Assegno unico: hai questi 4 requisiti? Richiedilo subito!

Quest’anno, 2022, entra in vigore l’assegno unico universale, un bonus per le famiglie che va a sostituire altre realtà già presenti in Italia. Quali sono i requisiti necessari per poterlo avere, come si fa a richiederlo, e a quanto ammonta?

Image

Da qualche mese ormai si parla di assegno unico universale, il sostegno alle famiglie distribuito dall’INPS che nel 2022 è andato a sostituire una serie di altri bonus riservati a chi ha figli, dai sette mesi di gravidanza, fino al compimento dei 21 anni della prole.

Come ogni bonus e sostegno però non tutti possono accedervi, e chi può farlo non ha sempre a disposizione la stessa quantità di fondi all’interno dell’assegno mensile. I requisiti, infatti, dipendono da diverse variabili, tra cui anche l’ISEE della famiglia, la quantità di figli, la loro età, e l’occupazione degli stessi.

Creato con l’intento di inglobare tutti i diversi bonus presenti in passato, l’assegno unico universale è un aiuto per tutte le famiglie, ma viene quindi calcolato seguendo molteplici criteri, proprio perché la situazione di ogni famiglia può essere diversa.

Ma come si fa quindi a richiederlo e in che modo le persone possono sapere se hanno i requisiti per usufruirne? Di quanto può essere l’assegno, ogni quanto viene erogato? Proviamo a fare chiarezza sui possibili dubbi.

Assegno unico universale nel 2022: cos’è

L’INPS ha condiviso un video-tutorial molto chiaro che spiega, in poche parole, cosa sia nello specifico questo nuovo bonus e il suo funzionamento.

Come spiegato anche nel video precedente se lo avete visto, l’assegno unico universale va a sommare in sé quasi tutti i diversi sostegni alle famiglie del passato, con l’intento di semplificare le cose per tutti. Ma in pratica quali sono i bonus che è andato a sostituire?

  • Il bonus natalità o all’adozione, anche conosciuto come bonus mamma domani.
  • L’assegno natalità, ovvero quello che veniva chiamato bonus nascita.
  • Verrà anche abrogato il bonus per dei tre figli.
  • Rimangono invece il bonus asilo nido e la maternità comunale.

Viene definito universale perché, seppur con diversi importi, è disponibile per ogni famiglia con figli a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza, fino al ventunesimo anno d’età del figlio.

In questo caso, una volta che un figlio è maggiorenne, potrà ricevere direttamente l’assegno mensile, facendo domanda attraverso il portale dell’INPS o utilizzando un altro dei metodi possibili.

Per chi ha fatto domanda a gennaio, febbraio, o marzo, il primo assegno è stato dato a partire da marzo 2022, mentre coloro che non hanno ancora iniziato a riceverlo, potranno fare domanda fino al 30 giugno 2022 avendo in questo modo la certezza di poter ricevere gli arretrati.

In caso contrario si riceverà comunque l’importo, ma senza gli arretrati dei mesi precedenti. Lo stesso vale per chi ha richiesto l’assegno senza presentare l’ISEE. Il pagamento, una volta presentata la domanda, viene inviato una volta al mese a partire dal mese successivo a quello dell’accettazione della domanda.

Come abbiamo detto, viene calcolato in base all’ISEE, e parte da un minimo di 50 euro per figlio a carico. Questo minimo è garantito per quelle famiglie che hanno un ISEE superiore a 40.000 euro e per chi, nel momento della domanda, non è in possesso del proprio ISEE.

Se però si presenta il documento aggiuntivo in questione prima del 30 giugno, si possono ricevere gli arretrati, mentre altrimenti si potrà aggiornare la propria domanda senza però poter sfruttare questa possibilità.

Ovviamente, nel caso in cui si decidesse di presentare l’ISEE, bisognerà obbligatoriamente comunicare le eventuali variazioni di questo, in modo che l’assegno mensile possa essere ricalcolato. 

Chi può richiedere l’assegno unico universale?

In breve chiunque abbia un figlio a carico sotto i ventuno anni, o tutti i maggiorenni che vivono con i genitori fino al compimento dei ventun anni, a patto che rispettino determinate condizioni.

In generale, i requisiti per i genitori, sono pochi e semplici da soddisfare, proprio perché si tratta di un bonus ideato per raggiungere praticamente ogni famiglia, e sono principalmente quattro.

  • Avere almeno un figlio a carico. Si può fare domanda a partire dal settimo mese di gravidanza, fino al ventunesimo anno d’età. La domanda va comunque presentata dopo la nascita e vengono poi risarciti i mesi mancanti. Nel caso in cui venisse richiesto per i figli tra i 18 e i 21 anni, ci sono anche alcuni parametri da rispettare di cui parleremo in seguito.
  • Essere cittadini italiani, o di uno stato membro dell'Unione europea, o un suo familiare, titolare di diritto di soggiorno, o soggiorno permanente. Oppure, se si è cittadini di uno stato che non appartiene all’UE si può anche essere in possesso di un diritto di soggiorno UE per lungo periodo, o di lavoro per un periodo superiore ai sei mesi, o di ricerca sempre superiore ai sei mesi.
  • È obbligatorio essere soggetti al pagamento dell'imposta sul reddito in Italia.
  • Infine, bisogna essere residenti e domiciliati in Italia. Oppure essere residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, o essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato della durata di almeno sei mesi.

Per coloro che al momento stanno ricevendo il reddito di cittadinanza, non c’è problema, non solo si può usufruire dell’assegno unico universale, ma non è neanche necessario fare domanda, perché l’assegno verrà caricato automaticamente sulla carta del RDC. 

Abbiamo detto che per i figli tra i 18 e i 21 anni però ci sono delle regole leggermente diverse, quindi eccole qui. In breve, i figli maggiorenni devono seguire un percorso formativo di qualsiasi genere. Questo significa che possono essere al liceo, all’università, o seguire un percorso di formazione.

Oppure, l’assegno si può anche riscuotere per i figli maggiorenni che lavorano o svolgono un tirocinio con un reddito annuo inferiore agli 8.000 euro totali, o se sta svolgendo il Servizio Civile Universale.

Infine, nel caso in cui i figli maggiorenni fossero disoccupati, e non stessero seguendo nessun percorso di formazione, possono comunque accedere al bonus. Basta però che siano registrati al centro per l’impiego come disoccupati e in cerca di lavoro.

Un ultimo dettaglio. Nel caso in cui si avesse dei figli disabili a carico, il limite dell’età non sussiste.

Quali sono le regole per fare domanda

Chiunque rientri nelle condizioni precedenti può fare domanda. Presentando l’ISEE si avrà la possibilità di accedere a cifre più alte, ma anche senza o per i redditi superiori ai 40.000 annui, c’è comunque una soglia minima di 50 euro al mese per figlio.

La domanda si può fare in diverse modalità, ma è da rinnovare ogni anno, nel caso in cui si rientrasse ancora nelle categorie con questa possibilità. Ma come si fa a inviare questa domanda all’INPS?

A presentare la richiesta deve essere uno dei genitori o tutore del minore, oppure direttamente il maggiorenne, e al suo interno il tutore legale deve inserire tutti i figli a carico. Non si fanno quindi più domande per più figli, ma una unica per il nucleo familiare.

Per presentare la domanda ci si deve rivolgere direttamente all’INPS, attraverso uno degli sportelli presenti sul territorio oppure utilizzando il portale online, dove è necessario essere in possesso dello SPID. Si può, altrimenti, anche rivolgersi all’assistenza di un patronato.

La domanda, una volta presentata, può venire approvata o negata, ma esiste anche una terza possibilità. Infatti è possibile che vengano chiesti ulteriori chiarimenti, in quel caso si verrà avvisati o si potrà controllarne lo stato, sempre e comunque, dal portale dell’INPS.

Come modificare la ripartizione tra i genitori separati

In caso di genitori separati, la situazione non cambia molto. Come prima, a presentare la domanda è solo uno dei due genitori e, nel momento della selezione delle modalità, si potrà selezionare la possibilità di una ripartizione al 50% tra i due, oppure farne beneficiare solo uno dei due al 100%.

Non è necessaria l’approvazione dell’altro genitore, che però potrà sempre andare a modificare la richiesta e la modalità di ripartizione. Infatti il richiedente deve solo dichiarare che la tipologia di suddivisione dell’assegno è stata decisa di comune accordo, ma questo non va a impedire eventuali modifiche future.

Per poter ricevere la somma spettante dall’assegno entrambi i genitori devono avere un account sul portale dell’INPS e inserire i dati necessari per il pagamento, che altrimenti diventa impossibile.

Quali sono i criteri e i limiti

Per ricevere il pagamento sono disponibili tre metodi.

  • Se si è in possesso di un conto corrente con IBAN si può ricevere l’importo direttamente sul proprio conto.
  • Coloro che ricevono il Reddito di Cittadinanza troveranno i soldi dell’assegno unico caricati direttamente sulla carta, senza bisogno di presentare la domanda.
  • Infine, è anche possibile ricevere il denaro contante direttamente da uno degli sportelli postali presenti sul territorio.

Ma quant’è che si può ricevere con questo bonus? L’importo varia a seconda dell’ISEE e della quantità di figli, e sono possibili anche altre maggiorazioni.

Il minimo sono 50 euro con un ISEE sopra i 40.000 euro, mentre il massimo, per ISEE di massimo 15.000 euro annui, è di 175 euro, questo nel caso in cui la famiglia in questione avesse, in entrambi i casi, un solo figlio minorenne.

Nel caso in cui invece si trattasse di maggiorenni il massimo sarebbe di 85 euro, arrivando a 25 per chi ha un ISEE massimo. Il valore dell’assegno si abbassa di 50 euro a diverse soglie di ISEE, fino ad arrivare al minimo.

È possibile però rientrare nelle categorie che possono usufruire di diverse maggiorazioni. Per esempio, in caso di più figli, sempre in base all’ISEE, si riceveranno dagli 85 ai 15 euro mensili in più per figlio, per ciascun figlio successivo al secondo, invece per i nuclei con quattro figli o più c’è una maggiorazione forfettaria di 100 euro.

Mentre in caso di figli disabili, a seconda del tipo di disabilità, del proprio ISEE, e dell’età della persona, si passa dai 25 ai 105 euro mensili.

Altri casi di maggiorazione sono possibili se entrambi i genitori sono titolari di reddito di lavoro, oppure se la madre ha meno di ventuno anni, per esempio. Ed è anche possibile usufruire della maggiorazione per i primi tre anni di vita di questa misura.

I calcoli possono sembrare complessi e proprio per questo l’INPS stessa ha messo a disposizione un simulatore online per poter controllare facilmente a quanto spetta il proprio assegno unico universale.