Perché il prezzo della benzina sale ancora, nonostante lo sciopero

Confermato lo sciopero dei distributori, ma il prezzo della benzina sale ancora: ecco qual è il motivo di questo ulteriore incremento.

Nonostante il prezzo medio del carburante sia già salito al termine della scorsa settimana, adesso il prezzo della benzina sale ancora, e il perché non è poi così scontato.

Sebbene il governo abbia provato a mitigare le proteste, lo sciopero dei benzinai si farà, e recherà ancora disagi agli automobilisti.

Ma se la colpa dell’aumento non è attribuibile né ai benzinai, né al governo, perché il prezzo della benzina sale ancora? Vediamo qual è la risposta, e poi analizziamo l’aumento medio del carburante nel dettaglio.

Sale ancora il prezzo della benzina: perché

Lo sciopero dei benzinai è stato confermato da mercoledì 25 a giovedì 26, ma il prezzo del carburante alla pompa continua ad aumentare.

La motivazione di tutto questo può essere ricondotta a un motivo soltanto, dal momento che, ormai, sembra evidente che i gestori dei distributori non c’entrano.

In definitiva, il problema sta a monte: durante il weekend, le quotazioni dei prodotti raffinati sul mercato internazionale sono aumentate, di conseguenza il costo del carburante alla pompa è salito ancora.

Gli ultimi aumenti registrati

La mattina del 23 gennaio si è registrato un nuovo aumento sul prezzo medio del carburante.

La media è stata elaborata da Quotidiano Energia e Staffetta quotidiana, e deriva dalla decisione di Eni di aumentare diesel e benzina di 2 centesimi al litro, segue Q8, con un aumento uguale e poi abbiamo IP, che aumenta il prezzo del carburante di 1 centesimo di euro al litro.

Nel dettaglio, l’aumento del prezzo medio del carburante alle 8:00 del 23 gennaio è il seguente:

  • Benzina: Self service a 1,84 euro, Servito 1,98 euro al litro;

  • Diesel: Self service a 1,89 euro, Servito 2,026 euro al litro;

  • GPL: da 0,792 a 0,802 euro al litro, pompe bianche a 0,772;

  • Metano: da 2,046 a 2,281 al kg per il servito, pompe bianche a 2,147 euro al kg.

Si accorcia lo sciopero dei benzinai

Sebbene sia stato considerato legittimo, lo sciopero dei benzinai si accorcia, e durerà dalle 19:00 del 25 alle 19:00 del 26 gennaio.

Nonostante il ministro Urso abbia richiesto a gran voce di fermare questo disagio per i cittadini, i gestori dei distributori vogliono andare fino in fondo, allargando lo stop anche ai distributori self service.

La protesta affonda le sue ragioni nell’atteggiamento del governo, che secondo le associazioni di categoria ha provato a scaricare sui distributori le colpe dell’aumento sul prezzo del carburante.

Tuttavia, il discorso è più complesso di come sembra, e a ben vedere l’eliminazione dello sconto sulle accise pesa molto più di alcuni comportamenti poco virtuosi di rari gestori.

L’accisa, infatti, rappresenta una componente molto importante sulle variabili che determinano il costo della benzina, tuttavia si pensa che il decreto da ultimo emanato dal governo possa in qualche modo far rientrare la situazione nei prossimi mesi.

Leggi anche: Cos’è l’accisa mobile, la nuova misura che abbasserà il prezzo del carburante

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