Nuove aliquote IRPEF: ricchi sempre più ricchi! Cosa succede

A partire da gennaio 2022 la nuova legge di bilancio introdurrà delle importanti novità riservati a tutti i lavoratori e alle lavoratrici che percepiscono uno stipendio. La nuova legge di bilancio, infatti, che entrerà ufficialmente in vigore a gennaio 2022, introdurrà nuove aliquote Irpef che influiranno sulla tassazione del reddito.

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A partire da gennaio 2022 la nuova legge di bilancio introdurrà delle importanti novità riservati a tutti i lavoratori e alle lavoratrici che percepiscono uno stipendio. La nuova legge di bilancio, infatti, che entrerà ufficialmente in vigore a gennaio 2022, introdurrà nuove aliquote Irpef che influiranno sulla tassazione del reddito.

Oltre all’introduzione delle nuove aliquote Irpef, da gennaio 2022 verranno cancellate definitivamente le detrazioni fiscali per i figli a carico (ANF) per tutti i lavoratori autonomi, mentre resteranno per i lavoratori dipendenti.

Bisogna anche considerare la riduzione di due aliquote Irpef, ovvero l’aliquota del 38% che passerà al 35% e l’aliquota del 27% che passerà al 25%. Tuttavia, le detrazioni avranno maggiore impatto nei redditi superiori a 40.000 euro, secondo gli studi effettuati dai Consulenti del Lavoro e dai tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Secondo sempre il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) i redditi maggiormente premiati sono quelli rientranti tra i 30.000 ed i 50.000 euro, mentre i redditi compresi tra i 15.000 ed i 28.000 euro non riusciranno a vedere la differenza.

Ma i dati attualmente registrati fanno presente che i redditi più presenti nel nostro territorio sono quelli che vanno dai 15.000 ai 35.000 euro, secondo il Ministero del Lavoro. Tutti i lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito annuo rientrante in quella fascia riusciranno a percepire solamente pochi euro in più in busta paga.

La nuova riforma Irpef: aumento della busta paga? 

Nonostante le forze politiche abbiano raggiunto la maggioranza e abbiano votato a favore, la nuova riforma fiscale non convince i sindacati CGIL e UIL che scenderanno sicuramente in piazza per scioperare contro la nuova riforma fiscale. Invece, la CISL si astiene dallo sciopero, nonostante anche loro siano contrari alla riforma Irpef.

È lecito che un sindacato non voglia scioperare contro una riforma che potrebbe eliminare delle detrazioni fiscali? O c’è sotto qualcosa? 

Lo stesso Luigi Sbarra della CISL pensa che questo sciopero possa minare alla ripresa economica. Mah, chissà. Inoltre, aggiunge che:

“l’85% degli sgravi verrà destinato alle fasce di reddito al di sotto dei 50mila euro per lavoratori dipendenti e pensionati. Di questi, quasi il 50% riguarderanno i redditi fini a 28mila euro.”

Ma in sostanza cosa dovrebbe precedere la nuova riforma fiscale approvata dalla maggioranza?

La nuova normativa, che dovrebbe essere approvata alla commissione di economia e bilancio ed introdotta nella legge di bilancio del 2022, dovrebbe introdurre nuove riduzioni delle tasse, come aveva anche sollecitato OCSE.

Ma per essere sicuri di tutto ciò, dovremmo prima aspettare l’approvazione della legge di bilancio del 2022.

Secondo le ultime news in merito, per introdurre definitivamente la normativa, le commissioni di Camera e Senato dovrebbero entrambe approvare la riduzione delle aliquote, in particolare di due aliquote: quella del 38% che dovrebbe essere ridotta al 35% e quella del 27% che dovrebbe essere ridotta al 25%.

Ad ogni scaglione di reddito dovrebbe essere applicata una diversa aliquota Irpef, che inciderà ovviamente sulle tasse e sulla busta paga. Secondo l’articolo del collega Gianni Carbone, il sistema dovrebbe essere il seguente:

“23% per redditi fino a 15.000 euro;

25% per redditi compresi tra 15.0001 e 28.000 euro;

35% per redditi compresi tra 28.0001 euro e 50.000 euro;

43% per redditi oltre 50.000 euro.”

Non ci sono novità, invece, in merito alla no tax area. Attualmente, le famiglie esenti dal pagamento di certe imposte comprese nella no tax area sono quelle con un reddito pari agli 8.145 euro annui. Invece, per i pensionati la no tax area scende agli 8.130 euro e per i lavoratori autonomia scende a 4.800 euro all’anno. Nel frattempo anche l'Avvocato Angelo Greco ha da ridire sulla nuova riforma del fisco. In questo mini video, proveniente direttamente dal suo account di Instagram, l'avvocato ci fa sapere che ci saranno anche ulteriori novità riguardo le cartelle esattoriali.

Aliquote Irpef: qualche euro in più in busta paga. Chi ci guadagna?

La tassazione sia per i lavoratori dipendenti che per i lavoratori autonomi è davvero molto alta e quando si parla di riforma fiscale si pensa sempre ad una possibile riduzione del carico fiscale, ad una riduzione delle tasse, non ad un aumento.

La realtà è molto diversa da come pensiamo, altrimenti i sindacati non avrebbero certamente indetto uno sciopero di 8 ore. La nuova riforma fiscale dovrebbe eliminare una aliquota, riuscendo così ad abbassare la curva, ma dall’altro lato per garantire la riduzione del carico fiscale aumenterà la detrazione da lavoro, che passerà da 1.840 euro a 3.100 euro. 

Questo aumento contiene anche il bonus Irpef da 100 euro. Ma una detrazione simile conviene? E se sì, a chi potrebbe convenire? Facendo qualche calcolo attraverso un esempio pratico, potremmo di che:

“Per chi percepisce un reddito imponibile di circa 20mila euro, con detrazioni fiscali invariate pagherà 4.700 euro contro i 4.800 attuali e si ritroverà quindi in tasca solo 100 euro in più all’anno: 8,3 euro al mese.”

La situazione dovrebbe essere leggermente diversa per i redditi da 50.000 euro, perché in questo caso la tassazione diminuisce da 15.100 euro a 14.200 euro. Il lavoratore si ritroverebbe in busta paga almeno 920 euro all’anno, ovvero ben 76,6 euro al mese.

Quindi, in sostanza, rispondendo alla domanda di poco fa, chi ci guadagnerà sarà sicuramente chi percepirà un reddito superiore ai 35.000 euro fino ai 50.000 euro. Però bisogna stare attenti alla soglia dei 75.000 euro: qui l’agevolazione si riduce ancora.

Ma bisogna considerare anche la presenza dell’assegno unico per i figli minori. L’obiettivo del governo, però, è molto chiaro ovvero favorire tutti i redditi superiori ai 35.000 euro, per cui fino alla suddetta fascia di reddito l’aliquota è fissata a 8,9%.

In sostanza, solamente i redditi alti riusciranno a risparmiare 192 euro o 920 euro all’anno. I redditi bassi, pari a 20.000 euro, invece, continueranno ad essere tassati e riceveranno solamente le briciole: si parla, infatti, di 100 euro in più all’anno, che al mese si traducono in 8,33 euro.

Non proprio una bella notizia se consideriamo le tante tasse che anche i redditi inferiori a 35.000 euro sono costretti a pagare ogni anno. Proprio per questo motivo i due maggiori sindacati CGIL e UIL organizzeranno uno sciopero generale di 8 ore. Il sindacato CISL, nonostante sia d’accordo con la protesta, non parteciperà al corteo.

Nuova riforma fiscale: e l’assegno unico per i minori?

Il nuovo anno entrerà in vigore anche l’assegno unico per i figli minori che avrà l’obiettivo di sostituire tutti gli altri sostegni per le famiglie e per i figli a carico. A partire da marzo 2022 cominceranno ad essere versati i primi assegni.

Ricordiamo, però, che, se fino alla fine del 2021 gli assegni per i figli a carico godono di una detrazione, a partire da marzo 2022 questa detrazione verrà completamente eliminata. In sostanza, le detrazioni verranno sostituite dall’assegno unico.

Ovviamente, per ricevere entro marzo i primi pagamenti sarà necessario per i richiedenti inviare la richiesta a partire da gennaio 2022. Ricordiamo, inoltre, che gli importi dell’assegno unico vengono calcolati in base al reddito, il quale non dovrà superare la soglia dei 40.000 euro.

Quindi, secondo quanto stabilito dal decreto, più il reddito familiare ISEE sarà alto, più basso sarà l’importo dell’assegno unico. Ma all’abbassarsi del reddito ISEE l’importo subisce un’impennata. Si parla, infatti, per le famiglie composta da 4 persone e con un ISEE inferiore a 15.000 euro di un importo pari a 175 euro per ciascun figlio.

Mentre, per i nuclei familiari numerosi con più di tre figli a carico l’importo sale a 270 euro. Inoltre, si prevederanno ulteriori incrementi in presenza di figli disabili. In particolare, questi continueranno a ricevere l’assegno unico fino a quando non saranno i genitori a rifiutarlo.

“Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più in caso di non autosufficienza, 95 euro in caso di disabilità grave e 85 euro in caso di disabilità media. In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in più mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee che andrà da 85 a 25 euro al mese”

Ulteriori maggiorazioni sono previste anche per i genitori lavoratori e per le mamme di età inferiore a 21 anni che riceveranno in più rispettivamente 30 euro e 20 euro per ogni figlio. Ma bisognerà fare attenzione alle tempistiche: i richiedenti dovranno necessariamente inviare la richiesta entro gennaio 2022 in modo da ricevere entro marzo 2022 i primi pagamenti.

Se l’invio della richiesta dovesse slittare a febbraio, allora è possibile che i pagamenti verranno accreditati dopo marzo 2022.

Riforma fiscale, cosa succederà da gennaio 2022?

In realtà non c’è certezza in merito. E’ necessario che il governo prima di tutto approvi la nuova legge di bilancio del 2022. Prima di allora tutto sembrerà incerto. Inoltre, dopo la pubblicazione della legge di bilancio sapremo con certezza tutti i dati ed i cambiamenti messi in atto dal governo riguardo le aliquote Irpef, ma non solo.

La legge di bilancio porterà con sé tantissime novità in merito al reddito di cittadinanza, alla pensione di cittadinanza, ma anche la nuova riforma pensioni con la proroga di Opzione donna, di Quota 102, Quota 104 e Quota 82. 

E le novità non saranno certamente solo queste.

Ricordiamo anche che a gennaio scadrà anche la validità dell’ISEE, per cui sarà necessario procedere anche al rinnovo per non ritrovarsi all’ultimo momento con i documenti non ancora pronti.