Il mutuo a tasso variabile diventa più caro del tasso fisso: segnato un record storico

Record storico per il mutuo a tasso variabile che è diventato più caro del tasso fisso. Ecco il parere degli esperti.

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Se avete fatto un mutuo a tasso variabile allora preparatevi ad un'impennata dei prezzi. Il tasso variabile ha ufficialmente superato il tasso fisso segnando un record storico che non si vedeva dal 2008. La data del 2008 non è incoraggiante se si parla del mercato immobiliare, ma analisti ed esperti restano ottimisti.

Il mutuo a tasso variabile raggiunge un record storico e diventa più caro del tasso fisso

La Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato i tassi d'interesse e quindi c'è stata un impennata dei prezzi dei mutui a tasso variabile. La decisione, per il momento, è relativa al mese di febbraio e andrà avanti fino a marzo. Successivamente, da Francoforte, osserveranno l'andamento dell'inflazione per capire se è il momento di ridurre i tassi d'interesse.

A far schizzare in alto i tassi variabili legati ai mutui sono stati gli incrementi degli indici Euribor al 2,57% e Eurirs a 30 anni al 2,37%. A parità di Spread, dunque, il tasso fisso resta per il 2023 la scelta più conveniente.

Le opinioni degli esperti

Mentre i cittadini italiani e più in generale dell'Unione Europea corrono ai ripari con la rinegoziazione, la surroga o la sostituzione dei propri contratti di mutuo, gli analisti e gli esperti del mercato immobiliare dicono di essere coraggiosi.

L'opinione più diffusa è che la curva dell'Euribor raggiungerà il picco al 3,4% e poi inizierà a scendere anche sotto il 2% entro il prossimo anno e il 2025. Solitamente, infatti, dopo il raggiungimento del picco, la curva inizia ad avere un andamento decrescente. I protagonisti di quella che poi fu chiamata cinematograficamente "La grande scommessa", nel 2008 ebbero infatti ragione ad investire nel mattone dopo il crollo dei mutui subprime avvenuto tra il 2006 e il 2007.

Ovviamente questo resta un rischio che non tutti possono permettersi di correre perché con tassi d'interesse alti investire diventa una soluzione sicuramente poco economica, tanto da far pensare che anche un tasso fisso al 4% (decisamente non conveniente ed elevato) possa essere la soluzione più vantaggiosa.

Parlando del presente, infatti, il mercato immobiliare sta sorridendo solo a coloro che hanno un mutuo a tasso fisso che ha tendenze al ribasso. In molti casi la rata del fisso può essere tagliata anche del 35%.

Si aspetta una reazione della BCE a partire dal secondo trimestre del 2023

Come già anticipato, la tendenza al rialzo non è ovviamente un fenomeno che durerà in eterno (altrimenti si rischierebbe il collasso del mercato immobiliare). La BCE, a partire da aprile, sarà quasi costretta ad osservare l'andamento dei mercati e dell'inflazione del primo trimestre del 2023 e decidere se intervenire sui tassi d'interesse. Inoltre, va osservato anche che il Federal Reserve System (Fed), banca centrale statunitense, sta rallentando la corsa al rialzo e quindi la BCE potrebbe emulare la strategia degli Stati Uniti.

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