Rendimento dei titoli di Stato USA in aumento, la Fed alle strette

Il rendimento dei titoli di stato statunitensi continua a crescere per effetto dei dati sull'occupazione.

Rendimento dei titoli di stato USA in aumento, la Fed alle strette

Il rendimento dei Tresaury statunitensi in aumento continua ad aumentare, a causare l'impennata i dati sull'occupazione negli USA che potrebbe spingere la Federal Reserve ad inasprire ulteriormente la propria politica economica.

Rendimento dei Tresaury a 10 anni

Il rendimento dei Tresaury statunitense ha superato il 4%, raggiungendo quota 4,025% in aumento di 8 punti base, 0,08% rispetto alla chiusura precedente portando l'aumento complessivo ad oltre 12 punti base, corrispondente ad un +0,12% in 2 anni, sulla base di un tasso di conversione che vede un punto base equivalente allo 0,01%.

Dati sull'occupazione

A causare l'impennata dei rendimenti dei Tresaury statunitensi la pubblicazione dell'ultimo rapporto sull'occupazione di giungo, nel rapporto viene evidenziato che il mercato del lavoro USA ha visto un aumento a giungo di circa 497.000 occupati. Un dato molto al di sopra delle stime che prevedevano circa 220.000 occupati secondo Dow Jones.

Il dato mostra un incremento significativo dell'occupazione anche rispetto al mese precedente, a Maggio gli occupati erano cresciuti di 267mila unità.

Per gli analisti, questi dati evidenziano che il mercato del lavoro negli USA è forte e resiliente.

I dati mostrano non solo un aumento dell'occupazione superiore alle aspettative, ma anche un moderato aumento delle richieste di indennità di disoccupazione.

Rapporto tra occupazione e Tresaury

Il rapporto ADP che mostra la crescita dell'occupazione negli USA a Giugno, è da molti considerato inaffidabile, il dato infatti propone una stima del quadro occupazionale negli USA che precede la pubblicazione dei dati ufficiali in programma nelle prossime settimane.

Anche se inaffidabili i dati forniscono un quadro positivo per il mercato del lavoro negli usa che potrebbe aumentare le aspettative degli investitori in attesa di dati ufficiali più forti delle attese e questo potrebbe indicare alla Federal Reserve, la banca centrale degli USA a ritornare sui propri passi e riprendere la propria campagna di rialzi sul tasso di interesse, interrotta lo scorso mese.

Diversamente dalla BCE, la FED ha infatti temporaneamente messo in pausa i rincari sul costo del denaro, pausa che tuttavia potrebbe terminare con la riunione fissata per il 26 luglio in cui, sulla base dei dati ufficiali sull'occupazione, la FED deciderà se attivare o meno nuovi rialzi.

Le dichiarazioni di Jerome Powell

La posizione di Jerome Powell, presidente della FED in materia di rincari e tasso di interesse è molto distante dalla posizione della controparte europea Christine Lagarde.

Se per Lagarde il lavoro della BCE non è ancora finito e, almeno per il momento, la BCE non ha ancora avviato una pausa sui rincari, Powell mantiene una posizione più moderata e la FED ha già attuato una prima sospensione dei rincari.

Per Powell la forza continua del mercato del lavoro è uno dei fattori chiave per cui sono necessarie restrizioni per raffreddare l'economia.

Questa posizione suggerisce che, le prossime mosse della FED potrebbero prevedere un ritorno alla politica di rincari e aumenti del tasso di interesse.

A tal proposito, lo stesso Powell nelle scorse settimane non ha escluso la possibilità di una serie futura di rincari e rialzi consecutivi. Questa posizione sembra essere condivisa da numerosi funzionari della banca centrale che si aspetta ulteriori rincari nei prossimi mesi, andando così ad operare un inversione di marcia, dopo l'inversione già avviata a giugno, riportando quindi la FED sulla via dei rincari.