Agenzia Entrate invia multe over 50; non pagare è possibile!

Sono in arrivo, da parte dell'Agenzia delle Entrate, 600.000 lettere che annunceranno la sanzione per over 50 non vaccinati. Come fare per non pagare?

Emergenza finita il 31 marzo, obbligo vaccinale sostituito da obbligo di green pass base per gli over 50 (dunque possibile anche con un tampone negativo, sempre a spese del povero lavoratore) eppure l’Agenzia delle Entrate sta inviando a tappeto migliaia di multe da 100 euro l’una per i cosiddetti over 50 no vax, esseri mitologici, perché nella realtà si tratta di persone adulte che non hanno semplicemente accettato un trattamento sanitario, rispettando sé stesso, la loro libertà e il loro diritto all’autodeterminazione. 

Ma si sa, bisogna fare cassa. Ci sono le spese militari, gli ucraini da aiutare, la pace da perseguire spegnendo i condizionatori… Insomma, c’è da fare. 

Non preoccupatevi, però, niente panico. Nessuno, se non vorrà, dovrà pagare nulla, basterà un semplice ricorso al giudice di pace per poter finalmente dimenticarsi di questa irragionevole sanzione.  Entriamo nei dettagli.

L’Agenzia delle Entrate invia 600 mila multe a over 50 non vaccinati

Nonostante gli over 50 non vaccinati con il vaccino anti-covid siano potuti tornare a lavoro prima del tempo, dimostrando di avere un tampone negativo, secondo un recente decreto del Governo riguardante la fine dell’emergenza, la vecchia normativa concernente le sanzioni da cento euro, invece, è ancora valida.

Così proprio ieri, in barba a qualsiasi GDPR, normativa sulla privacy e garante della privacy,  il nostro caro Ministro Speranza ha inviato all’Ente Riscossore gli elenchi e i nominativi degli over 50 rei di non essersi fatti inoculare. 

A quanto riportato dal TgCom 24, sarebbero pronte a partire oltre 600mila lettere. Sì perchè quelle che stanno per arrivare non sono ancora vere e proprie sanzioni. Al momento si tratta ancora di lettere che “comunicano al soggetto che sta per essere avviato il procedimento sanzionatorio”. Quanto spreco di carta, lasciatemelo dire. 

Comunque queste lettere non richiedono alcun pagamento. Al momento. E allora perché vengono inviate?

Queste lettere vengono inviate per dare dieci giorni di tempo al reo di non essersi vaccinato, di comunicare all’Asl o che si è vaccinato (per esempio ha fatto la prima dose) o che è esente e quindi presentare le prove della sua esenzione.

Finiti questi dieci giorni se non ci si è vaccinati o non si è comprovato di avere una valida esenzione per motivi di salute, partirà la temutissima sanzione da cento euro. Ma quando partirà? La sanzione partirà entro 180 giorni, ovvero entro sei mesi!!!

Praticamente la sanzione vera e propria dovrebbe arrivarvi l’anno prossimo. Sapete quante cose possono cambiare in sei mesi? Dormite sonni tranquilli, anche perché, come stiamo per spiegare, potrete non pagare alcunissima sanzione. 

Agenzia delle Entrate riceve gli elenchi dal Ministero della Salute, ma questa operazione si può fare?

Le sanzioni che l’Agenzia delle Entrate sta per inviare agli over 50 non vaccinati contro il Covid, sono basate sull’elenco dei “colpevoli”, inviato prontamente dal Ministero della Salute. 

Ma questa operazione si può fare? E’ costituzionalmente accettabile? E dal punto di vista della privacy e del GDPR? 

Purtroppo è possibile, perché il Garante della Privacy ha dato parere favorevole. Vi starete chiedendo: “e cosa garantisce sto garante?”, non saprei rispondervi in questo caso.

Comunque il Garante per la protezione dei dati personali il 18 febbraio scorso, ha dato parere favorevole al modus operandi che abbiamo descritto prima, ovvero il Ministero della Salute che invia l’elenco degli over 50 non vaccinati all’Agenzia delle Entrate, per farli multare. 

Ma, attenzione, il Garante precisa anche che i trattamenti di dati personali degli over 50 devono rientrare nel rispetto della normativa sulla privacy, adottando misure di garanzia appropriate per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche interessate. Quindi? In pratica cosa significa questo? Come si tutelano questi dati se si inviano all’Agenzia delle Entrate, ovvero un Ente che non è sanitario? È un vero mistero!

Il Garante va a fiducia, ovvero si sta fidando del fatto che il Ministero abbia assicurato di aver accolto le osservazioni circa la necessità di introdurre specifiche misure di garanzie idonee a tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche.

Parole che restano aleatorie, perché nella realtà dei fatti accade che il Ministero della Salute prende tutti i dati anagrafici e sanitari dei poveri over 50 e li invia ad un altro Ente, l’Agenzia delle Entrate e quest’ultimo invia le multe. 

Questo sta creando solo un pericolosissimo precedente a livello di privacy. 

Quale procedimento seguire per non pagare la multa all’Agenzia delle Entrate?

Una volta ricevuta la vera sanzione vera e propria, non la lettera che arriverà in questi giorni che avverte solo dell’arrivo della sanzione, il destinatario avrà 60 giorni di tempo per pagare oppure 30 giorni per fare ricorso dinanzi al Giudice di Pace. E noi è proprio della seconda opzione che vogliamo occuparci.

Secondo l’avvocato Fusillo del Movimento Libertario, questa multa afferma un principio pericoloso, ovvero che non siamo più proprietari dei nostri corpi e che se non utilizziamo i nostri corpi secondo il governante di turno, possiamo essere multati. Questo significa che un domani le sanzioni potrebbero anche aumentare e riguardare altri trattamenti.

L’avvocato Fusillo consiglia di offuscare il fascicolo sanitario elettronico. Come? Una volta fatto il login ed essere entrati con il nostro Spid, neghiamo tutti i permessi sulla privacy.

Questo servirà a non ricevere la sanzione? Assolutamente no, perché l’Agenzia delle Entrate i dati li riceverà direttamente dal Ministero della Salute, ma servirà quando si andrà ad impugnare la multa. L’argomento che avevamo eliminato ogni consenso, sarà una base da cui partire dinanzi al giudice. Quindi fatelo. 

Sanzione agli over 50: ma la privacy non viene più protetta?

La privacy è disciplinata dal GDPR a livello europeo e da una normativa nazionale, entrambe le normative, secondo l’avvocato Fusillo, sono un colabrodo che serve unicamente per trovare scappatoie e per consentire l’accesso ai dati personali e privati.

Il GDPR, per esempio, prevede la necessità che ci sia una base normativa per l’accesso ai dati sanitari, la base normativa, in questo caso, deriverebbe da un dpcm di fine 2020 del Governo Conte, (semplice atto amministrativo) il quale stabiliva che tutti i dati sanitari e personali “sono rilevanti per l’interesse nazionale e strategico”.

Tutta questa narrativa potrà essere messa in discussione nei futuri giudizi, perché in realtà non sta né in cielo né in terra che un governante possa accedere ai dati della nostra salute. 

Per questo motivo è molto importante oscurare il nostro fascicolo sanitario elettronico eliminando ogni consenso alla privacy.

Non pensate di non ritirare la raccomandata! Non serve a nulla

Le raccomandate vanno sempre ritirate, perché chi non le ritira subisce un termine (dieci o trenta giorni) oltre il quale si realizza la compiuta giacenza, ovvero è come se il destinatario l’avesse ricevuta. Perché c’è un obbligo di diligenza e quindi questi documenti vanno ritirati. In qualsiasi raccomandata potrebbe esserci un’informazione importante. Quindi le raccomandate vanno accettate.

Chi ha l’esenzione e ha un certificato del medico di base o di uno specialista che attesta che non ci si può sottoporre al vaccino, potrà allegare il certificato alla lettera messa disposizione dall’avvocato Fusillo.

La lettera serve a comunicare che la richiesta di farci vaccinare è è illegittima, contrasta con una serie di norme, costituisce reato perché cerca di estorcermi un consenso che io non voglio prestare perché sono io il proprietario del mio corpo e agirò anche in sede penale contro chi sta tentando di estorcere un consenso che non voglio dare. I reati che si configurano sono sicuramente di violenza privata ed estorsione.

Se noi non mandiamo una risposta, ci arriverà la multa entro dieci giorni. Mandare una risposta è importante perché ci darà una posizione più salda per poi ricorrere, inoltre metterà sabbia negli ingranaggi, e farà passare altri mesi. Contribuiremo a intasare questo meccanismo e a rallentarlo.

Il ricorso al Giudice di Pace contro la sanzione per gli over 50

Nel momento in cui si riceve la sanzione, si può ricorrere al giudice di pace della nostra città di residenza, entro trenta giorni.

Chi fa ricorso, potrebbe avere un ottimo risultato, vincendo e spendendo zero euro, o potrebbe perdere e spendere un po’ di più di cento euro. Ma bisogna farlo per lottare contro il fatto che si dia per scontato che in questo paese si possa essere multati per non aver messo a disposizione il proprio corpo a chi ci governa.

I giudici di pace si sono dimostrati i giudici più onesti che abbiamo in questo paese; dunque chi può fare ricorso, lo faccia, perché è davvero importante farlo. Non è necessaria nemmeno assistenza legale. 

L’avvocato Fusillo mette a disposizione tutti i documenti per chi farà il ricorso per conto proprio.

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