Draghi taglia l'Irpef e regala 540 euro in busta paga!

540 euro: è questo l'aumento che i dipendenti si troveranno in busta paga grazie al taglio delle tasse promesso dal premier Mario Draghi. In queste settimane, infatti, il Governo sarebbe al lavoro per cercare di rendere leggermente più ricchi gli emolumenti dei lavoratori, pubblici e privati. Questo obiettivo era stato annunciato più volte nel corso degli ultimi sei mesi, e questa volta sembra proprio che siamo giunti alla meta.

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540 euro: è questo l'aumento che i dipendenti si troveranno in busta paga grazie al taglio delle tasse promesso dal premier Mario Draghi. In queste settimane, infatti, il Governo sarebbe al lavoro per cercare di rendere leggermente più ricchi gli emolumenti dei lavoratori, pubblici e privati. Questo obiettivo era stato annunciato più volte nel corso degli ultimi sei mesi, e questa volta sembra proprio che siamo giunti alla meta. La stretta finale dovrebbe arrivare con l'approvazione delle Legge di Bilancio 2022.

Sarà proprio all'indomani dell'approvazione della manovra, che i dipendenti potranno finalmente esultare nel momento in cui riceveranno la busta paga. Nel caso in cui dovessero ritrovarsi con qualche manciata di spiccioli in più a fine mese, vorrà dire che Mario Draghi è riuscito a mantenere la promessa: abbassare le tasse, in particolare l'Irpef ed il costo del lavoro. In questi giorni il Consiglio dei Ministri sarebbe concentrato nel tentativo di trovare le soluzioni migliori da adottare, soprattutto per il ceto medio, ossia quella categoria di lavoratori che risultano, al momento, tra i più tartassati dal peso fiscale.

Busta paga più ricca grazie al taglio dell'Irpef!

Busta paga più ricca per la maggior parte dei lavoratori. Per poter lasciare qualche soldo in tasca in più ai dipendenti il Governo ha deciso di percorrere una strada precisa: ridurre il costo del lavoro, riducendo l'aliquota Irpef che dal 38% dovrebbe scendere al 36%. Per poter intervenire in maniera decisa sulla tassazione, l'Esecutivo ha provveduto a mettere a disposizione qualcosa come 8 miliardi di euro, che dovrebbero essere utilizzati per riuscire a portare a termine la tanto famigerata riforma fiscale. Il futuro della busta paga, comunque, non sarà contraddistinto unicamente dal taglio dell'Irpef. All'orizzonte ci sono altri provvedimenti, dei quali starebbero discutendo i vari Ministri.

Una delle altre tasse sulle quali il Governo avrebbe intenzione di effettuare un bel taglio è l'Irap. Ma non basta: allo studio ci sarebbe anche l'ipotesi di abbassare il cuneo fiscale alle aziende, che hanno deciso di assumere nuovo personale. Ma proviamo a tornare all'Irpef: stando a quanto spiegato da Massimo Braghin, consigliere nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, al Corriere della Sera, una sua riduzione potrebbe favorire particolarmente i lavoratori che hanno un reddito annuo compreso tra i 28.000 ed i 55.000 euro. Ricordiamo, infatti, infatti che l'Irpef viene applicata con aliquote progressive, che oscillano dal 23% al 43%.

Una manovra ricca di cambiamenti!

Sono i lavoratori con un reddito annuale oltre i 28.000 euro, che potrebbero trarre il maggior beneficio dalla riforma, che è prevista all'interno della Legge di Bilancio. Nel caso in cui il contribuente avesse un reddito che pareggiasse la cifra minima, non sarà in grado di beneficiare di alcun tipo di vantaggio fiscale. Man mano che il guadagno dovesse aumentare e più si avvicina ai 55.000 euro l'anno, maggiore sarà il risparmio delle tasse, che potrà arrivare fino a 440 euro. Andando oltre i 55.000 il vantaggio fiscale potrebbe arrivare a 540 euro, che è comunque la cifra massima ottenibile.

Nel caso in cui ci siano delle famiglie con dei figli a carico disabili vale la stessa ed identia regola. Un ulteriore beneficio, potrebbe essere costituito dalle maggiori detrazioni che il singolo nucleo famigliare potrà andare a richiedere.

Busta paga, tutti i perché di una manovra fiscale!

Stando alle parole pronunciate dal premier Mario Draghi, saremo davanti ad una riforma epocale. Non siamo davanti solo e soltanto ad una ridefinizione delle tasse, che vanno a finire direttamente nella busta paga. I fondi per poter procedere in questo senso sono molti: l'Esecutivo per poter ridurre le tasse sul lavoro, come abbiamo accennato in precedenza, ha intenzione di stanziare la bellezza di 8 miliardi di euro.

La strada che Draghi ha deciso di percorrere è quella tracciata dall'Ocse, che aveva lanciato all'Italia un vero e proprio appello, con il quale suggeriva di intervenire direttamente sul cuneo fiscale, che al momento risulterebbe essere il quinto più alto nel mondo. Questo, secondo gli esperti dell'Ocse, sarebbe un grande problema, perché non incoraggerebbe il lavoro.

Qualcuno, però, ha mosso alcune critiche rispetto a questa riforma che dovrebbe portare ad ottenere un aumento direttamente in busta paga. Francesco Savio, consigliere nazionale con delega al fisco dell'Ungdcec, intervistato da Il Giornale, afferma:

Ben venga la riduzione del cuneo fiscale anche se le risorse potevano essere impiegate in modo ancora più efficiente, da un lato prevedendo, ad esempio, una riduzione e revisione degli scaglioni di reddito, soprattutto per il ceto medio. Questo provvedimento fiscale interessa esclusivamente i lavoratori dipendenti mentre si poteva, o doveva, prevedere una soluzione normativa che riguardasse la generalità dei contribuenti per una maggiore equità orizzontale.