Cos’è l’accisa mobile, la nuova misura che abbasserà il prezzo del carburante

Col decreto sul caro carburante è stata reintrodotta l'accisa mobile: come funziona esattamente e che effetti avrà?

L’accisa mobile è stata introdotta nel 2008 per contrastare l’aumento del petrolio, che in un periodo di 18 mesi, a causa della crisi internazionale dei mutui subprime, aveva triplicato il suo prezzo.

Adesso è stata nuovamente prevista dall’art. 2 del decreto caro carburanti, che interviene sul costo dell’accisa quando l’aumento del prezzo del petrolio greggio supera una data soglia.

Vediamo quindi cos’è l’accisa mobile e perché, tra i provvedimenti presi nel decreto sul caro carburanti, è la misura più efficace per abbassarne il prezzo.

Cos’è l’accisa mobile

L’accisa sul carburante è un’imposta indiretta sui prodotti raffinati del petrolio, che viene corrisposta in prima battuta dal produttore, il quale poi si rivarrà sul cliente finale in un meccanismo del tutto simile a quello dell’IVA.

L’accisa mobile è legata al funzionamento dell’IVA al 22%, ed è proprio su grazie alla crescita di quest’ultima imposta che il suo meccanismo può funzionare.

L’accisa sul costo dei carburanti diventa infatti mobile rispetto al prezzo del petrolio.

In particolare, nel decreto viene previsto che, quando il prezzo del petrolio greggio sale, l’accisa scende in maniera proporzionale, consentendo un evidente risparmio su ogni litro di carburante immesso in serbatoio.

In particolare, perché l’accisa possa essere ridotta, il prezzo del petrolio deve aumentare sulla media del bimestre precedente.

Per effettuare il calcolo dell’aumento verrà preso come riferimento il prezzo medio del petrolio, che viene determinato nel documento di programmazione economico-finanziaria più recente.

Perché l’accisa mobile funzionerà

Il presidente di Fegica Roberto Di Vincenzo si è espresso con favore rispetto alla misura adottata.

Nel decreto trasparenza sul caro carburanti, infatti, l’accisa mobile taglierà il costo della benzina, e l’extra gettito proveniente dall’IVA compenserà la perdita in bilancio dovuta al taglio dell’accisa.

Non solo, dunque, evidente vantaggio per il portafogli degli italiani, ma anche perdita minima per le casse dello stato.

Leggi anche: Accise benzina: cosa sono e quanto pesano sulle tasche degli italiani

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