Amazon tax, chi colpirebbe la tassa sulle consegne a domicilio e i possibili effetti

Tra le varie misure sul tavolo per la prossima Legge di Bilancio, spunta anche l'Amazon tax, che ha attirato subito molte critiche. Come funziona? Chi colpirebbe? Perché preoccupa?

consegna-domicilio

La Manovra di Bilancio 2023 sta prendendo forma e tra la miriade di misure sul tavolo spunta anche l’ipotesi di una tassa sulle consegne a domicilio. Chiamata Amazon tax o green tax, la proposta ha fatto subito parlare di sé, alzando un polverone di dubbi e critiche, in particolar modo dalle associazioni di categoria.

Si tratta una tassa che avrebbe l’obiettivo di favorire il commercio di prossimità e, nello stesso tempo, quello di tassare le consegne a domicilio che vengono effettuate con mezzi di trasporto non ecologici.

L’Amazon tax entrerà nella prossima Legge di Bilancio oppure verrà cestinata? Siamo ancora nel campo delle ipotesi e, per il momento, spieghiamo per bene qual è la ratio della misura e quali sono le critiche mosse.

Cos’è l’Amazon tax

Nella Manovra di bilancio per il 2023, potrebbero rientrare un numero considerevole di misure.

Come accade spesso non si riesce ad accontentare tutti e molte proposte vengono cestinate e altre misure vengono modificate. Le discussioni, infatti, sono tante per via nel numero molto alto di proposte sul tavolo. Alcune sono urgenti, altre meno e si possono rimandare.

Sul tavolo delle misure spunta una nuova proposta che sta molto al cuore alla maggioranza di Governo: la tassa sulle consegne. L’ipotesi di inserire nella Manovra di Bilancio quella che è stata subito ribattezzata con il nome di Amazon tax, ha subito scatenato una valanga di critiche, soprattutto da parte delle associazioni di categoria.

Ma qual è la ratio dell’Amazon tax? In realtà, ci sono state molte discussioni intorno alle consegne a domicilio. L’obiettivo della tassa sulle consegne a domicilio è quello di frenare quelle che vengono effettuate utilizzando mezzi di trasporto non ecologici. Infatti, la misura viene anche soprannominata green tax.

La tassa andrebbe a favorire il commercio di prossimità, piuttosto dell’online. Per quale motivo? Soprattutto durante gli ultimi anni, il mercato delle consegne a domicilio e lo shopping online si sono ampliati di molto. I consumatori, in molte circostanze, preferiscono acquistare prodotti online, cercando l’offerta migliore e facendosi recapitare i prodotti comodamente a casa, in tempi brevi. Per non parlare durante il periodo della pandemia, quando, per ovvi motivi, la tendenza a farsi consegnare i prodotti a domicilio è aumentata ancora di più.

Quali sono le critiche avanzate

L’Amazon tax ha sin da subito alzato un gran polverone e sono piovute numerose critiche, soprattutto dalle associazioni di categoria, preoccupate per le possibili conseguenze che la tassa potrebbe far ricadere sui consumatori, se approvata.

Se l’obiettivo della tassa sulle consegne a domicilio dovrebbe disincentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto non ecologici e favorire il commercio di prossimità, secondo le critiche andrebbe anche a coinvolgere i piccoli esercenti che hanno deciso di affacciarsi all’online e vendere e consegnare i propri prodotti a domicilio. Infatti, anche molti negozi “tradizionali” si avvalgono delle consegne a domicilio.

L’Amazon tax, per ora solo un’ipotesi, secondo le prospettive, sarebbe a carico solo delle grandi multinazionali dell’online. Resterebbero escluse le consegne del settore della ristorazione e dei prodotti alimentari.

Inoltre, bisogna anche pensare ad altre conseguenze. Si immagina che i giganti dell’e-commerce, se la tassa verrà approvata, potrebbero farla ricadere, per esempio sui servizi di consegna, sui consumatori che non sono altro che i cittadini e le imprese. Come già detto, si tratta solo e unicamente di ipotesi e possibili previsioni.

Leggi anche: Manovra 2023, le prime anticipazioni: tetto al contante, scudo fiscale, bollette, flat tax

Come funziona l’Amazon tax e chi deve pagarla

Sebbene sia solo un’ipotesi, è bene farsi comunque un’idea sull’Amazon tax e su chi dovrebbe pagarla.

Già dal nome fa ben intendere che si tratta di una tassa che sarebbe a carico dei giganti dell’online, Amazon in primis (anche se non è detto e potrebbe non essere sfiorato).

L’aliquota, secondo alcune ipotesi, potrebbe essere superiore al 10%, se non addirittura arrivare al 20%. Ma su questo ci sono molti più dubbi e ipotesi che certezze. Pertanto, i prodotti colpiti dalla tassa sulle consegne o green tax sarebbero tutti quelli che vengono acquistati online, ad eccezione dei beni di prima necessità e dei prodotti legati al settore della ristorazione.

Un’altra misura prevista è l’azzeramento dell’Iva sul pane, il latte e la pasta e introdurre una tassa sugli acquisti online legati al cibo virerebbe in senso contrario.

In ogni caso, la green tax sarebbe a carico solo delle consegne a domicilio che vengono effettuate utilizzando mezzi non ecologici e, quindi, inquinanti.

Si farà davvero l’Amazon tax? Per il momento, ancora non si sa nulla e non si sa se finirà nella Manovra di Bilancio e, eventualmente, in che modo. Non si sa neppure se, sempre approvato, andrà a costituire un provvedimento autonomo oppure se si accosterà alla web tax, introdotta già ormai da qualche anno.