Bond oggi: gli Argentina un affare? Cosa dicono i numeri

Il mercato sta comprando ma negli ultimi giorni si manifesta volatilità. L’evoluzione della situazione in base al Cds (ecco l’indirizzo Internet da cui seguirlo) e all’inflazione, prevista in calo. 

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Per essere obbligazioni di un Paese destinato a un default, seppur virtuale (e poi vi spieghiamo il perché), quelle argentine sono diventate care! Alcune hanno messo a segno anche nelle ultime ore performance positive, con una ricomparsa su livelli nettamente superiori rispetto a inizio dicembre. Qualche esempio: la 7,82% Sink 31dc33 in euro (Isin XS0205545840 – lotto 1.000) è salita dai 46 € del 6 dicembre ai 60,5 di fine anno per poi ritracciare e chiudere ieri a 57,7 € (+0,5% nella seduta); la 8,28% Sink 31dc33 in Usd (Isin XS0501194756 – lotto 150.000) dai 46,5 $ del 2 dicembre è progredita ai 57,8 $ dell’ultima seduta, seppur negativa. Fatta salva la constatazione di trend spesso divergenti fra alcune emissioni – per diversi livelli di garanzie e per arbitraggi da parte degli istituzionali – il movimento è di tutto rilievo, benché accompagnato spesso da scambi modesti relativamente a Tlx. 

Virtuale, ecco perché

A definire tale l’annunciato default è stato il ministro dell’Economia argentino, Martín Guzmán, in un suo recente discorso. Sarebbe virtuale (il condizionale è d’obbligo), in quanto prevede una ristrutturazione del debito con uno stop ai pagamenti per due anni, mentre il Governo cercherà di attuare una profonda riforma economica. I grandi investitori internazionali, i cui movimenti sono spesso dettati dalla politica, hanno così deciso che il piano è credibile e potenzialmente capace di ridurre il rischio Paese. Credono in una riattivazione produttiva e l’hanno confermato acquistando nelle ultime sedute sia l’azionario sia l’obbligazionario di Buenos Aires, pur di fronte all’annuncio di una legge di emergenza economica e sociale. In particolare si valuta positivamente la previsione governativa di un’inflazione in discesa dal 4,3% mensile di dicembre al 2,7-2,8% di giugno 2020. Inevitabile l’impatto favorevole sulla tenuta dei conti e di qui il diverso atteggiamento degli investitori.

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Morningstar

20 set 2021