Aumento Tari 2023: ecco in quali comuni si alzerà la tassa

Quest' anno alcuni cittadini percepiranno un rincaro negli importi della Tari, non avverrà per tutti i comuni italiani, scopriamo dove sarà alzata.

La Tari è una tassa che viene gestita dalle amministrazioni locali, ed è di conseguenza soggetta alle regole che stabiliscono i singoli comuni, pur rispettando le linee guida nazionali.

Negli ultimi cinque anni si sono registrati degli aumenti costanti negli importi dovuti dei cittadini per la tassa sui rifiuti il media questi aumenti sono stati del 7,7% con picchi al 69%. Ma basti pensare che nel 2022 il costo medio è stato pari a 325 € annui, rispetto ai 313 € del 2021 e ai 300 € versati nel 2018.

I dati che abbiamo riportato fanno riferimento a dei valori medi, è chiaro che esistono delle situazioni dove si paga molto meno e altre dove si arriva a pagare anche molto di più, in base ai componenti della famiglia ed anche ai metri quadri della casa.

Anche per l’anno 2023 sono previsti degli aumenti sulla Tari, questi aumenti sono già iniziati per alcuni comuni e sono stati anche piuttosto ingenti, mentre esistono delle situazioni dove la tassa sui rifiuti è anche diminuita. Vediamo assieme la situazione generale del nostro paese per quest’anno.

Come viene calcolata la tassa sui rifiuti

Per prima cosa è importante ribadire in che modo viene calcolata la tassa sui rifiuti ed anche chi sono coloro per la quale è previsto il pagamento.

Sono tenuti a pagare la Tari tutti coloro i quali risultano essere proprietari di unità immobiliare o che viene utilizzata come avviene per i casi di immobile locato. Differenza di altre tasse sugli immobili la Tari viene pagata anche sulle prime case.

Nei casi di immobile locato il pagamento della Tari viene effettuato da parte del coinquilino solo nel caso in cui il contratto d’affitto sia superiore ai sei mesi.

Per calcolare l’importo da pagare bisogna tenere conto della superficie dell’immobile e dei componenti del nucleo famigliare. Oltre a questo esistono altre due suddivisioni ovvero, se esso viene utilizzato come ambiente domestico o non domestico, ed anche rispetto all’ISEE.

Leggi anche: Tassa UE sull’eredità: ecco in cosa consiste.

La situazione peggiore è nel sud Italia

Per capire a pieno come funziona la suddivisione del pagamento della tassa sui rifiuti facciamo riferimento alle parole di Ivana Veronese, segretaria Uil. La Veronese afferma che il pagamento della tassa sui rifiuti pesa principalmente alle famiglie del centro sud infatti, nove delle prime 10 città dove la Tari è più alta si trovano proprio in questa zona del nostro paese.

Come sappiamo la Tari è un servizio a pagamento e costa maggiormente dove lo stesso servizio è meno efficiente, di conseguenza si pagherà maggiormente nelle regioni dove il ciclo integrato dei rifiuti non è ancora stato completato.

I nuovi aumenti della Tari non sono sicuramente una novità per molti comuni italiani come per esempio quello di Viterbo dove nel 2022 ha visto un aumento della tassa sui rifiuti pari al 10%.

Purtroppo questi aumenti non risparmiano neanche i piccoli comuni, vi portiamo come esempio il Comune di Castel Maggiore, vicino a Bologna, dove si è registrato un aumento del 3%.

In quali comuni aumenterà la tassa

Dopo aver visto come viene effettuato il calcolo della Tari, passiamo ad elencarli in quale città è previsto un aumento della tassa per l’anno 2023.

Sicuramente la città nella quale si sta registrando un aumento più considerevole è la città di Napoli dove è previsto un aumento pari al 20%.

Vi sono però anche altre città dove la tassa sui rifiuti è aumentata, anche in modo più contenuto rispetto al capoluogo campano, si tratta di:

  • Torino, aumenti pari al 1,20%;

  • Padova, aumenti pari al 3,63%;

  • Perugia, aumenti pari al 4%;

  • Ancona, aumenti pari al 4%.

Dove invece si riceverà una buona notizia

Come anticipavamo all’inizio di questo articolo esistono delle città italiane nella quale il fenomeno dell’aumento della tassa sui rifiuti ha subito un’inversione.

Infatti per alcune città, anche tra le più popolate, si sono registrati dei lievi cali negli importi della Tari. Stiamo parlando di Milano e Roma.

È proprio nelle due città metropolitane, tra le più importanti d’Italia, che si registra il calo maggiore per l’anno 2023, seppur si tratti di una piccola diminuzione è comunque una buona notizia per tutti gli abitanti di queste due città.

In media si calcola che la diminuzione della Tari per quest’anno a Milano e Roma sarà pari al 4%.

La situazione a Roma dovrebbe migliorare ulteriormente nel prossimo periodo in quanto dovrebbe attivarsi il nuovo termo valorizzatori che permetterà un ulteriore riduzione delle aliquote pari al 20% così come annunciato dal sindaco Roberto Gualtieri.

Leggi anche: IMU 2023, si può scaricare dalle tasse? Le istruzioni per il 730.

Bollettino Tari: si può fare ricorso?

Le bollette relative alla tassa sui rifiuti negli ultimi anni sono risultate sempre in aumento, in alcuni casi per molti cittadini questi importi sono diventati insostenibili.

Proprio per questo motivo la corte di cassazione afferma, con l’ordinanza 1797 del 20 gennaio 2023, che è un bollettino della Tari troppo oneroso può, prima della scadenza senza che sia avvenuto accertamento, essere impugnato dal cittadino.

La cassazione afferma infatti che i cittadini hanno la possibilità di impugnare agli atti dell’amministrazione i bollettini che risultino atipici rispetto alle pretese tributarie, nei momenti in cui questi risultino essere eccessivamente costosi.

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