Canone Rai: partono i rimborsi. Chi avrà indietro i soldi?

Il canone Rai esiste da sempre e tutti (o quasi) sono tenuti a pagarlo in bolletta. Ma, attenzione! Ora c'é la possibilità di averne il rimborso. Vedi qui:

Il palinsesto televisivo italiano vanta una delle più grandi programmazioni che siano mai esistite e dispone di un menu che comprende canali di ogni genere, studiati ad hoc in base alle preferenze del target al quale intende riferirsi.

Acquistando sempre più consensi tra il pubblico senza mai dimenticare di mantenere alta la qualità del prodotto offerto, questo servizio fà si che l’intera esperienza di fruizione diventi una necessità, non più un semplice piacere quotidiano.

Il fatto che tutti possano goderne appieno, poi, continua a far crescere la richiesta di un contributo da parte della clientela: il pagamento del famoso canone RAI.

Sebbene in molti sappiano di cosa si tratta, ancora in pochi sono a conoscenza dell’esistenza di un modo per farsi rimborsare quanto pagato in bolletta.

Canone Rai: cos’é e perché si deve pagare?

Più di una volta vi sarà capitato di chiedervi a cosa serva pagare il canone RAI se la maggior parte dei canali che guardiamo non fanno parte di questa società.

È un pensiero lecito ma del tutto sbagliato perché il pagamento del canone RAI non è legato alla sola configurazione del prodotto, bensì al possesso di apparecchi che possono ricevere quelle che in termini tecnici vengono chiamate “ radioaudizioni televisive”.

In parole più semplici, il canone RAI si configura come un’imposta da applicare in base al principio di proporzionalità impositiva.

Per far sì che tutti potessero usufruire del prodotto,molto tempo addietro la legge aveva focalizzato l’obbligo contributivo in base al possesso delle apposite apparecchiature tecniche del pubblico.

Come spiega wikipedia.org:

“Le entrate imputabili a questa importa sono in parte devolute dal governo italiano alla rai S.P.A, una società per azioni a partecipazione pubblica a cui è stata concessa la produzione e la trasmissione di programmi del servizio pubblico radiotelevisivo.”

Più avanti nel tempo, si è avuto modo di differenziare il canone RAI in due tipologie:

  • canone ordinario
  • canone speciale

Il primo, viene applicato a chiunque abbia un televisore in casa e viene addebitato direttamente nella bolletta dell’energia elettrica dell’abitazione principale in cui risiede il nucleo familiare.

Il secondo, invece, viene applicato agli esercizi commerciali, imprese, enti o associazioni che possiedono apparecchi radiotelevisivi.

Per questo motivo l’importo da versare può essere variabile non solo in relazione al tipo di esercizio ma anche in base alla quantità di apparecchi tecnici effettivamente presenti.

Canone Rai: chi non lo paga?

Da quanto spiegato poco fa è facile evincere che tutti coloro che possiedono un apparecchio radiotelevisivo, sia esso presente in casa o in azienda, si trovino obbligati a pagare il canone RAI.

Al contrario, chi non possiede alcun televisore o apparecchio simile da poter adattare alla trasmissione si può ritenere esente dal pagamento dell’imposta.

A primo impatto queste due frasi sembrerebbero far parte di uno di quegli esercizi presenti negli Alpha test universitari per trarre in inganno i poveri studenti, ma il ragionamento non è per niente sbagliato.

Se da un a parte è vero dire che tutti i detentori di una televisione devono pagare 90,00 euro all’anno di canone RAI, è vero anche che esiste una grossa fetta di “fortunati” che non se lo vedranno mai addebitare in bolletta.

Sì perché il canone Rai solitamente viene addebitato sulle fatture emesse dalle imprese elettriche, con cadenza mensile da gennaio a ottobre di ogni anno.

Diversamente, spiega agenziaentrate.gov.it:

“Qualora nessun componente della famiglia è titolare di contratto elettrico di tipo domestico residenziale, il canone dev’essere versato con il modello F24 entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento.”

Mentre, su richiesta, i titolari di abbonamento alla televisione con un reddito pensionistico non superiore a 18.000 euro possono chiederne l’addebito sulla pensione.

Nel caso in cui non si possegga un televisore o si rientri in una delle categorie qui sotto riportate, il pagamento  dell’imposta non è da ritenersi dovuto:

  • anziani con più di 75 anni
  • rivenditori/ riparatori tv
  • radio di abitazioni private
  • imbarcazioni da diporto
  • agenti diplomatici e consolari
  • militari delle forze armate italiane
  • militari della Nato

Il video di Angelo Greco  però ci mostra che, anche non rientrando in queste categorie, è possibile farsi furbi e non pagare il canone RAI:

Canone Rai: come fare per disdirlo?

Vi sono delle situazioni particolari in cui è possibile disdire il canone RAI, ma ritengono indispensabile dei passaggi diversi dalla tradizionale disdetta che si può fare comodamente online.

In quest’ultimo caso basterebbe andare sul sito dell’Agenzia delle Entrate e inviare una dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento tv per uso privato ( via web), compilabile accedendo al servizio dedicato.

Qualora si decidesse di voler disdire il canone RAI perché in nessuna delle abitazioni con utenza elettrica attivata vi è presente un apparecchio tv, il procedimento é lo stesso ma in aggiunta si dovrà compilare il quadro A della dichiarazione sostitutiva.

Nel caso in cui, invece, si siano sorpassati i 75 anni di età è possibile disdire cliccando sul link del modello di esenzione apposito, scaricare il pdf presente in fondo alla pagina e stampare il documento per poterlo compilare interamente.

Successivamente si dovrà consegnarlo ad uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate oppure inviarlo via PEC a questo indirizzo: [email protected].

Ma cosa succede se, sfortunatamente, il titolare dell’apparecchio tv decede?

In questo caso bisogna tenere presente i passaggi visti per la disdetta online avendo cura di inserire nella dichiarazione sostitutiva anche i dati dell’erede.

L’articolo di Francesca Bulgarini ci informa su tutte le novità del canone Rai previste per il 2022.

Canone Rai: a chi andranno i rimborsi?

All’inizio di questo articolo vi avevo parlato della possibilità di poter avere indietro quanto speso per il pagamento del canone RAI.

La notizia è arrivata dall’Agenzia delle entrate lo scorso 25 gennaio con la risoluzione 6/E che metteva a disposizione di alcuni beneficiari un codice tributo da utilizzare in compensazione tramite modello F24.

Chi sono i fortunati ad ottenere il rimborso? Lo scopriamo ora:

  • strutture ricettive e di somministrazione consumo bevande in locali pubblici o aperti al pubblico
  • enti del terzo settore
  • titolari di partita IVA

Il codice tributo 6958 (anche chiamato “credito d’imposta canone speciale RAI”), come spiega money.it:

“dovrà essere indicato nella sezione erario, in corrispondenza alle somme indicate nella colonna importi a credito compensati [..] Nel campo di riferimento del modello F24 bisognerà indicare il valore 2021 e la trasmissione delega dovrà avvenire esclusivamente in modalità telematica, pena il rifiuto dell’operazione.”

Bisognerà prestare molta attenzione perché se il credito d’imposta utilizzato in compensazione sarà superiore all’importo disponibile, si rischierà lo scarto dell’intero modello F24.

Volete saperne di più? Eccovi il tweet da seguire: 

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