La differenza chiave tra assegno bancario e circolare, e quando utilizzarli al meglio

La differenza tra assegno bancario e circolare è in questa semplice definizione, eppure ancora oggi in molti non sanno quando utilizzarli al meglio.

Se si ha un conto corrente in genere si può richiedere la convenzione assegni, ovvero il carnet degli assegni. È il blocchetto da cui strappare, di volta in volta, quel pezzo di carta colorata che permette di trasferire enormi quantità di denaro, senza utilizzare contante o carta.

Oggi ci sono ovviamente sistemi più veloci, anche grazie all’internet banking, ma l’assegno può essere utile se ci si trova senza accesso al WI-FI e con la necessità di pagare qualcuno in tempi molto veloci.

Il problema è che, nonostante la nomea dello strumento, in molti ancora hanno difficoltà a distinguere l’assegno bancario da quello circolare. Simili tra loro, si differenziano per un piccolo dettaglio, che però, in sede di versamento, diventa decisivo.

La differenza chiave tra assegno bancario e circolare

Intanto precisiamo la natura dell’assegno. Parliamo di uno strumento di pagamento con cui il traente, ovvero la persona che lo firma, ordina alla banca il pagamento di una somma di denaro a favore di un’altra persona, altresì chiamato beneficiario.

A differenza di bonifici, giroconto e altri metodi di pagamento, l’assegno è un titolo pagabile a vista, ovvero da riscuotere soltanto se si è beneficiari effettivi dell’assegno e si è presenti allo sportello della banca che lo ha emesso.

Le tipologie di assegni non sono poche: si va dall’assegno bancario a quello circolare, da quello vidimato al classico vaglia postale. Quelli più utilizzati (e anche quelli più emessi dalla generalità degli istituti bancari) sono l’assegno bancario e quello circolare.

Fondamentalmente, la differenza chiave tra i due è che:

  • l’assegno bancario viene emesso dalla banca ma firmato dal correntista;

  • l’assegno circolare viene emesso e firmato dalla banca per conto del correntista.

In poche parole, cambia la firma di traenza, perché il firmatario può essere o il correntista, o la banca su mandato del correntista stesso.

Elemento in comune tra loro è il titolo di non trasferibilità, disposto in via obbligatoria sopra una certa cifra. Vale sia per il bancario, sia per il circolare, perché garantisce ulteriore sicurezza sul fatto che sia effettivamente il beneficiario ad incassarlo.

Quando utilizzare al meglio l’assegno bancario e quello circolare

La differenza tra i due assegni pesa anche sul contesto d’uso.

L’assegno bancario ha tempi più veloci, ma il beneficiario non ha la certezza che la somma sia effettivamente disponibile. Per questo può far valere il suo diritto di richiedere informazioni alla banca emittente, così da avere la garanzia di non avere tra le mani un assegno scoperto.

Se si vuole avere la sicurezza della copertura, è consigliato l‘assegno circolare. Ma questo deve essere preparato in anticipo per consentire alla banca di bloccare la somma richiesta, pertanto non può essere mai scoperto.

Pertanto, l’assegno bancario è quello che si fa quando si ha in mano il carnet e si vuole provvedere ad un pagamento importante senza utilizzare carta o contanti, sapendo però che come beneficiario non è assicurata la presenza del fondo di riferimento.

Se si usa l’assegno circolare, la banca si accerterà della disponibilità economica sul conto del firmatario. In caso contrario, sarà stato chiesto al correntista di depositare il denaro necessario a pagare l’assegno.

Il sistema ha tempi più lunghi se il firmatario non ha un conto corrente presso una delle filiali dell’istituto bancario: in tal caso, chi non è cliente può farne richiesta depositando i soldi che servono a coprire l’assegno.

Proprio per la questione delle filiali si distingue l’assegno da “su piazza” o “fuori piazza“, se l’incasso avviene nello stesso Comune di emissione, o se in un Comune diverso. Se “su piazza“, l’incasso deve avvenire entro 8 giorni, altrimenti si può andare a 15 giorni se “fuori piazza“.

Leggi anche: Assegni bancari ritirati: ecco la banca che ha iniziato a rottamarli

Quale tipo di assegno è più sicuro

Entrambi gli assegni sono sicuri, perché è la banca quella che detiene la somma disposta dall’assegno.

Se si hanno dubbi, il beneficiario può contattare la filiale e chiedere informazioni sulla copertura. A sua volta il firmatario, se ha subìto il furto o lo smarrimento dell’assegno, può richiederne il blocco, presentando in tempi celeri la denuncia compilata dalle Autorità competenti.

Ovviamente può succedere che, nonostante la promessa, l’assegno non risulti coperto.

Questo ovviamente non va a danno del beneficiario, ma al firmatario dell’assegno. Perché si parla in questo caso di assegno protestato, ovvero quando il beneficiario richiede che venga registrato l’insoluto e che venga avviato un procedimento contro chi lo ha emesso.

Per il firmatario significherebbe subire la pubblicazione del proprio nome e cognome nel Registro informatico dei protesti tenuto dalla Camera di Commercio, nonché subire una sanzione pecuniaria da 516 a 6.197 euro. E non solo, come firmatario non potrai più emettere assegni bancari o postali per un periodo da due a cinque anni se l’importo è superiore a 2.582 euro, né accedere a finanziamenti perché segnalato alla Centrale Rischi.

E se l’assegno è superiore a 51.645 euro, si subirà l’interdizione alla vita professionale, imprenditoriale e dall’esercizio dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

E anche se si provvede a pagare l’assegno protestato, il nominato rimane conservato nel Registro informatico fino alla sua cancellazione, massimo entro cinque anni dalla data della registrazione.

Leggi anche: Assegno bancario: servono due documenti di identità per incassarlo. Ecco quali

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