S&P Global Rating ha recentemente pubblicato un report sull’economia globale, con le previsione dell’agenzia per il 2023 e 2024. Nelle stime per il prossimo anno S&P prevede per l’Italia un ulteriore contrazione del PIL stimata intorno all’1,1%, mentre, nel 2024 potrebbe verificarsi una ripresa con crescita nell’ordine dello 0,8%.
Eurozona in recessione
Il report di S&P sull’economia globale presenta stime di decrescita per l’intera eurozona, con un calo medio del PIL nel 2023 dello 0,9%, in questa stima l’Italia sembra essere potenzialmente uno dei paesi maggiormente colpiti, con la maggior contrazione del PIL.
Il report prevede anche le mosse strategiche dell’economia mondiale sulla base di quelle che sono state le mosse messe in campo sino ad ora ed i loro effetti e risultati.
Da questa proiezione emerge la possibilità concreta che la contrazione del PIL nel 2023 possa essere arrestata e che, per la fine del 2023, inizio 2024, possa iniziare una fase di ripresa e crescita.
Su questa base, per il 2024 S&P prevede una ripresa economica mediamente dello 0,8% nell’intera eurozona, e l’Italia sembra essere allineata alla media europea. La crescita potrebbe, salvo ulteriori imprevisti, continuare anche nel 2025 dove si attende una crescita media per l’Europa dell’1,4%.
Inflazione, Crescita e Disoccupazione
Per S&P lo scenario negativo previsto per il 2023 è determinato da tre fattori principali, questi sono Inflazione, Crescita e Disoccupazione.
Secondo l’agenzia di Rating l’Inflazione continuerà ad aumentare, se pure in modo più contenuto, almeno nel 2023 e potrebbe diminuire gradualmente tra 2024 e 2025.
La crescita, almeno per il 2023 rimarrà negativa, anche se l’agenzia prospetta un cambio di tendenza per il 2024.
Infine la disoccupazione, anche questa molto alta ma per il 2024 potrebbe registrarsi un aumento dell’occupazione.
Questi tre elementi evidenziati da S&P nel delineare la possibile evoluzione dell’economia globale nel 2023-25 sono tra i più importanti e significativi e rappresentano una catena consequenziale di dinamiche che partono dall’elevata inflazione e si riflettono sull’aumento della disoccupazione.
Pesa l’inflazione e rischi geopolitici
La prolungata recessione estesa al 2023 è, per S&P effetto di una serie di fattori tra cui l’elevata inflazione e le crisi geopolitiche, dall’Europa all’Asia.
La guerra tra Russia ed Ucraina alle porte d’Europa ha innescato una serie di reazioni anche sul piano economico, e tra sanzioni e crescita esponenziale sul prezzo del GAS, ha alimentato enormemente l’aumento dell’inflazione in Europa che nel 2022 ha raggiunto presumibilmente il proprio apice.
Le misure messe in campo dalle Banche Centrali, tra cui FED e BCE, sono state determinanti per contrastare e contenere l’aumento dell’inflazione, aumentando in maniera significativa il costo del denaro. Tuttavia, osserva S&P nel proprio report, la stretta sul denaro ha fortemente limitato la liquidità e la capacità di contrarre debito per le imprese che quindi hanno registrato un rallentamento nella possibilità di investire e di crescere.
Pesa sull’economia globale anche lo scenario asiatico, con la Cina in subbuglio per le politiche anti covid che hanno fortemente limitato la produzione nel paese e indirettamente posto un freno alle esportazioni.
Parallelamente le tensioni tra Cina e Taiwan e l’embargo tecnologico posto dagli USA verso la Cina, ha ulteriormente rallentato gli scambi globali, e di conseguenza la crescita globale.