Prelievo forzoso, come proteggersi dalla patrimoniale!

Per superare il momento di crisi il Governo sta pensando di ricorrere ad una patrimoniale e un prelievo forzoso sui conti correnti, che però ancora deve prendere forma. Vediamo di capire come verrà attuata questa manovra e se esiste la possibilità tenere al sicuro i proprio risparmi.

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In questi giorni c'è molto fermento intorno al possibile arrivo di una nuova patrimoniale, manovra che comprenderebbe tra le altre cose, un prelievo forzoso sui conti corrente. In altre parole il Governo ha previsto un'imposta di bollo che attingerà alle risorse dei cittadini. L'obiettivo è quello di superare il momento di crisi successivo alla pandemia.

Torna quindi a farsi sentire l'ipotesi di una nuova patrimoniale, di cui si era parlato anche gli scorsi mesi, ma che alla fine era stata accantonata. Negli ultimi giorni però si è tornati sull'argomento, con l'aggiunta di un'imposta di bollo sui conti corrente. Si andrebbe a costituire così una tassa trimestrale che interesserà molti risparmiatori italiani. Vediamo di capire come sarà strutturata questa imposta, quali sono le ipotesi sul suo funzionamento e come è possibile evitarla, tenendo al sicuro i propri risparmi.

Patrimoniale o prelievo forzoso?

Anche se si parla ormai da tempo di prelievo forzoso e nuova patrimoniale, si tratta in realtà di due manovre piuttosto differenti. Infatti se la patrimoniale è una procedura calmierata e programmata, il prelievo forzoso è invece una misura più immediata. In questo video YouTube, ad opera di Francesco Carrino, possiamo notare la differenza tra queste due manovre e in quale contesto vengono normalmente utilizzate. 

Va detto poi come la prima imposta sia associata proprio al patrimonio, motivo per cui viene applicata a immobili, conti corrente, titoli azionari o altre tipologie di patrimonio.

Un esempio di patrimoniale è l'IMU, sulla quale presto potrebbero esserci novità, o l'imposta di bollo su automobile o conto corrente. L'ultima patrimoniale di cui si ha memoria è quella introdotta nel 1992, momento storico durante il quale si rilevò una crisi della moneta. In particolare si trattava di una misura che colpiva i conti corrente con prelievi forzosi, in una misura paragonabile al 6 per mille e che venne vissuta come un'ingiustizia.

Al contrario il prelievo forzoso, pur essendo una possibile modalità di attuazione della patrimoniale, interessa i conti corrente. Secondo le ipotesi infatti potrebbe intaccare i risparmi dei cittadini o, in alternativa prendere forma come modifica della tassa sulla prima casa.

Cosa accadrà ai conti corrente

Come abbiamo anticipato, in questi giorni sta prendendo forma l'idea di un prelievo forzoso sui conti corrente. Ma è davvero l'unica tassa che esiste sui risparmi depositati in banca? In realtà sui conti gravano da sempre delle imposte, che prendono il nome di bollo e, di norma, vengono applicate con cadenza trimestrale.

Tuttavia, almeno in questo caso, non si può parlare di imposta patrimoniale vera e propria, anche se verrà applicata in modo trasversale a conti corrente e postali. In particolare per gli italiani questa spesa si conformerà come un prelievo, della cifra fissa di 34,20 euro. In ogni caso però sono previste delle esenzioni, soprattutto per tutti quei correntisti con redditi bassi e una giacenza media del conto che non supera i 5.000 euro. Vediamo quindi di capire quali sono le ipotesi relative a patrimoniale e prelievo forzoso e in che modo si può evitare l'applicazione di questa imposta.

Il bollo sui conti corrente

Il bollo, come d'altronde altre imposte sui conti corrente, non sono manovre del tutto nuove. Al contrario si tratta di prelievi, forzosi o meno, che vengono applicati con cadenza trimestrale. Perciò la manovra di qui si vocifera in questi giorni, non sarebbe una novità, visto che consapevolmente o meno i cittadini perdono a scadenze fisse una piccolissima parte dei propri risparmi. A questo proposito possiamo notare com diversi esponenti, politici e non, si siano esposti sull'argomento. Tra questo anche il direttore di Radio Capital, Luca Bottura, che afferma:

Ma questo non può essere definito come prelievo forzoso, almeno non come patrimoniale, ma piuttosto come imposta di bollo. Questo perché, come abbiamo anticipato, la patrimoniale è una tassa applicata dal Governo, in determinati momenti storici di crisi economica generale, con l'obiettivo di sanare le casse dello Stato.

Prelievo forzoso e debito pubblico

Intorno al prelievo forzoso si sono fatte strada diverse ipotesi, che vanno da un'imposta sui conti corrente o una tassa straordinaria sul patrimonio immobiliare. A prescindere dalla tipologia di procedura scelta però, si tratterà di una soluzione per contenere la crisi provocata dal Coronavirus.

Secondo le informazioni emerse, la possibilità dell'arrivo di una patrimoniale o di un prelievo forzoso, è strettamente connessa con i grandi investimenti portati avanti durante la pandemia. In questo frangente le somme di denaro vennero utilizzate per dare sostegno ai cittadini italiani e supportare lavoratori e aziende. A seguito di queste scelte infatti il debito pubblico è salito vertiginosamente, peggiorando la situazione italiana già piuttosto complicata.

L'erogazione dei bonus attraverso l'INPS, ha infatti dato vita ad agevolazioni, sostegni al reddito, cassa integrazione e reddito di emergenza. Proprio per questo le ipotesi relative all'imposta patrimoniale, o meglio di un prelievo forzoso, si stanno facendo sempre più concrete, soprattutto vista la quota del debito italiano, arrivata oltre i 2.650 miliardi di euro. Attenzione quindi a risparmi e giacenza media, perché potrebbero esserci brutte sorprese dietro l'angolo.

Patrimoniale in base al reddito

Intorno alla patrimoniale e al prelievo forzoso, come abbiamo già anticipato, girano moltissime critiche e ipotesi, che renderebbero più o meno paritaria l'applicazione dell'imposta. Tra le tante proposte la più sostenuta è quella che prevede, unicamente una tassa straordinaria sui redditi più elevati. Si tratterebbe quindi di una patrimoniale bilanciata, che peserebbe sui conti più consistenti e non andrebbe a intaccare i risparmi delle fasce di risparmiatori e cittadini più svantaggiati.

Inoltre una scelta di questi tipo potrebbe coincidere anche con la volontà di allargare poi la tassa anche alle altre fasce, abituandole gradualmente alla presenza di questa manovra. In altre parole lo Stato andrà a eseguire dei prelievi forzosi, solo ed esclusivamente, sui conti che si distinguono per le condizioni migliori e una giacenza media che supera i 5.000 euro. Ma anche se l'imposta colpisse solo le fasce più ricche, avvantaggiando così il numero sempre maggiore di fasce povere della popolazione, sono molti a storcere il naso.

Ciononostante bisogna notare come il numero di cittadini in condizioni di difficoltà sia aumentato esponenzialmente durante la pandemia, esacerbando ancora di più difficoltà e disparità economiche.

Inoltre, in molti casi, le entrate del bilancio familiare non dipendono da un reddito lavorativo, ma piuttosto da sostegni economici quali reddito di emergenza o cittadinanza.

Le condizioni non sono quindi delle migliori e, di conseguenza, è piuttosto normale che il Governo abbia pensato ad una patrimoniale per risollevare il paese, e le casse dell'erario, dalla crisi. Perciò, se da una parte il prelievo forzoso si attesta come una sorta di ingiustizia nei confronti dei risparmiatori già colpiti dalla crisi, dall'altra potrebbe essere l'unico modo per arginare la situazione. In ogni caso, almeno secondo quanto anticipato dagli addetti ai lavori, non colpirà individui messi già in difficoltà da crisi e pandemia.

Come scampare al prelievo?

Coma abbiamo già detto il prelievo forzoso non interesserà a prescindere tutti quanti i risparmiatori italiani. Infatti secondo quanto stabilito interesserà solo quei conti correnti con una giacenza media, calcolata su ogni trimestre, superiore a 5.000 euro. Tuttavia è importante comprendere che, pur potendo scampare a questa tassa applicata in base al reddito, non si potranno usare escamotage.

Per fare un esempio non potrà essere attuata quella modalità che permette di avere due conti separati e, allo stesso tempo, con una giacenza inferiore ai 5.000. Questo perché l'imposta di bollo si calcola esclusivamente sulla giacenza e se questa supera la soglia prestabilita, entra in vigore il prelievo forzoso.

Altri individui che sono esenti al pagamento di questa imposta sono tutti colore che hanno un modello ISEE inferiore a 7.500 euro. La documentazione che attesta queste informazioni però dovrà essere consegnata alla propria banca, secondo quanto stabilito da Governo e Agenzia delle Entrate.

A questa fascia si aggiungono poi tutte quelle persone che possiedono un conto corrente base, sul quale vengono eseguiti solo versamenti pensionistici. In ogni caso una regola varrà su tutte. Se il conto sul quale deve essere eseguito il prelievo forzoso è negativo, non verrà sottratta nessuna quota dai risparmi accumulati.