Bonus Irpef, arriva il conguaglio! Chi lo deve restituire!

Il bonus Irpef, conosciuto anche come bonus Renzi, è un trattamento integrativo che arriva direttamente in busta paga. A volte può capitare che, benché venga regolarmente erogato nel corso dell'anno, facendo gli opportuni conti, si scopre che non in realtà non spettava.

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Il bonus Irpef, conosciuto anche come bonus Renzi, è un trattamento integrativo che arriva direttamente in busta paga. A volte può capitare che, benché venga regolarmente erogato nel corso dell'anno, facendo gli opportuni conti, si scopre che non in realtà non spettava. A questo punto come deve essere restituito? Come si devono comportare i lavoratori ed i datori di lavoro in questo caso?

Ricordiamo che il bonus Renzi da 80 euro è stato abolito, per sostituirlo con un bonus Irpef dal valore di 100 euro al mese, grazie ad una riduzione del cuneo fiscale. Per sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti, in estrema sintesi, è stato riconosciuto un trattamento integrativo direttamente nella busta paga del valore di 1.200 euro ogni anno.

Bonus Irpef: a chi spetta!

Il cosiddetto bonus Irpef (o ex bonus Renzi) spetta ai lavoratori dipendenti che non siano incapienti, ma che abbiano un reddito inferiore a 28.000 euro. Nel caso in cui il reddito annuo sia compreso tra i 28.001 ed i 40.000 euro i lavoratori hanno diritto ad un'ulteriore detrazione, che si va a sommare a quella che generalmente viene riconosciuta a quanti percepiscano dei redditi da lavoro dipendente ad assimilati. Ma, in estrema sintesi, come funziona il conguaglio del nuovo bonus Irpef?

Nel caso in cui il datore di lavoro si dovesse accorgere che l'ex bonus Renzi non spetta al lavoratore dipendente, o che comunque spetti in misura inferiore rispetto a quanto è stato effettivamente versato, provvederà a trattenere direttamente in busta paga il conguaglio tra quanto dovuto in sovrappiù e quanto in realtà doveva essere versato. La trattenuta non viene effettuata in un'unica soluzione, ma sarà effettuata in otto rate di uguale importo, se il debito dovesse risultare superiore a 60 euro. Quello che abbiamo appena spiegato vale anche nel caso in cui un'eventuale ulteriore detrazione riconosciuta risulti essere inferiore a quella effettivamente spettante: l’importo a debito, se superiore a 60 euro, deve essere però restituito in dieci rate di pari importo, non otto. Il sito La Legge Per Tutti spiega inoltre che:

in merito al conguaglio del trattamento integrativo, poi, il datore di lavoro deve avere riguardo all’ulteriore detrazione spettante: è possibile, difatti, che il contribuente, non avente diritto al trattamento integrativo, abbia diritto all’ulteriore detrazione, in quanto con reddito complessivo compreso tra 28mila e 40mila euro.

Come funziona il bonus Irpef

In estrema sintesi il bonus Irpef consiste in una somma aggiuntiva, che viene erogata direttamente in busta paga. L'importo che il lavoratore riceve non è imponibile ai fini fiscali ed è pari a 1.200 euro ogni anno. Questa cifra deve essere erogata per un totale di dodici mensilità: questo porterà a far lievitare la busta paga di 100 euro ogni mese.

L'importo erogato con il bonus Irpef viene proporzionato al periodo che il dipendente ha effettivamente lavorato nel corso dell'anno. Non dovrà essere defalcato né ridotto nel caso in cui il dipendente sia in part time e non deve essere tagliato in base al reddito prodotto. Nel caso in cui il reddito complessivo rimanga al di sotto dei 28.000 euro, ma sia sopra la cosiddetta soglia d'incapienza fiscale, dovrà essere erogato per intero.

Una detrazione aggiuntiva, rispetto a quella ordinaria che viene riconosciuta per quanti producano dei redditi da lavoro dipendente, spetta nel caso in cui il reddito superi i 28.000 euro annui, ma sia inferiore a 40.000 euro. Per riuscire a calcolare le ulteriori detrazioni è necessario effettuare questi calcoli:

  • se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 28.000 euro ma non a 35.000 euro: 960+ 240 x [(35.000 – reddito complessivo) /7.000];
  • se il reddito complessivo è superiore a 35.000 euro ma non a 40.000 euro: 960 x [(40.000 – reddito complessivo) /5.000].

Come funziona il conguaglio!

A fine anno, il datore di lavoro, in sede di conguaglio, sarà tenuto a verificare se il dipendente abbia diritto al bonus Irpef (o bonus Renzi). Nel caso in cui il lavoratore abbia superato la soglia dei 28.000 euro non avrebbe diritto ad accedere a questa misura, ma gli spetterebbe, unicamente, l'ulteriore detrazione, purché il suo reddito rimanga sotto la soglia dei 40.000 euro.

Nel caso in cui dovesse verificarsi questo caso, il datore di lavoro sarà tenuto a trattenere direttamente dalla busta paga il trattamento integrativo non spettante. In fase di compilazione della busta paga, il datore di lavoro dovrà provvedere a recuperare un importo pari complessivamente a 600 euro. Al lavoratore, comunque spetterebbe l'ulteriore detrazione per un importo complessivo pari a 500 euro. La differenza tra il trattamento integrativo e l’ulteriore detrazione (pari ad euro 100) supera il limite di 60 euro: il trattamento integrativo può dunque essere restituito in 8 rate di pari importo. Nello specifico, può aver luogo la rateizzazione, con rate di importo pari a 12,50 euro ciascuna (12,50 x 8=100).