Scatta la stangata sulle auto. Ecco chi ci rimette!

E' meglio essere un contribuente o un'automobilista? La domanda è retorica. Possedere una macchina non significa solo pagare il bollo auto. Dal momento in cui il nostro nuovo veicolo esce dalla concessionaria, siamo costretti a mettere mano al portafoglio un'infinità di volte.

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E' meglio essere un contribuente o un'automobilista? La domanda è retorica. Possedere una macchina non significa solo pagare il bollo auto. Dal momento in cui il nostro nuovo veicolo esce dalla concessionaria, siamo costretti a mettere mano al portafoglio un'infinità di volte. Quando si fa il pieno, la spesa finisce quasi tutta nelle tasche dell'erario. Per non parlare poi della revisione, la cui componente tasse è aumentata proprio quest'anno.

Come se questo amaro elenco delle tasse sulle auto non bastasse, la Legge di Bilancio 2020 ha provveduto ad introdurre alcuni nuovi parametri per valutare il calcolo delle tasse, che devono essere applicate sulle auto aziendali. In particoalre quelle concesse al dipendente ad uso promiscuo.

Tasse sulle auto aziendali: cosa cambia?

A partire dal 2021 sono cambiate la percentuali di tassazione del fringe benefit. A modificare in maniera molto decisa questi parametri è stata la Manovra 2020, che prevede proprio una modifica delle percentualli di tassazione ai dipendenti che usufruiscono di un'auto aziendale. Le nuove tabelle di valutazione si basanno sulle emissioni di CO2. Ma iniziamo a chiarire cosa sia il fringe benefit: con questo termine si intende quel compenso che viene erogato ai lavoratori dipendenti non tramite valuta contante, ma offrendo loro dei servizi accessori. Tra questi rientra anche la messa a disposizione di un'auto aziendale da utilizzare sia per lavoro, che per le esigenze personali.

Una prima modifica alla tassazione è arrivata grazie alla Manovra 2020. Le nuove regole erano partire lo scorso 1° luglio 2020. Erano stati ridefiniti i calcoli sul livello di emissione di anidride carbonica, che, come sempre, si basano sulle tabelle redatte dall'Aci. Si è sempre tenuto conto dei 15.000 chilometri per calcolare il fringe benefit. A partire da luglio, però, la tassazione chilometrica è stata rimodulata tenendo conto anche delle emissioni di anidride carbonica della vettura. Dal 1° luglio 2020, quindi, si è arrivati ad una soglia minimina pari al 25% - in precedenza era pari al 30%, ma soprattutto non si teneva conto delle emissoni dell'auto -. Questa percentuale, comunque, era destinata unicamente a quelle auto che avessero un impatto ambientale molto basso, come le elettriche o le ibride.

Tasse: aiuto, aumentano!

Cerchiamo di approfondire ancora un po'. La Manovra 2020 aveva determinato una seria e decisa rimodulazione dei parametri. Nel dettaglio le tasse erano pari al:

  • 25% per vetture con emissioni di anidride carbonica inferiori a 60 g/Km;
  • 30% per vetture con emissioni di anidride carbonica comprese tra 61 g/Km e 160 g/Km;
  • 40% per vetture con emissioni di anidride carbonica tra i 161 g/Km ed i 190 g/Km;
  • 50% per vetture con emissioni di anidride carbonica dai 191 g/Km in su.

Nel momento stesso in cui si era deciso di introdurre questi parametri si stava pensando ad altri incrementi, sopratutto per le auto ritenute più inquinanti. Per i veicoli che avessero un'emissione di CO2 compresa tra 161 e 190 g/Km la tassazione diventava immediatamente più alta.

Auto, più inquini più paghi!

Dal 1° gennaio 2021, però, sono entrate in vigore le nuove regole di omologazione delle automobili. Da quest'anno si dovranno necessariamente basare sui dati del ciclo Wltp, il cui tetto massimo di emissioni è stato fissato a 135 g/Km. Viene, quindi, definitivamente abbandonato lo standard Nedc, fino al 2020 110 g/km di CO2: questi pur essendo differenti, sono pressoché identici. Questo. nuovo parametro, introdotto dal Regolamento Ue 2017/1151, è più attendibile, ma nello stesso tempo è più severo rispetto al precedente. Secondo gli esperti l'aumento della rilevazione dei consumi/emissioni di CO2 è quantificabile in un 20-30%. I dati sarebbero più penalizzanti.

Il rischio che si corre adesso è che un'auto non di lusso possa superare facilmente la soglia e veder così incrementare la tassazione.