occupato dagli Stati Uniti.

Guerra Ucraina – Russia: l’esclusione dello SWIFT potrebbe mettere in ginocchio Putin? Ecco i motivi

Come accennato anche in apertura di articolo, la guerra Ucraina – Russia potrebbe arrivare ad un punto di svolta se la bacchettata dell’Unione Europea a Putin si concretizzasse nell’esclusione della sua nazione dal sistema SWIFT.

Considerati i numeri poco prima snocciolati, si inizia a capire perchè l’eventuale blocco russo al sistema SWIFT si appresta ad essere una minaccia per il Governo di Putin.

Mettere alla porta le banche nazionali dal sistema SWIFT significherebbe non aver più la possibilità di accedere alle risorse finanziarie mondiali. 

In questo modo si complica la vita delle stesse imprese russe, incluse quelle la cui attività è incentrata sulla produzione di dispositivi bellici, strette nelle difficoltà di importare, esportare o ricorrere a finanziamenti esterni.

In poche parole, una volta tagliate fuori da SWIFT le banche russe non potrebbero più servirsi del sistema per inviare o ricevere denaro da altri istituti finanziari aderenti alla Società.

Va detto che già tempo addietro la Russia si è trovata nella condizione di essere esclusa dal sistema SWIFT. Otto anni fa è arrivato il primo avvertimento, anche se l’azione punitiva non si è mai concretizzata nei fatti, molto probabilmente per timore delle ripercussioni economiche.

Nel 2014, l’ex capo delle finanza russa, Kudrin, aveva rivelato quali conseguenze avrebbe potuto creare l’esclusione della Russia dallo SWIFT: una sensibile riduzione del PIL di circa il 5%.

Nel frattempo, dai vertici SWIFT arrivano le prime precisazioni sulla questione. La società ha voluto richiamare la finalità che ha portato alla sua nascita, quella di produrre dei benefici per tutti i suoi componenti (200 paesi e 11.000 istituzioni).

Al tempo stesso, viene precisato come un’eventuale azione punitiva a paesi o singoli enti è rimessa alla volontà degli organi di governo autorizzati, oltre ai legislatori.

In ogni caso, il blocco all’accesso al sistema SWIFT imposto alla Russia potrebbe avere delle conseguenze fatali non solo per la nazione, ma per tutti i paesi occidentali.

Guerra Ucraina – Russia, bloccare Putin con il sistema SWIFT? Ecco i timori degli Stati

Fino a questo momento, l’esclusione dal sistema SWIFT ha trovato applicazione nei confronti di un unico Paese: l’Iran (2012).

Nonostante siano già pervenute le risposte sulla decisione UE di costringere Putin alla resa, sferrando il colpo di rimuovere la Russia dal sistema SWIFT, alcuni campanelli d’allarme testimoniano che intervenire sul sistema SWIFT per porre fine alla guerra Ucraina – Russia non è una soluzione auspicabile.

Le motivazioni sono molteplici: Berlino, Vienna e Roma dipendono da madre Russia per i rifornimenti di gas, complici una serie di sviste e scelte strategiche sbagliate compiute in passato.

Se pagare i rifornimenti diventasse più complicato, a causa dell’esclusione della Russia da SWIFT, Germania, Austria e Italia rischierebbero la chiusura dei “rubinetti” da parte del Cremlino.

La stessa preoccupazione è palesata dal leader della Lega, Matteo Salvini, che continua comunque a riporre la sua fiducia nel premier Draghi.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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