Se muore il garante, non sempre perdi il mutuo: ecco che succede e cosa fare

Per un mutuo ipotecario può succedere che la banca chieda un garante. Se questo muore, però, non significa che ti annullino subito il finanziamento.

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Per un mutuo ipotecario può succedere che la banca chieda un garante. Se questo muore, però, non significa che ti annullino subito il finanziamento.

Questo perché il sistema dei mutui è fondamentalmente elastico, dal momento che si parla di un prestito dell'ordine di centinaia di migliaia di euro, e non un semplice credito al consumatore di qualche migliaio di euro.

In genere le banche sono propense a concordare il mutuo a chi ha ottimi requisiti finanziari. E avere un garante rientra tra questi. È ovvio che la morte del garante può diventare un problema, ma ci sono comunque delle soluzioni ad un caso del genere.

Se muore il garante, non sempre perdi il mutuo: ecco che succede e cosa fare

Intanto bisogna stabilire la figura di questo garante. Se il garante è titolare di un reddito che permetta di ammortizzare il peso della rata mensile, è ovvio che in caso di decesso questo ammortizzamento non c'è più, e l'intestatario del mutuo si ritroverà con una rata più ingombra.

Nel caso in cui il garante sia un fideiussore, con eventuale credito o bene disposto in forma di "pegno" per il mutuo, tutto ciò andrà in eredità al primo beneficiario per linea diretta, in genere il coniuge/convivente sopravvissuto.

Se ci sono più eredi, l'affare può complicarsi, perché responsabilità creditizia e beni in successione dovranno essere ripartiti equamente.

E con tempi diversi. Se il bene è in successione, gli eredi avranno fino a 10 anni di tempo per accettare o rinunciare all'eredità.

Se già in possesso dei beni ereditari (ad esempio se conviventi) avranno un termine di 3 mesi per effettuare l'inventario dei beni e di successivi 40 giorni per dichiarare se accettano o rinunciano all'eredità.

Solo nel caso di rifiuto dell'eredità per il mutuo non ci saranno più speranze, visto che la garanzia non sarà più disponibile, e la banca dovrà provvedere all'annullamento del mutuo. A meno di non aver sottoscritto un mutuo con il bonus prima casa under 36, per cui è prevista la copertura fino al 100% del credito da parte dello Stato.

La soluzione per l'intestatario sarebbe quella di entrare in possesso dei beni del garante e utilizzarli per compensare al mutuo, come nel caso di crediti posti a fideiussione, o beni immobili da vendere.

Se però i beni sono in cointestazione con altri eredi, può essere un bel problema. Il bene è ad uso come garanzia di un mutuo, pertanto gli eredi, se accettano l'eredità, diventerebbero teoricamente coobbligati al mutuo a causa di questo bene.

Il problema si pone nel caso in cui l'intestatario non riesca ad adempiere alle rate del mutuo: tutti gli eredi ne dovranno rispondere alla banca, anche chi ha solo una piccola quota del bene ereditato.

Cosa si rischia a fare da garante per un mutuo

La figura del garante è fondamentalmente un vantaggio per l'intestatario del mutuo, ma non per il garante stesso.

Il garante non è per forza di cose una persona, può essere anche un bene immobile o finanziario che può essere vincolato dalla banca per assicurarsi il rientro del credito erogato in caso di inadempimento.

Il recupero della garanzia supera anche il diritto di sequela. Se nel mutuo viene dato come garanzia un bene immobile, ma nel corso degli anni viene ceduto a terzi tramite successione, il creditore può fare rivalsa e richiederne il recupero, essendo stato utilizzato come garanzia in sede contrattuale.

Se invece il garante è una persona fisica, ad esempio il coniuge/convivente, prima di tutto deve avere una serie di requisiti, tra cui avere dei beni o dei redditi a lui intestati, a patto di non avere più di 75 anni, visto che c'è un limite d'età entro cui si può richiedere un mutuo.

In caso di inadempimento nel pagamento di una o più rate del mutuo, il creditore può richiedere l'attuazione del pignoramento di uno o più beni, prima con quelli intestati al mutuatario e poi con quelli intestati al garante ("beneficio della preventiva escussione").

Una situazione un po' estrema, per questo le banche preferiscono passare al pignoramento dei beni "liquidi", come il proprio stipendio o il conto corrente.

Chi paga il mutuo se è l'intestatario a morire

La situazione cambia se a morire non è il garante ma l'intestatario del mutuo.

Anzi, la situazione peggiora del tutto, perché sarà il garante a doversi accollare il mutuo, e se ha stabilito dei beni come garanzia o una fideiussione, essa sarà messa in prelazione al primo inadempimento.

Questo non succede se l'intestatario ha stipulato una CPI, ovvero l'assicurazione mutuo. Con la CPI, la copertura del finanziamento è garantita anche in caso di premorienza, invalidità o malattia permanente. Per questo, anche se facoltativa, l'assicurazione mutuo conviene (quasi) sempre.

In tal caso, il mutuo verrà coperto dalla compagnia assicurativa, e il garante non subirà alcun obbligo creditizio. Altrimenti ne dovrà risponderne davanti alla banca, e così anche gli eredi in caso di morte sia dell'intestatario sia del garante.

La soluzione in questi casi è quella di procedere all'estinzione anticipata del mutuo. Si può disporre anche della rinuncia dell'eredità, ma così, oltre al debito, si perderebbe anche il bene immobile.

Conviene accollarsi il mutuo se il capitale è esiguo. Una volta estinto si potrà vendere un bene al 100% del suo valore, senza spartire alcuna quota alla banca. Bene che può aver avuto un aumento del suo valore nel corso degli anni, e quindi ripagarci del debito pregresso. E anche lasciare qualcosa in più.