BCE rialza i tassi d’interesse: quali saranno le conseguenze per mutui e prestiti

Nuovo rialzo dei tassi d'interesse da parte della BCE. Inevitabili le conseguenze per mutui e prestiti. Ma c'è ancora un modo per non rimetterci.

É da ormai un anno che la Banca Centrale Europea sta cercando di ridurre il più possibile l’iper-inflazione che sta coinvolgendo tutta l’Euro zona.

Da inizio 2022 l’attuale tasso d’inflazione sta raggiungendo quota 10%, con l’Italia vicina al 12%.

Come arma principale contro l’inflazione la BCE ha continuato ad alzare i tassi d’interesse, così da disincentivare l’accesso al credito e provvedere a far “rientrare” quanto più denaro possibile.

Purtroppo l’aumento dei tassi d’interesse è notoriamente un’arma a doppio taglio.

Se da una parte provi a ridurre il denaro in circolazione e di conseguenza l’inflazione, dall’altra rendi la vita sempre più difficile a chi ha sottoscritto mutui e/o prestiti.

Infatti le conseguenze per mutui e prestiti saranno drammatiche.

BCE rialza i tassi d’interesse: è il 4° da inizio anno

La BCE è al suo quarto aumento dei tassi d’interesse, e ha già raggiunto una percentuale importante per gli standard della Banca Centrale: ben il 2,50%, grazie all’ultimo aumento di 50 punti base.

Dalla sua fondazione la BCE ha dovuto aumentare drasticamente i tassi davanti all’incombenza di una grave crisi economica, come accaduto nel 2008, quando aumentò i tassi fino al 3,25% per contrastare i danni della crisi.

Anche alzandoli di 75 punti in un colpo solo, come accaduto a settembre.

In effetti per combattere l’inflazione, ormai vicina al 10% in tutta l’Euro Zona, la soluzione “migliore” è quella di aumentare il costo del denaro.

Perché il tasso d’interesse è sia il rendimento della valuta, ma anche il suo costo, in particolar modo per chi chiede un prestito.

Essendoci troppa moneta in circolazione, la BCE cerca di dissuadere l’accesso al credito tramite mutui e prestiti, pertanto aumenta il tasso d’interesse.

Con meno gente disposta a pagare di più il costo della moneta, essa comincia a circolare meno, e l’inflazione comincia a scendere.

Il sistema al momento ha sempre garantito gli effetti desiderati, come la stessa storia dei tassi d’interesse della BCE può dimostrare, con picchi durante le fasi più critiche fino a momenti di totale azzeramento degli interessi per incentivare l’accesso al credito.

Purtroppo questo sistema ha una controindicazione: bisogna evitare di aver preso mutui o prestiti a tasso variabile durante questo frangente.

Perché un aumento dei tassi, come quello che stiamo vivendo, diventa una bomba per il contraente.

Quali saranno le conseguenze per mutui e prestiti

Chi non ha contratto mutui e prestiti negli ultimi anni non ha di che preoccuparsi. Il problema è infatti per chi li ha contratti.

Inevitabile è l’aumento dei tassi su prestiti e mutui, anche per la prima casa.

Stando ai dati di Bankitalia, i tassi sui prestiti (TAEG compresa) sono passati dal 2,65% al 3,23%, tra settembre o ottobre 2022.

I motivi di questo aumento sono dovuti all’Euribor, l’indice di riferimento da cui si deriva il tasso dei mutui variabili. Da un anno l’Euribor non ha altro che salire, con conseguenze nefaste per mutui e prestiti.

Da inizio mese fino al 13 dicembre, il valore dell’Euribor è passato:

  • dal 2,41% al 2,48% (semestrale),

  • dal 1,93% al 2,05% (trimestrale).

Di contro l’Eurirs, l’indice di riferimento per il tasso dei mutui fissi, dà risultati migliori:

  • dal 2,57 è passato al 2,61% (decennale),

  • dal 2,41 è passato al 2,36% (ventennale),

  • dal 2,02 è passato al 1,95% (trentennale).

Ovviamente sembrano aumenti irrisori, di centesimi di percentuale. In realtà per chi ha mutui e prestiti il cambiamento è evidente nella propria rata.

Leggi anche: Sono queste le regole di calcolo definitive di interessi e rate del mutuo

Di quanto aumenta la rata per chi ha mutui e prestiti

Prendendo spunto da una simulazione di Facile.it, supponiamo un finanziamento a tasso variabile con le seguenti caratteristiche:

  • somma richiesta: 126.000 euro;

  • data di sottoscrizione: gennaio 2022;

  • TAN iniziale: 0,67%;

  • rata mensile concordata: 456 euro.

Con i precedenti rialzi, la rata mensile è passata da 456 euro a 602 euro. E con i nuovi 50 punti, potrebbe salire a 636 euro. In pratica il 39% in più da inizio anno, e sempre per la stessa somma richiesta.

Nel caso invece di mutui e prestiti a tasso fisso, la situazione è decisamente migliore, ma solo per chi sottoscrive quest’anno il contratto.

Chi ha già un mutuo o prestito a tasso fisso, precedente al 2022, non incorrerà in alcun aumento (salvo clausole contrattuali).

Chi invece lo sottoscrive oggi, può incorrere in un aumento come quello previsto da questa simulazione di Facile.it:

  • somma richiesta: 200.000 euro;

  • data di sottoscrizione: dicembre 2022;

  • durata: 25 anni;

  • rata mensile concordata: 1.009 euro.

Se l’avesse concordato a giugno, avrebbe una rata più bassa, di 921 euro, ovvero 88 euro in meno. Praticamente la metà rispetto a quanto calcolato per la rata di un mutuo a tasso variabile.

Se si ha problemi con il proprio mutuo o prestito a tasso variabile, si può procedere alla surroga, con tutti i pro e contro da valutare. Altrimenti toccherà sospendere la rata, con tutti i rischi possibili.

Leggi anche: Come abbassare la rata del mutuo: surroga o sospensione?

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