UBI Banca, utile al netto delle componenti non ricorrenti in calo a euro 99,3 mln nel trimestre

Il Consiglio di Amministrazione di Unione di Banche Italiane (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2020.

Il Consiglio di Amministrazione di Unione di Banche Italiane (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2020.

  • L'andamento economico del Gruppo*Il primo trimestre del 2020 ha registrato un *utile netto *di 93,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 38,1 milioni conseguiti nel quarto trimestre del 2019 e in crescita del 12,2% rispetto agli 83,4 del primo trimestre 2019. Nel 1trim2020, il *risultato della gestione operativa *si è attestato a 320 milioni, in leggera crescita rispetto ai 317,7 milioni registrati nel 1trim2019 e in riduzione rispetto ai 371,9 del 4trim2019 essenzialmente per effetto di maggiori contributi sistemici (42 milioni nel 1trim2020 rispetto a 4,4 nel 4trim2019).

Nel dettaglio, il *margine d'interesse *si è attestato a 405,2 milioni (-1,7% vs 4trim2019 e -9,1% vs 1trim2019), con le seguenti componenti:

  • il* margine derivante dall'attività di intermediazione creditizia con la clientela, al netto dell'effetto dell'IFRS9*, si è attestato a 359 milioni rispetto ai 364,5 milioni circa del 4trim2019 e ai 383,1 del 1trim2019. Il dato risulta in linea con il 4trim2019, se si tiene conto del fatto che il primo trimestre dell'anno presenta un giorno in meno (-4 milioni di euro) mentre sconta, nel confronto con il 1trim2019, un maggior impatto della componente funding dovuto sia all'importante piano di emissioni istituzionali effettuato durante il 2019 che alla diminuzione dei tassi di mercato, che hanno influito complessivamente sul mark down per circa 10 punti base. Grazie alla buona performance del mark up sugli impieghi, cresciuto anche nel 1trim2020, la forbice clientela è salita a 177 punti base dai precedenti 175 e dai 176 nel 1trim2019. Il *contributo dell'IFRS9 *è rimasto pressoché stabile a 11,2 milioni nel 1trim2020 rispetto al 4trim2019, mentre risulta inferiore di circa 15 milioni al dato del 1trim2019, essenzialmente a motivo dell'effetto delle cessioni massive effettuate nel corso del 2019. Peraltro, si sottolinea come il piano di emissioni effettuato nel 2019 abbia consentito di raggiungere anticipatamente i livelli di MREL richiesti, rendendo la Banca indipendente da potenziali chiusure dei mercati, mentre la riduzione dei crediti deteriorati ha permesso alla Banca di affrontare la crisi con maggiore tranquillità e solidità;

  • il contributo delle attività finanziarie si è attestato a 36,8 milioni, in contrazione dai 50,7 del 4trim2019 e dai 44,4 del 1trim2019 per effetto della minor redditività del portafoglio titoli e dell'impatto negativo dei derivati di copertura;

  • il risultato dell'attività sull'interbancario e altro risulta per contro favorevole, con un impatto negativo in riduzione a -1,9 milioni nel 1trim2020 rispetto ai -12,7 milioni del 4trim2019 e ai -7,9 milioni del 1trim2019.

Le commissioni nette sono cresciute a 420,5 milioni, registrando un incremento del 4,9% rispetto ai 400,9 milioni registrati nel 1trim2019 (446,3 milioni nel 4trim2019, che includevano le maggiori commissioni di performance su fondi e sicav tipicamente contabilizzate a fine anno).

Nel trimestre è salito il contributo dei servizi legati all'attività in titoli a 243 milioni di euro dai 225,5 del 1trim2019 (252,9 milioni del 4trim2019). Al netto delle commissioni di performance e up front legate a fondi, Sicav e prodotti assicurativi, il contributo dei servizi legati all'attività in titoli sale a circa 183,2 milioni nel 1trim2020 dai 177,1 del 4trim2019 e dai 171,3 del 1trim2019, registrando il miglior risultato di sempre per tale aggregato grazie al buon contributo delle commissioni da negoziazione di strumenti finanziari e collocamento titoli. L'apporto delle *commissioni relative all'attività bancaria tradizionale *è stato pari a 177,5 milioni, in crescita rispetto ai 175,4 milioni del 1trim2019 ma in contrazione rispetto ai 193,4 milioni del 4trim2019 che peraltro comprendevano poste stagionali tipicamente contabilizzate nell'ultimo periodo dell'anno (ad esempio rappel e altri).

Il risultato della finanza è stato positivo per +53,6 milioni nel 1trim2020 grazie al buon "risultato da cessione/riacquisto di attività e passività finanziarie" conseguito dalla parziale dismissione del portafoglio corporate bonds in un momento di mercato favorevole. Il dato si raffronta ai +58,2 milioni conseguiti nel 4trim2019 e ai +37,4 milioni del 1trim2019.

Il continuo controllo dei costi si è di nuovo riflesso positivamente sugli* oneri operativi. *Si rammenta che UBI Banca, diversamente dalle altre principali banche italiane, include negli oneri operativi, e in particolare nelle altre spese amministrative, i contributi sistemici al Fondo di Risoluzione e al Fondo Garanzia Depositi. Includendo tali contributi, gli oneri operativi hanno totalizzato complessivamente 593,6 milioni nel 1trim2020, rispetto ai 576,7 del 4trim 2019 e ai 602,9 del 1trim2019.

Escludendo tali contributi (circa 42 milioni sia nel 1trim 2020 che nel 1trim2019 e 4,4 milioni nel 4trim2019), quindi in termini comparabili con le altre principali banche italiane, gli oneri operativi si sono attestati a 551,6 milioni, in continua riduzione (-3,6%) rispetto ai 572,2 milioni del 4trim2019 e (-1,7%) rispetto ai 561 del 1trim2019.

Nel dettaglio, * le spese per il personale hanno totalizzato 355 milioni, in calo del 2,6% rispetto ai 364,4 nel 1trim2019 (e sostanzialmente allineate ai 355,5 milioni del 4trim2019), nonostante l'appesantimento derivante dall'applicazione del nuovo CCNL, grazie alle uscite di personale avvenute in base agli accordi sindacali firmati in periodi precedenti. In base a tali accordi sono ancora previste a partire da fine marzo 2020 ulteriori 133 uscite di personale;

  • le altre spese amministrative, al netto dei contributi sistemici (circa 42 milioni sia nel 1trim 2020 che nel 1trim2019 e 4,4 milioni nel 4trim2019), evidenziano una contrazione significativa, attestandosi a 139,4 milioni nel 1trim2020, in discesa dell'11,9% rispetto ai 158,2 milioni del 4trim2019 e del 3,2% rispetto ai 144 del 1trim2019;

  • le *rettifiche di valore su attività materiali e immateriali *ammontano a 57,2 milioni nel 1trim2020 e si raffrontano con i 52,5 milioni del 1trim2019 (58,5 milioni nel 4trim2019).

Nel primo trimestre dell'anno sono state iscritte *rettifiche di valore nette per deterioramento crediti verso la clientela *per 155,6 milioni di euro, di cui circa 50 milioni principalmente relativi a rettifiche analitiche appostate su inadempienze probabili nei settori maggiormente impattati dall'emergenza Covid19 (commercio al dettaglio, trasporti, servizi di alloggio e ristorazione, tessile e abbigliamento, noleggio-agenzie di viaggio-servizi di supporto alle imprese, ecc) portando la copertura media dell'insieme di tali settori al 35% circa.

L'importo delle rettifiche contabilizzate nel 1trim2020 si raffronta ai 128,6 milioni registrati del 1trim2019 e ai 208,2 milioni nel 4trim2019 che includevano buona parte dei costi collegati all'annunciata cessione massiva di circa 800 milioni di posizioni SME a sofferenza. Le rettifiche nette su crediti configurano un costo del credito annualizzato di 73 punti base, che va a raffrontarsi con i 59 del1trim2019.

Infine, le imposte sul reddito dell'operatività corrente stimate per il 1trim2020 sono risultate pari a 52,4 milioni, configurando un tax rate del 33,96% (rispetto al 27,9% del 1trim2019 e al 18,6% del 4trim2019).

L'utile al netto delle componenti non ricorrenti si è attestato a 99,3 milioni rispetto agli 83,9 del quarto trimestre 2019 e ai 126,1 del primo trimestre 2019.


  • Gli aggregati patrimoniali *Al 31 marzo 2020, i crediti netti verso la clientela si attestano complessivamente a 85,8 miliardi, rispetto agli 84,6 di fine 2019. All'interno dell'aggregato,
  • i crediti netti in bonis risultano in crescita a 81,7 miliardi dagli 80,4 di fine dicembre 2019;
  • i crediti deteriorati netti risultano in costante contrazione. Grazie alle azioni di work-out interno, essi sono scesi nel trimestre di 138,1 milioni, passando a 4,03 miliardi dai 4,17 del 31 dicembre 2019 (erano 5,76 miliardi al 31.03.2019).

Più in dettaglio, per quanto riguarda l'evoluzione dei crediti deteriorati:

  • lo *stock di crediti deteriorati totali lordi *si è attestato a 6.673,2 milioni in diminuzione del 2,4% (o 165,2 milioni) rispetto al 31 dicembre 2019. Il ratio di crediti deteriorati lordi è sceso ulteriormente al 7,51% (7,80% a dicembre 2019 e 10,36% a marzo 2019) e a circa il 6,7% pro-forma se si tiene conto della cessione, attualmente in corso di lavorazione, di circa 800 milioni di esposizioni a piccole e medie imprese classificate in sofferenza.

Il Default rate, che misura il passaggio di nuovi flussi lordi di crediti da bonis a deteriorati, si è confermato contenuto e pari all'1%, in linea con l'1,1% registrato per l'intero 2019 includendo l'impatto della nuova Definition of Default.

A fine marzo 2020, le *coperture dei crediti deteriorati *complessivi risultano in leggera crescita sia in termini di coperture contabili (al 39,56% rispetto al 39,00% a fine 2019) che includendo i write off (al 52,03% rispetto al 50,92% a fine 2019).

  • In termini netti, gli stock di crediti deteriorati sono scesi a 4.033,4 milioni rispetto ai 4.171,5 del dicembre 2019, con una contrazione del 3,3% (o 138,1 milioni). L'incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti netti, passa al 4,70% dal 4,93% del 31.12.2019.

Grazie alla contrazione degli stock di crediti deteriorati netti, il Texas ratio scende ulteriormente al 48,8%, in continuo miglioramento rispetto al 55,1% di dicembre 2019 e al 78% del marzo 2019.

Al 31 marzo 2020, la raccolta diretta bancaria del Gruppo ammonta a 94 miliardi, in riduzione rispetto ai 95,5 del dicembre 2019 per effetto essenzialmente della contrazione della componente "corporate" alla voce "conti correnti e depositi" (complessivamente -1,1 miliardi a 68 miliardi), volta anche a ridurre le riserve onerose presso la BCE, e della scadenza e riacquisti di obbligazioni retail (-0,3 miliardi a 4,6 miliardi), mentre le altre voci sono rimaste sostanzialmente stabili. La raccolta diretta bancaria risulta per contro in leggera crescita rispetto ai 93,6 miliardi di marzo 2019.

La raccolta indiretta è stata influenzata dall'andamento dei mercati, attestandosi a fine marzo 2020 a 92,2 miliardi rispetto ai 101,5 di fine 2019. Al netto dell'effetto performance che ha interessato sia la voce risparmio gestito che la voce raccolta amministrata, la raccolta indiretta risulta in flessione dello 0,5%. Nel dettaglio, il risparmio gestito in senso stretto ha totalizzato 41,2 miliardi (-10,1% vs 45,8 a fine 2019 e +0,3% al netto dell'effetto performance), il risparmio amministrato 23,9 miliardi (-15,6% vs 28,4 a fine 2019 e -3,9% al netto dell'effetto performance per l'uscita di una posizione istituzionale), mentre la raccolta assicurativa risulta sostanzialmente invariata a 27,1 miliardi (+1,5 al netto dell'effetto performance).

Grazie al Piano di Funding realizzato nel corso del 2019 principalmente sui mercati istituzionali, la Banca eccede già i requisiti MREL (totale e subordinato) che entreranno in vigore a partire da giugno 2020.

A seguito dei rimborsi effettuati per 1,5 miliardi con valuta 25 settembre 2019 e per 1 miliardo con valuta 18 dicembre scorso, l'esposizione del Gruppo verso la BCE a titolo di TLTRO2 è pari a 10 miliardi di euro nominali. Il profilo di scadenza contrattuale di tale esposizione TLTRO2, iscritta tra i "Debiti verso Banche" e quindi non inclusa nella raccolta diretta, prevede il rimborso di 7,5 miliardi a giugno 2020 e 2,5 miliardi a marzo 2021. Non è stato attualmente fatto ricorso al TLTRO3.

Il Gruppo continua a beneficiare della solida posizione di liquidità, con indici (Net Stable Funding Ratio e Liquidity Coverage Ratio) costantemente superiori a 1. Si conferma che il NSFR è >1 anche al netto del contributo del TLTRO2. Le *attività stanziabili *a disposizione del Gruppo sono complessivamente pari, al 31 marzo 2020, a 36,8 miliardi di euro (di cui 23,8 disponibili) già al netto degli haircut, e inclusi 5,8 miliardi di liquidità depositata presso la BCE.

Le *attività finanziarie *del Gruppo sono cresciute a 20,1 miliardi a fine marzo 2020 (erano 19,2 miliardi a dicembre 2019) per l'effetto di un leggero incremento delle posizioni in titoli di Stato Italiano a breve termine per investimenti di liquidità e nel portafoglio di trading. Complessivamente i titoli di Stato Italiano ammontano a 11 miliardi rispetto ai 9,8 a fine 2019 (al netto delle posizioni delle società assicurative, a 9,5 miliardi rispetto a 8,4 a fine 2019) e rappresentano il 54,6% del portafoglio titoli.

Al 31 marzo 2020, il *patrimonio netto *del Gruppo, incluso l'utile, ammonta a 10.095.693 mila euro, in salita rispetto ai 9.539.424 mila euro di dicembre 2019, grazie all'emissione di AT1 avvenuta nel corso del gennaio 2020, all'effetto del cambiamento di criterio di valutazione del patrimonio immobiliare e all'utile del trimestre, e nonostante l'impatto negativo dell'andamento dei mercati sulle riserve di valutazione titoli.

Sempre a fine marzo 2020, il CET1 Ratio di Gruppo si attesta al 12,86% fully loaded rispetto al 12,29% di fine 2019; i principali benefici rilevati nel periodo sono riconducibili al cambiamento di criterio di valutazione del patrimonio immobiliare (complessivamente circa +38 punti base), e alla inclusione della quota di utile accantonata nel 2019 per i dividendi non deliberati a seguito della raccomandazione BCE del 27 marzo us (circa 26 punti base), nonché all'utile di periodo (al netto pro quota del dividendo previsto a Piano Industriale per il 2020), che hanno più che compensato l'impatto negativo dell'allargamento degli spread sul portafoglio titoli di proprietà e l'inclusione dell'impatto delle ispezioni TRIM.

*Si sottolinea come, anche al netto dell'importo relativo alla quota di utile accantonata nel 2019 per i dividendi non deliberati a seguito della raccomandazione BCE, il CET1 ratio si attesterebbe a un livello superiore al 12,5% previsto in ambito Piano Industriale 2022. *

*Il *Total Capital Ratio del Gruppo ammonta al 17,05% fully loaded (era il 15,83% al 31.12.2019) e al 17,08% phased in (era il 15,88% al 31.12.2019), beneficiando sia dell'incremento del CET1 che dell'emissione di AT1 per circa 400 milioni effettuata nel gennaio 2020.

Infine, a marzo 2020 il leverage ratio del Gruppo si attesta al 5,89% phased-in e al 5,87% fully loaded (rispettivamente 5,44% e 5,42% a dicembre 2019).


Al 31 marzo 2020, la* forza lavoro* del Gruppo UBI Banca risultava costituita da 19.629 risorse rispetto alle 19.940 risorse di fine dicembre 2019.

Sempre al 31 marzo 2020, l'articolazione territoriale nazionale conta 1.566 sportelli (1.575 al 31 dicembre 2019).


*Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari *Elisabetta Stegher, quale Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di Unione di Banche Italiane Spa attesta, in conformità a quanto previsto dal secondo comma dell'articolo 154 bis del "Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria", che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

  • Prevedibile evoluzione della gestione *L'emergenza Covid19 ha configurato una crisi diversa dalle altre per come si è originata e per come potrà evolvere, rendendo complesso ogni tipo di previsione; anche in questa crisi però il fattore chiave è rappresentato dalla qualità del credito. A fronte di questa crisi senza precedenti vi sono stati nel contempo provvedimenti più veloci e più incisivi da parte delle istituzioni nazionali e internazionali per mitigarne l'impatto.

Tali provvedimenti, recentemente adottati, dovrebbero consentire alla Banca di preservare il livello del margine d'interesse; è atteso un indebolimento della componente commissionale derivante dalle transazioni in relazione al rallentamento dell'economia, mentre la componente commissionale legata al risparmio gestito risentirà della crisi nella prima parte dell'anno ma dipenderà dall'andamento dei mercati nella seconda.

Continuerà al massimo l'opera di contenimento degli oneri operativi, seppur in modo diverso, guidato dallo smart working.

In relazione al costo del credito, esso sarà più elevato di quanto previsto per il primo anno del Piano Industriale ancorché mitigato dall'utilizzo degli strumenti di sostegno offerti dai recenti provvedimenti. La Banca ha peraltro già rilevato maggiori accantonamenti sulle inadempienze probabili nei settori più esposti alla crisi, con un impatto sul primo trimestre di circa 50 milioni di euro (e un costo del credito complessivamente pari a 73 punti base), e in corso d'anno concentrerà su tali crediti la propria attenzione, data la qualità dei crediti performing (il livello dei crediti performing a rischio elevato è ulteriormente sceso nel 1trim2020 al 2,7%, il tasso di passaggi a default è atteso rimanere basso, e il livello di copertura dei crediti performing è tra i più elevati tra le maggiori banche italiane). Viene quindi confermata la strategia di gestione interna dei crediti deteriorati.

Sotto il profilo patrimoniale, la dotazione di capitale, la solida posizione di liquidità e la qualità degli attivi del Gruppo UBI consentono di affrontare con tranquillità la crisi, come già avvenuto in occasione delle precedenti, continuando a supportare i territori di riferimento e a generare utili in maniera continuativa a beneficio di tutti gli stakeholders (inclusi i dividendi quando autorizzati da BCE).

(GD - www.ftaonline.com)

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Morningstar

20 set 2021