Novità sul canone Rai 2022: ecco quello che c'è da sapere!

Il canone Rai è una delle imposte più discusse degli ultimi, con l'arrivo dei siti di streaming e l'utilizzo di internet in molti si chiedono ancora perchè devono pagare il canone Rai e se è possibile chiedere l'esenzione se non si utilizzano i canali Rai. Nell'articolo andremo a capire cos'è il canone Rai e chi lo deve pagare e quali sono le prospettive per il futuro di questa tassa.

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Il canone rai, un tributo conosciuto da molti anni e che allo stesso tempo in molti combattono.

In realtà “canone Rai” è un nome improprio utilizzato normalmente dagli italiani per riferirsi all’imposta giuridicamente chiamata “canone televisivo in Italia”.

Il canone rai è un tributo entrato in vigore in Italia nel 1938 e da allora non è mai stato cancellato, ha subìto solo alcune modifiche di aggiornamento.

Ha fatto la sua comparsa con il regio decreto legge 21 febbraio 1938, n. 246 (ovvero un atto avente forza di legge emanato dal Re) che poi l’ha convertito in legge lo stesso anno qualche mese dopo.

Il canone televisivo in Italia (che ora conosciamo come canone rai) ha una storia di ben ottantaquattro anni e vede quindi le sue radici ancora prima della nascita della Repubblica Italiana (nel 1946).

In quanto imposta dello Stato Italiano, oggi il pagamento del canone rai è gestito come qualsiasi altra imposta dall’Agenzia delle Entrate - Riscossione che ne predispone anche una scheda tecnica in cui sono spiegati i dettagli dei pagamenti e soprattutto da chi è dovuto.

Esistono infatti due tipologie di canone Rai, l’imposta ordinaria e l’imposta speciale, è quindi necessario sapere quale tipo di tassa ognuno deve versare ed entro quando e quali sono le modalità di pagamento.

Inoltre negli ultimi giorni, tra i vari argomenti toccati dalla pubblica amministrazione c’è anche una qualche possibile modifica all’attuale canone Rai.

Durante l’articolo andremo quindi ad analizzare cos’è precisamente il canone Rai, chi è obbligato a pagarlo e in quali modalità e soprattutto quali sono le modifiche che questa imposta potrebbe subire.

Prima di iniziare, vi segnaliamo anche un video del canale Youtube jbdtube in cui si mostra il tutorial di come effettuare la disdetta online al pagamento del canone Rai e quali requisiti sono necessari per l’esenzione dal pagamento.

Cos’è il canone Rai?

Il canone Rai quindi, come abbiamo già brevemente descritto, è un’imposta italiana dedicata ad un particolare gruppo di cittadini: chi è detentore di uno o più apparecchi televisivi, sia per quanto riguarda i privati che per quanto riguarda le attività commerciali.

Il canone Rai semplicemente dà il diritto di utilizzare le radiofrequenze della televisione pubblica (i comuni canali Rai1, Rai2, Rai3 e anche tutti i nuovi canali degli ultimi anni con l’avanzamento delle tecnologie televisive come Raiplay).

Esistono due tipologie di canone Rai: il canone Rai ordinario e il canone Rai speciale.

Andiamo a capire quale sia la differenza tra le due sezioni della stessa imposta e a chi sono dedicate.

Il pagamento del canone Rai ordinario è obbligatorio per i privati cittadini, quindi tutte le persone che sono in possesso di un apparecchio televisivo nella propria abitazione.

Il pagamento del canone Rai speciale invece è obbligatorio invece per il possesso delle televisioni in esercizi commerciali o in qualunque altro contesto che non sia quello familiare, come associazioni, scuole o altri esercizi non destinati a fini abitativi.

L’importo del canone Rai è pari a 90 euro diviso in 10 rate mensili di 9 euro l’una che si pagano dal gennaio fino al mese di ottobre.

Quindi chi deve pagare il canone Rai?

È molto semplice desumere che, complici le televisioni di oggi e le tecnologie che permettono di utilizzare una televisione in molteplici modi, allo stato attuale delle cose il canone Rai (sia nella sua versione ordinaria che nella sua versione speciale) è diffuso a quasi la totalità della popolazione italiana.

La particolarità del canone Rai, che spesso provoca malumori da parte dei cittadini, è che il pagamento di questa imposta è obbligatorio per chiunque detenga un apparecchio televisivo indipendentemente dal fatto che lo utilizzi oppure no. 

l canone Rai è obbligatorio per chiunque sia in possesso di una tv, anche se questa non funziona, sia spenta o semplicemente si trovi nell’abitazione (anche chiusa in una scatola).

Proprio qui si generano i malumori degli italiani, perchè nel tempo in molti hanno deciso di acquistare un apparecchio televisivo per utilizzarlo con funzioni diverse dalla classica visione dei canali pubblici.

Le smart tv più nuove danno la possibilità di collegarsi a internet e quindi poter utilizzare applicazioni come Netflix, Amazon Prime Video e tutti gli altri siti di streaming di contenuti multimediali.

Inoltre gli utilizzi delle nuove non finiscono nemmeno qui perchè è possibile utilizzarle come schermi di computer oppure per i videogiochi (Playstation o Xbox).

Per questo motivo molti italiani non ritengono giusto il pagamento del canone Rai, l’espansione dei prodotti di intrattenimento online ha reso non più indispensabile la visione dei canali classici quindi in molti non utilizzano le radiofrequenze pubbliche e non trovano una giustificazione nel pagamento del canone Rai nonostante l'inutilizzo.

La sezione delle FAQ sul sito della Rai però risponde direttamente a questi dubbi esplicitamente dichiarando che:

“La destinazione dell’apparecchio televisivo ad uso diverso (visione di nastri preregistrati, utilizzazione come terminale o come monitor per videogames) non ne esclude l’adattabilità alla ricezione delle trasmissioni televisive, con conseguente obbligo di corrispondere il canone tv”.

L’importo del canone Rai è stato inoltre esteso anche ai residente all’estero che siano proprietari di un’abitazione in Italia dove è presente una televisione o altro apparecchio dotato di ricezione del segnale radiotelevisivo.

Anche se il canone Rai sembra essere obbligatorio per una grande parte del popolo italiano, sono stati predefinite anche alcune categorie esenti dal pagamento quali:

  • Militari delle Forze Armate Italiane, limitatamente agli apparecchi di uso comune destinati. La detenzione di un televisore all'interno di un alloggio privato, anche se situato dentro le strutture militari, non esonera dal pagamento del canone
  • Militari appartenenti alla Forze Nato, di cittadinanza straniera
  • Agenti diplomatici e consolari
  • Rivenditori e riparatori TV, che esercitano l'attività di riparazione o commercializzazione di queste apparecchiature
  • Imbarcazioni da diporto, purché però non siano adibite all'esercizio di attività commerciali
  • Radio, collocate esclusivamente presso abitazioni private
  • Autoradio
  • Anziani con età pari o superiore a 75 anni, con reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 6713,98 euro annuali, senza conviventi, e detenzione di apparecchi televisivi solo nel luogo di residenza
  • Oltre a chiunque non possegga gli apparecchi che ricevono le frequenze radiotelevisive.

Cosa finanzia il canone Rai?

Se la pubblica amministrazione non ha mai deciso di togliere l’obbligo di pagamento del canone Rai esistono delle ragioni, andiamo ad analizzarle.

In quanto imposta pubblica, il canone Rai, ha lo stesso utilizzo delle altre imposte e tasse obbligatorie per i cittadini ossia quello di finanziare le casse pubbliche.

La principale funzione del canone Rai è il finanziamento dei canali pubblici Rai che continuano ad essere sovvenzionati per la loro funzione di pubblica utilità.

La Rai infatti, in quanto concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, ha il compito di utilizzare i propri canali per trasmettere programmi che trattano argomenti di informazione e di approfondimento.

Inoltre, grazie alle ben ventuno diverse redazioni sparse per tutto il territorio italiano, il canone Rai finanzia anche i telegiornali e tutte le trasmissioni di carattere istituzionale in cui si trattano temi di attualità e politica.

In generale, il canone Rai finanzia tutti i programmi contenuti nel cosiddetto Contratto di servizio stipulato con il Ministero delle Comunicazioni e che ha il compito di trasmettere programmi che riguardano temi, oltre a quelli già menzionati, sociali, ambientali e tutte le trasmissioni scientifiche e di pubblica utilità.

Con il passaggio alla tv digitale avvenuto alla fine dello scorso anno, sono stati creati molti nuovi canali che rispettano queste funzioni, come i canali dedicati ai bambini (Rai Gulp o Rai Yoyo).

In definitiva si può dire quindi che il pagamento del canone Rai va a finanziare la funzione di pubblica utilità dell’informazione da parte dello Stato Italiano.

Il problema principale, che rende indigesta questa imposta ai cittadini, è la qualità di alcuni programmi che, giuridicamente rientrano nella lista sopra elencata, ma che allo stesso tempo non sono ritenuti all’altezza della funzione da alcune categorie di italiani.

È obbligatorio pagare il canone Rai anche senza la tv?

La risposta a questa domanda si desume dalle righe precedenti: il pagamento del canone Rai non è a discrezione dell’utilizzo degli italiani, fino ad ora rimane un obbligo di pagamento.

La discriminante che fa cadere l’obbligo di pagare il canone Rai è “il possesso di un apparecchio atto o adattabile alla ricezione del segnale radiotelevisivo", quindi indipendentemente dall’utilizzo dei canali.

Ma se in una casa o in un esercizio commerciale il cittadino non possiede un apparecchio definito come sopra, allora è esente dal pagamento del canone Rai.

Chi per esempio non possiede una televisione ma è proprietario di un computer o di un tablet è escluso dal pagamento del canone Rai perchè ancora questi device sono considerati di per sè incapaci di ricevere un segnale radiotelevisivo.

Ma anche in questo caso ci sono alcune eccezioni, perchè in commercio esistono alcuni apparecchi in grado di ricevere il segnale televisivo che si possono semplicemente collegare ai computer tramite per esempio chiavette USB, schede o decoder e far sì che anche quel device riceva il segnale radiotelevisivo.

A questo punto anche un semplice computer può diventare un “apparecchio atto o adattabile alla ricezione del segnale radiotelevisivo” e il proprietario è quindi soggetto al pagamento del canone Rai.

Lo stesso vale anche per i semplici monitor che se utilizzati senza nessun tipo di apparecchio di supporto non comportano il pagamento del canone Rai, ma se invece utilizzati con supporti che ricevono le frequenze della televisione invece entrano a far parte dell’obbligo di pagamento.

Come si paga il canone Rai?

Per assicurarsi che anche gli italiani più reticenti procedessero con il pagamento del canone Rai, il Governo dal luglio 2016 ha predisposto che il canone Rai sarebbe stato addebitato ai cittadini direttamente nella bolletta dell’energia elettrica (con specifica conferma presente sul sito dell’Enel).

Nello stesso anno, con l’addebito del canone Rai in bolletta, nell'articolo 1, commi da 152 a 159, della legge n. 208 del 2015 si sono inserite anche due variabili che hanno allargato l’obbligo di pagamento a una fetta più grande di italiani.

Nella legge n.208 del 2015 infatti si introducono: 

  • la presunzione di detenzione dell’apparecchio televisivo nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica
  • è stata abolita la possibilità di pagare il canone mediante bollettino postale.

Canone rai 2022: quali sono le ultime novità per quest’anno?

Le novità che riguardano alcune modifiche in capo al canone Rai non riguardano l’abolizione o maggiori esenzioni, come sperato da molti italiani.

La grande novità che riguarda il canone Rai entrerà in vigore effettivamente nel 2023, il 2022 sarà l’anno di transizione tra la vecchia e la nuova modalità di pagamento.

L’Unione Europea ha obbligato l’Italia (con un accordo tra Governo italiano e Unione Europea nell’ambito del PNRR) a togliere il pagamento del canone Rai tramite bolletta dell’energia elettrica.

Questa imposizione si giustifica con il fatto che non è possibile che una società privata (Enel) si occupi di raccogliere dai cittadini un’imposta pubblica che non si riferisce neanche al settore di lavoro dell’azienda.

Se l’Italia non si adeguerà entro la fine del 2022, per essere pronta alla nuova modalità di pagamento del canone Rai nel 2023, l’Unione Europea non erogherà i fondi spettanti al paese per mancanza di rispetto degli impegni presi.

In pratica, il 2022 non vedrà particolari novità per quanto concerne il canone Rai, vedrà piuttosto il lavoro per una riforma che inizierà nel 2023.