Commercianti, una verità inaspettata: i contanti costano di più del Pos

Secondo un'analisi di Banca d'Italia ad un commerciante costano di più i contanti delle carte di credito per i maggiori oneri legati alla sicurezza.

La discussione politica degli ultimi giorni è principalmente incentrata sul dibattito scaturito sulle idee del Governo Meloni di abolire l’obbligo del Pos per transazioni sotto i 60 euro e alzare il tetto per i pagamenti in contanti. Le misure, ancora non approvate in maniera definitiva ma contenute nella bozza della legge di bilancio, dopo essere state attaccate dalle opposizioni sono state anche duramente criticate da Banca d’Italia che, in audizione preliminare all’esame della manovra economica, ha citato uno studio secondo il quale i contanti hanno un costo maggiore per i commercianti rispetto a carte di credito e bancomat.

Ecco i dettagli dell’analisi citata.

Commercianti, costano di più i contanti delle carte di credito

Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, durante l’audizione preliminare all’esame della manovra economica, analizzando le proposte del governo Meloni, che prevedono l’abolizione dell’obbligo di Pos per pagamenti sotto i 60 e innalzamento del tetto per i pagamenti in contanti, ha citato uno studio di Banca d’Italia in cui si analizzava il costo sociale dei vari strumenti di pagamento.

Lo studio dal titolo “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia” è stato pubblicato nel marzo del 2020 e va a smentire una serie di luoghi comuni circa il differente costo per i commercianti dei vari metodi di pagamento. Comunemente infatti il contante viene reputato il sistema di pagamento più economico per commercianti e imprese. Tuttavia questa idea è alla prova dei fatti erronea. Sui contanti infatti pesano diversi oneri che lo rendono in realtà un sistema di pagamento meno conveniente di quanto sembri ad una prima analisi.

Il costo del contante in percentuale agli importi medi incassati è in media dell’uno percento, contro lo 0,65% di carte di credito e bancomat. Sui contanti, oltre ai costi che gli esercenti non sostengono direttamente, pesano degli oneri legati alla sicurezza, come ad esempio assicurazioni, frodi, ammanchi e furti.

Inoltre, come spiegato nello studio, sul contante pesa anche “il tempo di lavoro necessario per la gestione manuale dello strumento, presso le casse e il punto vendita, l’ammortamento e la manutenzione dei registratori di cassa“.

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Minori commissioni per le carte di credito

Lo studio citato seppur pubblicato nel 2020 risale in realtà ad un’indagine effettuata nel 2016. Dunque oltre a poter ragionevolmente pensare che i costi legati ai pagamenti digitali siano ulteriormente diminuiti nel corso degli anni, è anche utile notare come, nello stesso studio, venga fatto presente come rispetto allo studio precedente del 2009, si sia registrata una netta diminuzione dei costi di accettazione delle carte.

Per questo motivo lo stesso governo ha annunciato un possibile passo indietro sulle misure sopracitate, sulle quali è inoltre in corso una interlocuzione con l’UE.

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