È quanto sostiene il Codacons, che ha simulato i costi che i proprietari di casa sosterranno a seguito della decisione del Parlamento europeo. Vediamo cosa dice
Direttiva Case Green: il comunicato del Codacons
"La ristrutturazione energetica stimata dall'UE prevede interventi di isolamento, sostituzione di finestre e porte, nuove caldaie a condensazione e pannelli solari", spiega l'associazione. Il costo di questi lavori varia notevolmente a seconda del tipo di materiali scelti e della posizione geografica dell'edificio.
Per esempio, la termopittura costa in media tra i 180 e i 400 euro al metro quadro, mentre gli infissi costano in media tra i 10.000 e i 15.000 euro.
"Per una nuova caldaia a condensazione, ipotizzando una casa di 100 metri quadrati, il costo oscilla tra i 3.000 e gli 8.000 euro, e raddoppia per una caldaia ibrida con pompa di calore - analisi Codacons - Per un impianto fotovoltaico da 3 kW, l'energia solare utilizzata costa circa 7.500-10.500 euro, a seconda del tipo di pannello."
L'intervento di retrofit energetico dell'UE determinerà un costo medio di 35.000-60.000 euro per abitazione, e considerando gli 1,8 milioni di edifici interessati da questa misura, il costo per la società ammonterà a 63-108 miliardi di euro - il Codacons stima che questo senza tener conto delle possibili speculazioni legate alle gare d'appalto per le ristrutturazioni, come è già successo con il Super Bonus facendo lievitare i prezzi e i costi dei materiali, dei ricambi, delle attrezzature, delle ditte specializzate ecc. ecc. che faranno lievitare ulteriormente il conto per le famiglie. che faranno lievitare ulteriormente il conto per le famiglie.
Secondo l'associazione, però, questo regolamento dell'UE rischia anche di provocare un terremoto nel mercato immobiliare. Questo potrebbe portare a una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non soggetti a interventi di riqualificazione.
L'opinione del Sima
"È quasi impossibile intervenire in tempo sugli 1,8 milioni di abitazioni prioritarie interessate dalla direttiva europea", ha dichiarato il presidente del Sima Alessandro Miani.
L'Associazione Italiana di Medicina Ambientale sostiene gli interventi per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti prodotte nelle abitazioni private, ma non crediamo che legiferare per la ricostruzione delle case in tempi brevi sia la soluzione giusta." Il settore 'residenziale' è responsabile da solo del 64% del PM2,5 e del 53% del PM10 prodotti ed emessi in atmosfera", spiega Miani. "In questo caso, dobbiamo innanzitutto intervenire sul comportamento delle persone nelle loro case. Perché se riduciamo i consumi energetici, possiamo ridurre significativamente le emissioni di particolato nell'atmosfera e avere un impatto positivo sull'ambiente".
Secondo i calcoli di Sima, una riduzione di 1°C nel riscaldamento degli edifici pubblici e delle abitazioni può ridurre le emissioni di CO2 di circa il 7%, il che equivale a rilasciare nell'atmosfera 2 milioni di tonnellate in meno di CO2.