Come abbassare le rate di un mutuo a tasso variabile: 4 trucchi da usare fin da subito

Con l'impennata dei tassi di interesse, abbassare le rate del proprio mutuo a tasso variabile diventa un obbligo. Ecco come fare

Come freno all’inflazione la BCE ha aumentato considerevolmente i tassi di interesse, e ciò ha creato non pochi problemi a tutti coloro che detengono finanziamenti o mutui a tasso variabile.

In meno di un anno lo stesso Euribor, l’indice di riferimento per i mutui variabili in Europa, è passato da 0,21 a 2,84 punti percentuali. Un aumento di 260 centesimi in meno di un anno.

A conti fatti, per chi detiene oggi un mutuo a tasso variabile può arrivare a dover pagare centinaia di euro in più, a seconda del tipo di accordo stipulato negli anni precedenti con la banca.

Fortunatamente si può ancora fare qualcosa per evitare questo potenziale stillicidio. Non mancano i trucchi per abbassare le rate del proprio mutuo a tasso variabile: addirittura con la nuova Manovra di Bilancio se ne ha a disposizione uno in più.

Come abbassare le rate di un mutuo a tasso variabile: 4 trucchi da usare fin da subito

Per il 2023 i trucchi che si possono adottare per abbassare le rate di un mutuo a tasso variabile sono i seguenti:

  • l’estinzione del mutuo,

  • la rinegoziazione del mutuo,

  • la rinegoziazione obbligatoria,

  • la surroga.

Non sono tutti metodi immediatamente disponibili, bisognerà intraprendere una nuova negoziazione col proprio istituto bancario per procedere alla chiusura del mutuo o al ricalcolo della rata con un nuovo tasso d’interesse.

Altrimenti bisognerà pagare una rata che a fine anno può anche costare un migliaio di euro in più rispetto all’anno prima.

L’estinzione del mutuo a tasso variabile

Non è un’opzione facile da eseguire in tempi celeri. L’estinzione del mutuo/debito richiede prima di tutto una certa liquidità, anche solo per estinguere parzialmente il debito.

Per procedere al meglio, è consigliato fare degli opportuni investimenti e utilizzare i dividenti per fronteggiare le rate in aumento. Teoricamente ci si ritroverebbe ad avere dei soldi extra, a costo zero, con cui ridurre il peso della rata del mutuo.

Il trucco è perfetto per chi detiene oggi un mutuo ormai vicino alla fine, e con un tasso variabile di partenza al 3%. Nel caso di finanziamenti o prestiti, quindi debiti di poche migliaia di euro, si consiglia l’estinzione completa.

Per la banca non sono previsti costi aggiuntivi, ed è praticamente impossibile rifiutare questa opzione. Anche perché la banca vorrà l’estinzione di un mutuo, ovvero della somma iniziale comprensiva di tutti gli interessi previsti.

Leggi anche: Conto deposito, conviene investire i propri risparmi in questa soluzione? Ecco la risposta

La rinegoziazione del mutuo a tasso variabile

Si può rinegoziazione un mutuo se il primo trucco risulta impossibile per le proprie tasche.

La rinegoziazione prevede nel tornare in trattativa con la banca e valutare la possibilità o meno di passare al tasso fisso, ad oggi molto più conveniente a causa del rialzo dei tassi.

Se al momento della stipula il contratto prevedeva la possibilità di rinegoziarlo (opzione “switch“), allora questo è il momento giusto per farlo. Con questa possibilità, ci si troverebbe con un tasso fisso già negoziato, perché previsto da contratto.

Altrimenti scatta la rinegoziazione diretta. Sarà la banca a scegliere liberamente il tasso per il tuo mutuo. Non è il migliore dei scenari: si rischia di dover passare ad un tasso fisso molto alto e senza possibilità di ritornare ad un tasso variabile vantaggioso, nel caso di eventuale discesa dei tassi di interesse da parte della BCE.

A questo si aggiunge anche la spesa extra dovuta ai costi di istruttoria, dell’ordine di migliaia di euro.

La rinegoziazione obbligatoria

Una versione più “light” della rinegoziazione è disponibile con la Manovra di Bilancio 2023. A differenza di quella originale, la rinegoziazione obbligatoria ti permette di accedere ad un tasso di interesse molto più conveniente, a patto di rientrare nei seguenti requisiti:

  • mutuo a tasso variabile,

  • debito residuo inferiore a 200.000 euro,

  • ISEE non superiore a 35.000 euro,

  • mai in ritardo nei pagamenti.

A tali condizioni, si avrà accesso ad un tasso di interesse ridotto rispetto a quello disposto dalla BCE, come precisa il Corriere:

“Il tasso dell’operazione [sarà] pari al minore tra Eurirs a dieci anni ed Eurirs di durata uguale a quelle del residuo del mutuo più lo spread originario del variabile.

Il risparmio sarebbe sensibile, dell’ordine di un centinaio di euro minimo.

Leggi anche: Mutuo, rinegoziazione dei tassi legata all’ISEE: cosa cambia con la Manovra

La surroga del mutuo a tasso variabile

Come ultimo trucco contro rate monstre del proprio mutuo a tasso variabile c’è la surroga.

Prevista con la Legge Bersani, la surroga è il passaggio contrattuale da una banca all’altra, previa cessione del debito e stipula di un nuovo mutuo. Simile alla rinegoziazione, ha il vantaggio di garantire un tasso fisso più contenuto, e garantire lo stesso risparmio di una rinegoziazione obbligatoria.

Ma ha lo svantaggio di dover andare incontro, se la banca lo richiede, alla stipula di polizze e assicurazioni di protezione del capitale. È uno svantaggio relativo: da una parte si paga una rata più corposa, ma dall’altra si ha la garanzia di ritrovarsi la rata del mutuo pagata dall’assicurazione in caso di perdita di lavoro.

Ovviamente la banca potrà chiedere l’apertura di un conto corrente col proprio istituto ai fini di pagamento delle rate, e quindi chiedere più soldi come eventuali spese per l’apertura e il mantenimento del conto corrente.

Leggi anche: Come abbassare la rata del mutuo: surroga o sospensione?

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
779FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate