Borse, tutto quello che c'è da sapere per capire la situazione attuale

Le borse restano impostate positivamente nonostante le notizie di una ondata di contagi di ritorno in Cina.

Le borse restano impostate positivamente nonostante le notizie di una ondata di contagi di ritorno in Cina. A rendere gli operatori ottimisti sulla capacita' del mercato azionario di salire ancora c'e' un mix di dati macro incoraggianti e di azioni a sostegno della ripresa da parte di governi e banche centrali.

L'avvio formale del programma di acquisto di corporate bond per 750 miliardi di dollari da parte della Federal Reserve tramite la sua Secondary Market Corporate Credit Facility è sicuramente un punto di appiglio di notevole forza per i rialzisti. La Fed darà il via anche al Main Street Lending Program di sostegno diretto alle piccole e medie imprese e incoraggerà il sistema bancario a fare lo stesso.

Ai mercati azionari sono piaciute anche le voci sul possibile piano d'investimenti infrastrutturali da quasi 1.000 miliardi di dollari da parte dell'amministrazione Trump. Si tratterebbe di investimenti in strade, ponti, nel 5G e nella banda larga rurale (tema che verrà trattato giovedì durante un evento alla Casa Bianca). Una versione preliminare del piano sarebbe in via di definizione da parte del Dipartimento dei Trasporti.

Incoraggiante anche il balzo delle vendite al dettaglio di maggio, come spesso accade il Presidente Trump non ha perso occasione per sottolineare l'importanza del dato e metterci il cappello, con un Tweet "looks like a big day for the stock market, and jobs!". Il Dipartimento del Commercio ha infatti reso noto che le vendite al dettaglio hanno evidenziato nel mese di maggio una decisa ripresa del 17,7% m/m, invertendo la rotta della lettura precedente (-14,7%) e risultando anche superiori alle attese (più del doppio) fissate su un incremento dell'8%. L'indice escluso il comparto auto è cresciuto del 12,4% dopo la variazione negativa del 15,2% della rilevazione precedente (consensus +5,5%).

Il dato sulle vendite al dettaglio sostiene la speranza che l'economia Usa possa prodursi in una ripresa a "V", un ritorno rapido ai valori pre pandemia. Una speranza condivisa dagli esperti di Morgan Stanley: la banca ha comunicato ai suoi clienti di attendersi il ritorno dell'economia ai livelli pre-covid già per la fine dell'anno. Gli esperti ritengono che una eventuale seconda ondata di contagi verrà gestita con "selective lockdowns" in modo da non pesare troppo sulla ripresa che invece può contare sulle risorse senza precedenti messe in campi da governi e banche centrali. Per Morgan Stanley il Pil globale scenderà dell'8,6% nel 2020, con punto di minimo nel secondo trimestre, e risalirà del 3% per la fine dell'anno.

Bene anche la Produzione Industriale che, come riportato dalla Federal Reserve, ha evidenziato un incremento dell'1,4% rispetto al mese precedente. Il dato è risultato però inferiore alle aspettative (+2,9%) sebbene in forte recupero dal -12,5% della rilevazione precedente (rivisto da -11,2%). In miglioramento poi il mercato immobiliare con l'Indice NAHB (National Association of Home Builders) salito a 58 punti nel mese di giugno da 37 punti, risultando superiore al consensus, fissato a 45 punti.

Tra i dati maggiormente positivi degli ultimi giorni gli esperti segnalano la stima preliminare di giugno dell'indice di fiducia dei consumatori statunitensi, calcolato dall'Università del Michigan e da Reuters, che si attesta a 78,9 punti (il balzo maggiore dal giugno 2016), risultando superiore alle previsioni degli addetti ai lavori, pari a 75 punti, e alla lettura precedente, pari a 72,3 punti. L'indice sulle aspettative future è salito a 73,1 punti da 65,9 punti precedenti (consensus 70 punti).

Dall'altra parte dell'Atlantico segnali positivi anche per l'economia tedesca: l'indice Zew tedesco, che misura la fiducia degli investitori istituzionali in merito alle aspettative sull'economia della Germania, è tornato a crescere a giugno. Il dato si è infatti attestato a +63,4 punti dai +51 punti di maggio a fronte di attese degli analisti pari a +60 punti. L'indice ZEW riferito alla fiducia sulle condizione attuali dell'economia del paese tedesco è migliorato lievemente a -83,1 punti in crescita da -93,5 punti di maggio. L'indice di fiducia relativo alle aspettative sull'economia di Eurolandia è salito a +58,6 punti dai +46 punti di maggio.

Le note dolenti sono che a Pechino, città da 21 milioni di abitanti, sono stati registrati nuovi casi, dal 17 giugno sono chiusi tutti gli asili e le scuole primarie e secondarie, inoltre è stato vietato agli abitanti di lasciare la città e nelle aree a più alto rischio per gli abitanti non sarà possibile uscire dai propri complessi residenziali.

Aumenti dei casi si sono verificati anche negli Usa, in particolare in Texas e in Florida, ma anche in California e Alabama.

Ci sono poi le parole del numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha parlato davanti alla commissione Bancaria del Senato, sostenendo che una "ripresa completa dell'economia è improbabile fino a quando il pubblico non si convincerà che la malattia è stata contenuta". Secondo Powell, che ha parlato di una "significant uncertainty" riguardo la ripresa economica, permangono dunque rischi a lungo termine a causa dei livelli di disoccupazione e dai fallimenti delle piccole imprese, nonostante siano giunti segnali di stabilizzazione. Powell per la precisione ha parlato di "bounce back or the beginning of the recovery", la seconda fase delle tre da lui elencate (la prima quella dei lockdown, la seconda quella della ripresa, la terza quella del ritorno ai livelli pre-crisi, con le aziende che si dovranno confrontare con i timori dei consumatori).

Occhi puntati sulle azioni del novello settore "reopening trade", un paniere che comprende i titoli dei trasporti e delle vacanze/divertimento, come United e American Airlines, Norwegian Cruise Line, Royal Caribbean e Carnival, e delle vendite al dettaglio, come Gap, Macy's e Foot Locker. Grande attenzione anche per Hertz che ha messo sul mercato 500 milioni di dollari di nuove azioni avvertendo però gli investitori che i titoli potrebbero arrivare a valere zero se i piani di rilancio della compagnia dovessero fallire.

In questa fase di buona salute delle borse ma di una situazione economia ancora incerta, del resto la Fed dopo il meeting di politica monetaria di giugno ha avvertito che il mercato del lavoro impiegherà molto tempo per recuperare ("long road" to recovery la ha definita Jerome Powell) JPMorgan è convinta che le fasi di flessione delle azioni siano da considerare una occasione di acquisto, e non solo negli Usa. La banca ha infatti ipotizzato un ulteriore rialzo del 47% dai livelli attuali nel medio periodo. Nei portafoglio degli investitori al momento in media c'è solo il 40% di azioni, un valore che è sotto la media storica e molto al di sotto del 49% registrato all'inizio del 2018, percentuale che potrebbe essere raggiunta nuovamente in futuro (questo aumento di azioni nei portafoglio comporterebbe un rialzo dei prezzi del 47%).

Rialzista anche Morgan Stanley, secondo gli esperti della banca il prossimo target dell'S&P500 è di 3350 punti dai 3100 circa attuali. Il target dello scenario peggiore è stato alzato dai 2500 ai 2900 punti, quello dello scenario migliore dai 3250 ai 3700 punti. L'obiettivo a 3350 punti ipotizza un livello di rapporto prezzo/utili di 20 volte e un valore degli utili di 168$ per l'intero paniere S&P500.

Tutto bene quindi per le borse? Qualche elemento di cautela esiste. Bank of America ad esempio nel suo June Fund Manager Survey del 16 giugno ha evidenziato che il 78% dei gestori di fondi ritiene che il mercato azionario sia sopravalutato, la percentuale maggiore da quando la statistica è iniziata dal 1998. Il sondaggio è stato condotto nella settimana fino all'11 giugno tra 212 gestori con un patrimonio complessivo amministrato di 598 miliardi di dollari.

L'ultima volta che il mercato era stato considerato sopra valutato è stato nel 2018, poco prima del ribasso visto alla fine di quell'anno. Secondo il 53% degli intervistati il rimbalzo visto dai minimi di marzo è appunto solo un rimbalzo, per il 37% si tratta invece di una tendenza rialzista autonoma. Solo il 18% ritiene possibile una ripresa a "V" dell'economia, per il 64% (ma erano il 75% a maggio) la ripresa sarà a "U" o a "W".

La percentuale di quelli che ritiene probabile una recessione che interessi anche il prossimo anno è scesa al 46% dal 77% di maggio e dal 93% di aprile. La componente liquida nei portafogli di questi gestori è scesa a giugno al 4,7% dal 5,7% di maggio, il calo maggiore dal 2009.

Secondo Michael Hartnett, il Chief Investment Strategist di BofA, il rialzo delle borse resta "fragile, neurotic, nowhere near dangerously bullish".

Un'altra fragilità del sistema è il balzo oltre i 26mila miliardi di dollari del debito federale degli Usa, il Comitato per il Responsible Federal Budget ha calcolato un aumento di 4000 miliardi nel 2020.

Il governo federale ha già speso 3500 miliardi quest'anno per contrastare i danni arrecati dalla pandemia di Covid-19, con il risultato che il deficit si è già allargato negli ultimi mesi a 1880 miliardi di dollari, il doppio dei 984 miliardi dell'intero 2019. E' vero che i tassi sono bassi e che quindi fare nuovo debito è relativamente indolore, ma i mercati potrebbero primo a poi farsi delle domande sulla capacità degli Usa di farne ancora nel caso dovesse risultare necessario, ad esempio nella malaugurata ipotesi di una nuova tornata di lockdown.

C'è poi un ulteriore tema molto dibattuto, quello dei "Robinhood traders", gli investitori amatoriali che operano attraverso la piattaforma Robinhood e similari. La piattaforma Robinhood ha visto un incremento dei conti di 3 milioni quest'anno e ha piu' di 13 milioni di utilizzatori con una eta' media di 31 anni. L'aumento dei conti negli ultimi mesi è legato, secondo alcuni, alla chiusura dei casinò a causa della pandemia con gli scommettitori che hanno cambiato il loro oggetto di interesse. Parte dei volumi a sostegno dell'ultimo rialzo verrebbe quindi da investitori inesperti che spesso sono anche giocatori compulsivi le cui reazioni in caso di un cambiamento di sentiment da parte del mercato sono tutte da scoprire. I "Robinhood traders" fanno puntate ad alto rischio, ad esempio su titoli come Hertz o JCPenney, il cui risultato è incerto e potrebbe portare, in caso di insuccesso, alla perdita dell'intero capitale e quindi anche ad uno sgonfiarsi del fenomeno.

(AM - www.ftaonline.com)

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Morningstar

20 set 2021