L’Agenzia delle entrate combatterà l’evasione fiscale con un nuovo strumento: l’anonimometro. I controlli sui conti correnti dei contribuenti si fanno ancora più serrati con l’entrata in vigore di una serie di algoritmi orientati a incrociare i dati dell’anagrafe tributaria con quelli all’interno degli archivi finanziari.
La funzionalità del nuovo strumento, i criteri e le metodologie che saranno adottare per contrastare l’evasione fiscale sono state illustrate con un documento pubblicato il 19 maggio 2023. Il documento ha anche la funzione di rendere trasparenti i controlli effettuati sui conti correnti su richiesta del Garante della Privacy.
Quindi, in conformità alla Legge n. 160 del 2019, l’Agenzia delle entrate ha ottenuto il diritto di accedere ai dati dell’archivio e di incrociarli con le informazioni raccolte in altre banche dati, per scovare e contrastare il rischio di evasione fiscale.
Come funziona l’anonimomento? La privacy dei contribuenti è in qualche modo a rischio?
Anonimometro, ecco come saranno effettuati i controlli sui conti correnti
Anonimometro è un nome alquanto particolare per le funzioni che è chiamato a svolgere. Perché questa scelta? Il nuovo strumento dell’Agenzia delle entrate per contrastare l’evasione fiscale ha il compito di analizzare i dati dei conti correnti dei contribuenti, ma in maniera assolutamente anonima. Una rassicurazione non di poco conto: i contribuenti potranno contare sulla sicurezza della protezione dei propri dati personali.
Infatti, al posto del nome e del cognome verranno inseriti alcuni codici fittizi, senza quindi effettuare nessun collegamento con i nominativi dei proprietari dei conti sottoposti a controlli. I controlli saranno basati su una prima verifica anonima e, solo in caso di situazioni anomali, l’Agenzia delle entrate assocerà il dato al proprietario del conto corrente.
Come funziona l’anonimometro? Nell’archivio dei rapporti finanziari sono contenute le informazioni sui conti correnti, sulle operazioni di giacenza media e su tutti i rapporti finanziari. Accedendo all’archivio possono essere effettuati controlli per contrastare l’evasione fiscale.
La Legge n. 160 del 2019 ha previsto la possibilità di incrociare le informazioni dell’archivio con quelle contenute in altre banche dati (sempre nel rispetto della privacy). L’anonimometro non è altro che questa operazione preliminare. Analizzando i dati con cadenza periodica, si riesce a capire quali sono i contribuenti più ad alto rischio di commettere evasione fiscale.
Quali sono le analisi dell’anonimometro
Il processo di controllo e di analisi del rischio si sviluppa in dieci fasi. Il primo passo è l’individuazione della platea di coloro che potrebbero essere potenzialmente possibili evasori. La platea individuata presenta aumenti considerevoli di patrimonio rispetto ai precedenti periodi di imposta. I controlli potrebbero essere indirizzati, per esempio, ai contribuenti titolari di Partita Iva che dichiarano ricavi inverosimili rispetto ai dati della categoria di appartenenza.
Poi, si passerà a selezionare i dati da utilizzare per effettuare i controlli fiscali effettivi. Più nello specifico, ecco l’elenco delle dieci fasi:
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Individuazione della platea;
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Scelta dei dati;
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Disposizione delle basi dati;
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Analisi della qualità;
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Definizione del criterio di rischio;
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Scelta del modello di analisi;
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Verifica della corretta applicazione del modello e del criterio;
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Estrazione ed identificazione dei soggetti;
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Test su un campione;
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Predisposizione delle liste effettive.
Come verranno individuati i possibili e potenziali evasori? Da una parte, saranno gli algoritmi ad individuare i possibili evasori, ma con il supporto dell’uomo, al fine di evitare automatismi ed errori che potrebbero solo danneggiare innocenti.
Cosa fa l’anonimometro? Lo strumento ha il compito di analizzare periodicamente i dati che sono presenti nell’Anagrafe dei conti correnti (estratti conto, movimenti, entrate e uscite, cassette di sicurezza e gestione dei titoli) e, di conseguenza, identificare i soggetti con un rischio più elevato di evasione fiscale, sulla base di alcuni criteri.
In ogni caso, potrebbero essere percorse diverse vie per ottimizzare le proprie verifiche e rintracciare il rischio di evasione fiscale.
Anonimometro e privacy, c’è qualche rischio?
L’avvio dello strumento di contrasto all’evasione fiscale non è stato semplice, a causa dei presunti rischi per la privacy dei contribuenti.
Dopo la discussione in merito tra l’Agenzia delle entrate e il Garante della Privacy, è stato pubblicato, il 19 maggio 2023, il documento illustrativo come rappresentante delle tutele a garanzia del rispetto dei diritti e della riservatezza di tutti i cittadini.
Sul funzionamento e sulle fasi in cui si snoda il processo, i controlli basati su un alto numero di contribuenti (si basano su una platea) non rappresenta un rischio per i diritti dei cittadini, bensì il contrario.
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