La direttiva Case green farà crollare il prezzo delle case? Gli scenari possibili

La Direttiva ai fini della rivalutazione energetica delle abitazioni farà crollare il prezzo di queste ultime? Vediamo gli scenari possibili

Il Parlamento Europeo sta adottando la Direttiva Case Green, che prevede che tutte le abitazioni, con alcune eccezioni, raggiungano la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. I nuovi edifici privati dovranno essere a zero emissioni entro il 2028, mentre gli edifici pubblici saranno anticipati al 2026. Cosa cambia però nel mercato immobiliare? Scopriamolo

La situazione immobiliare in Italia

In Italia è molto difficile rispettare gli standard della Direttiva Case Green, con il 68% delle abitazioni in classe energetica D (fonte Nomisma); le stime dell’Ance confermano questo dato e la necessità di intervenire su due terzi delle abitazioni italiane, pari a 9 milioni di abitazioni.

Il dato si scontra, in parte, con il prezzo delle abitazioni stesse: è dunque necessario pensare che il prezzo delle case crollerà a seguito della Direttiva?

Crollo del prezzo delle abitazioni: ecco i possibili scenari

Sulla base dei dati analizzati, è chiaro che adeguare quasi il 60% del patrimonio immobiliare italiano in circa cinque anni richiederebbe uno sforzo finanziario molto elevato in tempi brevi.

Per questo motivo, la richiesta dell’OICE è stata quella di trovare una formula basata su una maggiore flessibilità per i Paesi dell’UE e le nuove regole dovrebbero essere introdotte gradualmente.

Inoltre, sono stati citati gli incentivi fiscali (in particolare le eccedenze) ed è stato spiegato che, nonostante le difficoltà causate dal blocco del Superbonus, il nostro patrimonio immobiliare è chiaramente più efficiente in termini di sostenibilità ambientale.

Il tutto dunque lascia pensare come il prezzo delle abitazioni rimarrà sostanzialmente invariato.

Secondo la bozza di regolamento, l’efficienza degli edifici sarà raggiunta essenzialmente in due fasi: la categoria E sarà raggiunta entro il 2030 e la categoria D entro il 2033 (per gli edifici residenziali).

Il regolamento non solo fornisce indicazioni per la ristrutturazione degli edifici, sia residenziali che non residenziali, ma stabilisce anche una serie di scadenze volte a ridurre significativamente le emissioni degli edifici entro 20 anni o più.

Per maggiori informazioni, si noti che la scadenza è il 2040 dall’entrata in vigore della direttiva, prevista per il luglio 2025, ma il divieto di crediti d’imposta per l’installazione di caldaie a combustibili fossili dovrebbe essere già in vigore dal 1° gennaio 2024.

Il prossimo passo sarà l’esame della plenaria a marzo, precisamente in calendario dal 13 al 16 marzo; successivamente avrà inizio il “trilogo”, ossia un negoziato fra le tre Istituzioni europee (Parlamento, Commissione e Consiglio) e, probabilmente con ulteriori novità e modifiche, si avvierà verso la versione finale del testo da approvare. Solo allora si passerà al recepimento da parte di ciascun Paese membro dell’Eurozona.

Leggi anche: Casa green, la nuova frontiera del risparmio è la caldaia a idrogeno. Ecco pro e contro

Vincenzo Stella
Vincenzo Stella
Vincenzo, 29 anni e sono un copywriter e web editor con una passione per la scrittura fin da giovane. Laureato in giurisprudenza ed avvocato, ho cambiato rotta nel corso degli studi, occupandomi dapprima di web-radio e poi di editoria. Sono appassionato di tech, economia e geopolitica. E adoro le chiacchiere da bar, specialmente se si parla di attualità. La mia passione imperitura per l'arte scritta mi spinge costantemente a migliorare e le mie abilità a tutte le esigenze. Sono sempre alla ricerca di nuove sfide e opportunità per ampliare il mio bagaglio culturale e professionale. Mi occupo di cultura nella vita, anche al di fuori del lavoro. Il teatro ed il volontariato sono il mio carburante nel tempo libero.
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