Chi è in affitto deve pagare l’IMU? Ecco cosa sapere

L'IMU è una tassa che si paga allo stato per tutte le case possedute, ma anche gli inquilini in affitto devono pagarla? Vediamo quali sono le regole.

L’IMU è la principale tassa sulla casa in Italia: tutti coloro che possiedono una casa, abitazione o immobile devono provvedere a pagare questa somma ogni anno al proprio Comune. Ci sono tuttavia alcune eccezioni, ovvero alcuni casi di esonero dal pagamento dell’IMU, come ad esempio quelli che coinvolgono i proprietari di una casa utilizzata come prima abitazione.

A breve è prevista la scadenza della prima rata di questa tassa, ovvero dovrà essere versato un acconto dell’imposta da parte di tutti coloro che possiedono un immobile, come riporta Ipsoa.it:

“I soggetti passivi effettuano il versamento dell’IMU dovuta al comune per l’anno 2022 in due rate, scadenti la prima il 16 giugno 2022 e la seconda il 16 dicembre 2022.”

Al 16 giugno quindi è prevista la prima importante scadenza per questa tassa, che deve essere rispettata da tutti i proprietari di casa. Se sei uno di questi, dovrai fare riferimento all’imposta decisa per il Comune in cui si trova l’abitazione, tuttavia non dovrai pagarla se ci vivi stabilmente, ed è la tua prima casa.

Ma cosa accade per chi è in affitto presso una abitazione, non di proprietà, e sta pagando il canone ogni mese al proprietario di casa? Vediamo in questo articolo come devono comportarsi gli inquilini a proposito del pagamento di questa imposta.

Casa in affitto: chi paga l’IMU?

Quando una abitazione è in affitto, ci sono diverse persone interessate al pagamento delle tasse sull’abitazione. Da un lato c’è il proprietario di casa effettivo, che cede in affitto l’immobile ad un altro soggetto. Dall’altro lato c’è l’inquilino, o gli inquilini, che possono utilizzare la casa per scopi abitativi pagando ogni mese una quota al proprietario.

Il rapporto tra proprietario e inquilino viene regolamentato in Italia da un contratto di affitto apposito, ovvero da un contratto di locazione. Nel contratto, sono quindi previsti:

  • Un locatore: è il proprietario di casa che dispone dell’immobile e lo mette a disposizione;
  • Un locatario: è l’inquilino che può abitare all’interno dell’immobile pagando una somma di denaro ogni mese al proprietario, stabilita tramite un apposito contratto.

Quando si parla di tasse, in Italia spesso possono sorgere dei dubbi che riguardano i destinatari di tali imposte. Parlando di IMU, chi deve pagare questa tassa al Comune? Il proprietario effettivo di casa, oppure l’inquilino che vi abita?

La normativa italiana su questo punto è chiara: sono sempre i proprietari a dover provvedere al pagamento dell’Imposta Municipale Unica, anche se le proprie abitazioni vengono cedute in affitto ad altre persone. Questo vuol dire che è sempre il locatore a dover pensare al pagamento della tassa, non è mai il locatario.

L’inquilino infatti è sgravato da qualsiasi pagamento, se riguarda strettamente questa imposta, poiché non è il reale proprietario dell’immobile, ma solamente il soggetto che lo sta utilizzando, come riporta Informazionefiscale.it:

“Gli inquilini sono quindi totalmente esentati dal pagamento delle imposte dovute sulla casa in affitto.”

La scadenza del pagamento che riguarda questa tassa, e che si sta avvicinando, quindi non riguarda mai gli inquilini, ma è un pagamento interamente a carico dei proprietari di casa.

IMU e case in affitto: come si paga

Una volta accertato che sono i proprietari di casa a dover versare la somma di denaro al Comune per il pagamento dell’IMU, nella pratica come possono provvedere al pagamento? Come visto prima, durante l’anno vengono stabilite due scadenze per pagare questo importo.

La prima scadenza, più vicina, è al 16 giugno 2022, mentre la seconda è al 16 dicembre 2022. Bisogna ricordare che non tutti pagano la stessa cifra, perché questa tassa cambia in base a diversi fattori. Se sei un proprietario di casa, e ricevi mensilmente una quota d’affitto dagli inquilini, dovrai provvedere a pagare la tassa sulla base delle caratteristiche dell’immobile.

Un primo fattore a incidere su questo prezzo è la rendita catastale: si tratta di una informazione che può essere facilmente richiesta al proprio Comune di riferimento. In base alle regole stabilite da ogni Comune italiano, vengono applicate diverse aliquote, ovvero percentuali di tassazione, per le case specifiche, e viene tenuto conto anche di un dato che si chiama coefficiente dell’immobile.

Se hai una casa e devi pagare l’IMU, non ti dovrai preoccupare di effettuare il calcolo, perché sarà il Comune stesso a comunicarti quanto dovrai pagare ogni anno. Dato che si tratta di una imposta municipale, ogni anno dovrai versare al tuo Comune questa quota, in base alle proprietà immobiliari che hai.

Tuttavia devi anche tenere presente che possono essere presenti particolari agevolazioni e sconti sul pagamento di questa imposta, per cui può esserti molto utile informarti al tuo Comune sulle possibilità di ricevere un prezzo agevolato, in base alle case che possiedi.

IMU e case in affitto: gli sconti

Se possiedi una o più abitazioni poste in affitto ad alcuni inquilini, potrai chiedere, in particolari situazioni, l’accesso a particolari sconti. Uno dei principali sconti che si possono richiedere ancora nel 2022 riguarda il contratto di affitto a canone concordato.

Si tratta di un particolare contratto di locazione che si può stabilire tra un proprietario e l’inquilino, o gli inquilini, per avviare il periodo di affitto. Tramite canone concordato, si stabilisce un accordo tra le parti sul prezzo mensile da corrispondere per l’affitto, tenendo presenti alcuni accordi esistenti a livello territoriale e sindacale.

Il canone concordato permette una flessibilità maggiore, rispetto al canone tradizionale, su diversi aspetti che riguardano l’accordo per l’affitto: la durata del contratto, il pagamento mensile, e ulteriori disposizioni. Se un proprietario di casa applica questa tipologia di contratto, può accedere ad un interessante sconto sull’IMU.

Si tratta di uno sconto che riguarda il 25% del prezzo complessivo della tassa, ovvero il proprietario dovrà pagare solamente il 75% del totale dell’imposta. Si tratta di uno sconto notevole, per cui stabilire un canone concordato può risultare vantaggioso sia per l’inquilino che per il proprietario di casa.

Un’altra possibilità di risparmio su questa tassa per il 2022 è stata prevista con il Decreto Rilancio: è possibile infatti che i Comuni applichino a tutti uno sconto del 20% su questa imposta. Questo è possibile solamente se viene rispettato un requisito fondamentale dal proprietario: il pagamento deve essere effettuato tramite domiciliazione bancaria, ovvero con addebito diretto sul conto corrente.

In questo caso, è necessario comunque verificare che il Comune specifico in cui si trova l’abitazione abbia effettivamente aderito all’iniziativa, poiché si tratta di una disposizione non obbligatoria. Ulteriori agevolazioni possono essere introdotte dai Comuni a discrezione, per cui è sempre consigliato informarsi per tempo per verificare se è possibile ricevere uno sconto.

IMU, TARI e case in affitto

Abbiamo visto che l’IMU è interamente a carico del proprietario di casa, ovvero l’inquilino non deve preoccuparsi di pagare questa somma di denaro al Comune o allo stato. Tuttavia questo non vuol dire che è esonerato completamente dalle tasse. Oltre al pagamento della mensilità di affitto, l’inquilino deve anche preoccuparsi di provvedere al pagamento di un’altra tassa comune per le abitazioni: la TARI.

Questa tassa fa riferimento ai rifiuti prodotti all’interno dell’abitazione, e tutti i residenti devono versarla al Comune in cui abitano. Si tratta di una imposta che viene applicata ogni qual volta che un soggetto si sposta ad abitare in una nuova casa, anche in affitto.

Se per esempio un inquilino cambia residenza, insieme alle pratiche per la nuova residenza, dovrà anche compilare un foglio al proprio Comune dove conferma di provvedere anche al pagamento della TARI. Si tratta in questo caso di una tassa le cui somme vanno indirizzate per il servizio comunale di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La TARI viene applicata su ogni abitazione che produce rifiuti, ma anche su strutture dedicate allo svolgimento di particolari attività, come bar, ristoranti, negozi e uffici. Sono sempre gli inquilini a dover provvedere al pagamento di questa somma, anche quando si trovano in una casa in affitto.

Per il pagamento della TARI si può procedere tramite Modello F24 accuratamente compilato, pagando allo sportello postale o bancario. Anche in questo caso il prezzo è variabile, in base a diversi fattori: dalla superficie dell’immobile al numero di inquilini presenti nella casa, fino alla quantità di rifiuti prodotta.

IMU e case in affitto con cedolare secca

Un dubbio che potrebbe sorgere sul pagamento dell’IMU per le case in affitto riguarda la cedolare secca. Questa opzione permette ai proprietari di casa di risparmiare su alcune imposte, come l’IRPEF e le addizionali, l’imposta di registro e l’imposta di bollo.

Nel caso di cedolare secca, cosa accade all’IMU? Nel caso in cui viene utilizzata questa agevolazione fiscale, l’IMU è sempre a carico dei proprietari della casa, non saranno mai gli inquilini a dover provvedere al pagamento. Si può dire che non cambia nulla quindi per i proprietari che hanno scelto la cedolare secca, per quanto riguarda questa imposta.

Quello che cambia è l’aliquota della tassa sui contratti di locazione: al 21% per i contratti normali e al 10% per i contratti a canone concordato. Al momento si discute se portare questa percentuale al 26% anche per la cedolare secca.

Nulla cambia con questa agevolazione quindi per il pagamento dell’IMU e della TARI: la prima imposta è sempre a carico del proprietario, la seconda invece è a carico dell’inquilino.

Bisogna comunque sempre tenere conto che non si deve pagare l’Imposta Municipale Unica sulle case adibite a prima abitazione, ovvero quelle che non si trovano in una condizione di affitto, ma che sono abitate esclusivamente dal proprietario e dalla sua famiglia.

Per quanto riguarda invece gli immobili di proprietà ceduti in affitto a soggetti che li utilizzano per svolgere una attività lavorativa, come locali, bar, ristoranti, negozi e uffici, anche in questo caso va pagata la tassa corrispondente all’IMU.

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