L’assegno unico cancella molti bonus tra cui il bonus bebè, il bonus mamma domani, gli ANF, le detrazioni per figli a carico, ma non tutti nello stesso momento.
Assegno unico: cos’è e come funziona
L’assegno unico ha lo scopo di aiutare le famiglie con figli, con un sostegno che aumenta in base al numero dei figli e in base ad altri requisiti, come per esempio la Dichiarazione ISEE.
Previsto dalla legge di bilancio 2021, l’assegno unico ha preso forma a luglio 2021 quando è entrato in vigore come misura temporanea anche per le categorie finora escluse dagli assegni familiari. Per la prima volta, anche i disoccupati, gli incapienti e gli autonomi iscritti alla gestione separata hanno ricevuto un beneficio economico.
L’assegno unico è dunque per tutti e riguarda 5,1 milioni di italiani: ecco perchè è detto “universale”. Tuttavia in molto si domandano se la nuova misura è vantaggiosa o no rispetto a quelle che va a sostituire.
Assegno unico: importi
- Per i figli minorenni: fino a 175 euro al mese (per figlio)
- Per i figli maggiorenni (fino a 21 anni): fino a 85 euro al mese
Per avere diritto all’importo massimo l’ISEE deve essere inferiore a 15.000 euro. Se è superiore occorre verificare gli importi nelle tabelle contenute nell’ultimo decreto legislativo n.230 del 21 dicembre 2021
Le quote infatti scendono fino a 50 euro per chi ha redditi superiori a 40.000 euro.
Tuttavia a questi importi base si sommano delle maggiorazioni a seconda delle situazioni:
- da 85 euro, con ISEE fino 15.000 euro, fino a 15 euro, con reddito superiore a 40.000 euro, per ogni figlio successivo al secondo, in base all’ISEE;
- 100 euro di importo fisso per le famiglie numerose;
- da 90 euro a 100 euro per figli minorenni con disabilità, in base al grado di disabilità;
- 20 euro fissi per madri di età inferiore ai 21 anni;
- fino a 30 euro per nuclei familiari con due percettori di reddito. L’importo si azzera con redditi superiori a 40.000 euro;
- maggiorazione temporanea per nuclei con ISEE entro i 25.000 euro.
Cosa sostituisce l’assegno unico
Dal mese di marzo 2022 l’Assegno unico assorbe e sostituisce alcune misure di sostegno alla famiglia:
- il premio alla nascita o all’adozione (Bonus mamma domani);
- l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori;
- gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili;
- l’assegno di natalità (cd. Bonus bebè),
- le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni.
Resta invece attivo il bonus asilo nido. L’assegno unico è compatibile con il Reddito di Cittadinanza e non concorre alla formazione del reddito IRPEF.
Assegno unico: a chi spetta?
Come visto prima, l’assegno unico ha carattere universale e verrà inviato anche a chi prima non riceveva misure di sostegno.
Oltre ai dipendenti, spetta infatti a:
- disoccupati
- lavoratori autonomi
- incapienti
Tra i dipendenti c’è però chi teme di avere minori vantaggi rispetto alle detrazioni e bonus precedenti.
Assegno unico e la clausola di salvaguardia per redditi inferiori a 25.000 euro
Per questo motivo la legge prevede una somma aggiuntiva per le famiglie con reddito Isee inferiore a 25.000 euro per 10 mesi dall’entrata in vigore della misura, quindi fino a dicembre 2022.
La clausola di salvaguardia prevede una dunque una compensazione in automatico che scende gradualmente fino al 2024, per evitare che i dipendenti a medio e basso reddito possano rimetterci rispetto alla situazione precedente.
(Claudia Cervi)