Aliquote Irpef, le novità per il 2022: meno tasse da pagare

La manovra economica per il 2022 ha tagliato le tasse: il cambiamento delle aliquote Irpef permette un risparmio per i cittadini, ma vediamo in cosa consiste!

Con la nuova Legge di Bilancio il Governo ha pensato di operare anche sul Irpef e la modifica delle aliquote è ormai confermata. Siamo tutti a conoscenza della situazione italiana sempre più instabile: la ripartenza c’è stata ma con l’innalzamento dei prezzi delle materie prime la crisi economica già conclamata continua a mietere vittime.

L’aumento vertiginoso dei costi in bolletta porterà un difficile 2022: tante famiglie soffriranno all’idea di rischiare di non arrivare a fine mese, pur mantenendo i consumi stabili ed inalterati. Per non parlare del pesante sistema di tassazione che continua a schiacciare i cittadini.

Insomma, il 2022 non si prospetta un anno fiorente, soprattutto perché nonostante i vaccini riescono a contenere gli effetti del virus, è anche vero che i contagi continuano a correre drammaticamente, motivo per il quale per non rischiare un nuovo blocco del paese, gli italiani dovranno scendere a patti con una convivenza forzata con il Covid-19.

Invece che ampliare la proposta Bonus, il Governo ha pensato ad una manovra economica differente che andasse a toccare, per quanto possibile, le problematiche ancora più profonde che pesano sul denaro dei cittadini. In primis, quindi, la manovra 2022 vedrà un cambiamento importante per quanto riguarda l’Irpef e la divisione delle aliquote.

Non sarà la salvezza, non sarà neanche positivo per tutti, ma si tratta pur sempre di un passo in avanti e un primo intento per alleggerire le preoccupazioni degli italiani. Anche per quanto riguarda le bollette arriveranno novità: nessuno sconto ma la possibilità del pagamento a rate con anticipo dello Stato. Insomma, il 2022 è appena iniziato ma vedrà già tantissimi cambiamenti, vediamo allora nello specifico quali. 

Cosa sono le Aliquote Irpef 

È stata introdotta come riforma tributaria del 1973 la divisione in aliquote Irpef, e viene definita come imposta sul reddito per tutte le persone fisiche. I residenti pagano sia sui redditi in patria che quelli all’estero, per coloro che invece non sono residenti il pagamento si riferisce solamente al reddito prodotto sul suolo italiano. L’Irpef viene definita un’imposta progressiva, ma che significa? 

Quando parliamo di Aliquote ci riferiamo proprio a questo. La quota percentuale di reddito che dovrà essere ceduta aumenterà in proporzione al reddito di fine anno.

L’Irpef è un’imposta progressiva: vuol dire che la quota percentuale di reddito assorbita dall’imposta aumenta in proporzione al reddito stesso.

Un cittadino che avrà un reddito entro i 20mila euro, non pagherà lo stesso Irpef di un cittadino che ha un reddito di 50mila euro. In Italia il sistema funziona attraverso una divisione in aliquote che farà sì che il più ricco sarà costretto a pagare molte più tasse sul suo stipendio rispetto al povero. 

Aliquote Irpef: cos’è la no tax area?

Come spiega anche Irpef.info, la No tax area è il nome non tecnico della soglia di reddito entro la quale l’imposta da dover versare risulta pari a zero.

La no tax area è una soglia nella quale rientrano tutte quelle persone che non superano una determinata somma di reddito annuale e varia a seconda delle diverse categorie di contribuenti: lavoratori dipendenti, pensionati o lavoratori autonomi.

Per quanto riguarda i pensionati la soglia è di circa 8000 euro, poco più per i lavoratori dipendenti e molto meno per i lavoratori autonomi per i quali corrisponde a circa 5000 euro. In sostanza, fino a guadagni circoscritti in queste somme non si dovranno pagare tasse, l’entrata rimane pulita ma solo perché si tratta di somme basse.

Per quanto riguarda le famiglie, ad esempio, due genitori e due figli possono rientrare in una No-tax area che arriva fino a 16.340. Questo vale per qualsiasi tipologia di lavoro continuativo: ovvero entrate cadenzate mensilmente. Da queste somme in poi entra obbligatoriamente la tassazione e quindi la dichiarazione dei redditi ma come sono divise queste aliquote?

Aliquote Irpef, i nuovi scaglioni per il 2022

Il sistema di tassazione IRPEF è stato revisionato attraverso la nuova legge di bilancio per il 2022. Il Governo Draghi ha deciso di agire sugli scaglioni delle aliquote in modo da alleggerire almeno in parte il peso della pressione fiscale.

La crisi economica galoppante sta preoccupando sempre di più il governo: la situazione instabile ed incerta continua a rendere tutto più difficile per via del Covid-19. Da una parte l’innalzamento dei costi delle materie prime, annunciato già dall’anno precedente, dall’altra il conseguenziale aumento delle bollette: come intervenire per le famiglie che rischiano di non arrivare a fine mese? 

Una prima manovra è stata fatta sulla rateizzazione dei pagamenti: tutte le bollette potranno essere pagate in 10 rate a partire dal secondo reclamo di pagamento. I soldi verranno anticipati direttamente dallo Stato alle società. 

In secundis, si passerà da 5 a 4 aliquote: le disposizioni firmate nella nuova legge di bilancio da Draghi interesseranno circa 30milioni di contribuenti cittadini italiani. Non si sa ancora con precisione come verranno scaglionati i pagamenti: si parla di una sorta di conguaglio per i primi mesi del 2022, prima che si decida nello specifico il da farsi.  

Si dovrebbe passare dalle 5 aliquote a 4, eliminando così la fascia del 41% e lasciando quelle del 23, 27,38 e 43%. Cosa cambierà quindi per i cittadini? 

Si parla di un appiattimento della curva per i redditi medio-bassi. Con la nuova tassazione si agevolerà una grande fetta di popolazione ma sarebbe improprio annunciare ‘grandi cambiamenti’.

I redditi che vanno dalla no tax area fino ai 15mila euro rimangono nella fascia del 23%, dai 15mila fino ai 28mila vedranno una discesa dal 27% al 25%, tra i 28mila e i 50mila dal 38% si passerà al 35%, la soglia del 41% viene eliminata per poi passare direttamente dai 50mila in su al 43%.

Ma queste soglie vedranno un risparmio diverso se si tratta di partite Iva, che rimarranno infatti le più svantaggiate. Vediamo nello specifico. 

Prima di andare avanti vi consiglio la visione del video “Irpef 2022- meno tasse vediamo per chi” caricato sulla piattaforma Youtube dal canale di IFP – Investimenti & Finanza Personale che si occupa di consigliare il proprio pubblico in materia economica per investimenti e risparmi.

In questo caso il video ha una durata di 6 minuti con l’obiettivo di informare nel più breve tempo possibile su tutti i dettagli principali della nuova manovra economica in merito agli scaglioni Irpef 2022. Le novità vengono spiegate passo passo attraverso tabelle intuitive dove poter visualizzare i cambiamenti per le varie fasce, ma soprattutto per capire come abbiamo accennato anche nell’articolo chi e come avrà un vantaggio maggiore attraverso il nuovo sistema. 

 

Aliquote Irpef, le nuove soglie per lavoratori dipendenti e per P. IVA

Il problema che rimane aperto è l gap che si viene a creare tra dipendenti e partite IVA. Come riporta anche il Corriere della Sera Economia, da quest’anno le aliquote cambiano, ma agevoleranno molto più i lavoratori dipendenti che gli autonomi, così riportano anche le proiezioni pubblicate dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

Per le fasce più basse si tratta di un gap che sfavorisce le partite IVA: le differenze arrivano anche a migliaia di euro, ad esempio sui 15mila euro di reddito, il differenziale arriva anche a 2100 euro!

Chi avrà il vantaggio maggiore con le nuove aliquote Irpef

Secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, con il nuovo sistema di divisione delle aliquote in scaglioni da quattro, ad avere il risparmio maggiore è chi ha un reddito che si aggira intorno ad un massimo di 40mila euro e che riuscirà a risparmiare 945 euro annui in meno, pari al 2,4% del reddito.

Novità Irap per le Partite Iva, cosa cambia per gli autonomi 

Come abbiamo anticipato anche nei paragrafi precedenti, i cambiamenti ci saranno anche per gli autonomi. 835mila partite IVA verranno esentate dal pagamento Irap, così riportano i dati (forfettari).

1,3 milioni di soggetti passivi, secondo Ilsole24ore, tra cui gli 835mila in aggiunta. Ma questi ultimi come dovranno comportarsi con i pagamenti? Attualmente è stato confermato che dovranno chiudere i conti in merito al saldo relativo all’anno precedente (2021), di cui dovranno pagare le ultime mensilità entro giugno 2022, senza poi dover versare altri importi per il periodo successivo. 

Quando cambiano le aliquote Irpef

Nonostante se ne parli da tanto, e sia già stato specificato più volte che le nuove aliquote, così come tutte le novità inerenti alla manovra economica, sono entrate in vigore dal 1 gennaio 2022, gli enti locali avranno tempo fino al 31 marzo per adeguare le addizionali al nuovo sistema.

Il passaggio dalle 5 alle 4 aliquote non è infatti semplice come si può pensare: la manovra prevede un intervento anche per quanto riguarda le detrazioni e adattarsi ai nuovi calcoli non sarà semplice. In sostanza, quindi, l’entrata in vigore ufficiale riconduce al primo del nuovo anno, ma ci saranno due mesi di assestamento per riadattarsi ad un sistema differente e complesso. 

Come calcolare le aliquote Irpef per busta paga 

I primi studi dei dati sottolineano che il 20% delle famiglie più povere risulta escluso dai benefici della manovra sulla divisione in 4 scaglioni di aliquote per via dell’incapienza fiscale. In parole povere il 50% delle famiglie in condizioni economiche meno abbienti riesce a beneficiare di un quarto di tutte le risorse complessive, i più ricchi, invece, ovvero il 10% beneficia di un quinto delle risorse.

L’elevato livello di redditi minimi imponibili fa sì che il 20% delle famiglie rimane non coinvolto dalle revisioni Irpef. Cosa significa tutto ciò? Che facendo un calcolo forfettario, si agevoleranno le fasce medio basse ma coloro veramente in difficoltà economica non verranno toccati dalle agevolazioni proprio perché esclusi dal pagamento Irpef in partenza.

Tutto ciò sottintende il bisogno di una manovra diversa, che si discosti dai parametri Irpef così da riuscire ad aiutare anche quella fetta di popolazione. 

Claudia Manildo
Claudia Manildo
Content editor, aspirante giornalista, classe 1996. Sono una giornalista freelance, appassionata di sociologia, letteratura ed attualità. Ho unalaurea triennale in Scienze della Comunicazione all'Università degli studi di Siena e una laurea magistrale in Giornalismo e Cultura editoriale all'Università degli studi di Parma. Ho collaborato con diverse testate e siti generalisti. Divulgo libri su Instagram (@il_pesodelleidee) e scrivo sul blog 'Virus Culturali'.Il mio motto è? Ostinazione e passione"."
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