Quali conti correnti sono a rischio nel 2023 e a cosa fare attenzione

L'inflazione ha dato e darà una dura stangata ai risparmi degli italiano. I soldi sui conti correnti immobilizzati non sono al sicuro.

I conti correnti sono a rischio e che fine faranno i risparmi accumulati con tanta fatica da molti italiani? Tutti sanno che gli italiani sono un popolo di risparmiatori che, in confronto con gli altri cittadini europei, hanno più soldi in banca. Tuttavia le immobilizzazioni sul conto corrente non mettono al riparo dall’inflazione incalzante.

L’ultimo rapporto lanciato da Wealth Insights 2022, realizzato da Prometeia e Ipsos, analizza la questione nel dettaglio evidenziando punti critici e rischi che i risparmiatori corrono nel prossimo anno. Ecco uno sguardo attento sulle variazioni dei risparmi sul conto corrente e le recenti novità introdotte dalla BCE sull’aumento dei tassi d’interesse.

Conto corrente, ecco quali rischi corrono i risparmi nel 2023

I risparmi degli italiani rischiano di essere azzerati dall’inflazione. Il quadro è critico da svariati mesi ed è in peggioramento. Il report Wealth Insights 2022 prodotto da Prometeia e Ipsos mostra chiaramente la frenata dei risparmi in numeri, non annotazioni riportate nei margini, parliamo della reale battuta d’arresto del potere di acquisto dei cittadini.

Lo studio mostra il taglio sugli acquisti e l’evidente corsa all’accantonamento come unico mezzo di sostentamento delle famiglie.

Sono i piccioli risparmiatori e le famiglie benestanti a pagare il prezzo più salato per i rincari su energia elettrica, gas e combustibili,

La riduzione dei consumi brucerà 270 miliardi di euro, di soli risparmi.

L’inflazione logora stipendi e pensioni degli italiani

I dati contenuti nel report Wealth Insights 2022 di Prometeia e Ipsos, divulgati dal Corriere della Sera, sono stati realizzati tenendo conto dell’andamento dei rendimenti sui mercati azionari e sui flussi di risparmio.

Il quadro è apparso da subito drammatico in quanto Prometeia ha provveduto a stilare una quotazione in ribasso, rispetto a quella realizzata nel 2021.

È il ceto medio – basso, a pagare il conto più salato, con risparmi fino a 25 mila euro, per cui si stima che la perdita media sarà del 2,8%.

Mentre, per coloro che possiedono una ricchezza misurata in termini di risparmi fino a 50 mila euro la perdita stimata sarà del 6,6%.

Per qualcuno, con un conto in banca prospero del valore più alto di 100 mila euro, la perdita media sarà dell’1,8%.

A spremere sui risparmi degli italiani sarà l’aumento dei beni e dei servizi, il che significa maggiori costi di energia elettrica, gas e acqua, a cui va aggiunto l’aumento ulteriore delle spese accessorie, come ad esempio la spazzatura, multe, bollo auto e così via.

La previsione pone in luce, la pressione dell’inflazione del +11,2% sulla piccola borghesia, ben 3 punti percentuali in più, se si considera che l’8%, è la stima dell’aumento dei prezzi prodotta dall’ISTAT.

Per il ceto medio l’inflazione raggiunge un tetto del 7,1%, mentre per i danarosi, non si registra una pressione considerevole, non pensano i rincari sui beni e servizi e, neanche, quello delle bollette.

Pesa il flusso dell’inflazione sugli investimenti degli italiani

Il quadro cambia volto sotto il profilo degli investimenti, come evidenziato nel report, a rimetterci sono i ricchi. Per il portafoglio dei danarosi, la stima delle perdite sfora il 4%.

Per qualcuno, che ha investito un patrimonio di 100 mila euro la perdita media stimata non supera il 2,5%.

L’influenza negativa prevista sull’andamento del mercato, pone in rilievo una serie di asset considerati rischiosi, in un quadro non semplice, specie considerano la maggiore esposizione azionaria del 18% per i ricchi, mentre per le famiglie sotto la fascia dei danarosi è appena dell’11%.

In buona sostanza, l’indice dell’inflazione registrato mostra una sferzata sia sui piccoli che sui grandi patrimoni, un flusso diviso tra movimenti sui risparmi e andamento dei mercati.

L’abbattimento dell’inflazione colpirà nella misura del 9,2%, i risparmi compresi tra 25 e 50 mila euro, mentre scenderà al 6,1% per i patrimoni tra 50 e 100 mila euro. E, infine, per coloro che supera i 100 mila euro di risparmi il tasso si attesterà al 6,6%.

Leggi anche: Migliori mutui a tasso fisso e variabile dicembre 2022

Nuovo aumento dei tassi d’interesse operato dalla BCE

Intanto, lo sgambetto della BCE sull’aumento dei tassi al 2,50%, ha contribuito a creare squilibri e dubbi, sicuramente, è stata una mossa poco gradita da diversi esponenti politici.

La decisione di Francoforte è in contrasto con l’andamento economico del Paese, ma anche una manovra ostativa verso i mercati europei.

La BCE con una mossa poco gentile, ha aumentato i tassi d’interesse di 50 punti.

Le prime criticità potrebbero essere registrate su due fronti: mutui e finanziamenti.

La politica aggressiva di Francoforte rischia di penalizzare ancora di più le famiglie italiane che hanno sottoscritto un mutuo.

Con l’incremento registrato del costo del denaro al 2,5%, la proiezione delle rate al 6%, potrebbe ben presto diventare una realtà.

L’ultima mossa della BCE, si trasforma in una stretta per le famiglie con mutui variabili, per cui si prevede un aggravio di spese.

L’aumento dei tassi, un brutto colpo, seppur preannunciato, poteva essere bloccato, evitando d’infierire ulteriormente sulle famiglie a basso reddito.

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