Cappotto termico: arriva la tassa sull'occupazione del suolo pubblico

In un Comune italiano arriva la tassa sull'occupazione del suolo pubblico, anche nel caso di cappotto termico, in base allo spessore del fabbricato. Ecco di cosa si tratta.

cappotto termico tassa occupazione suolo pubblico

Quando si parla di superbonus e bonus per l'edilizia in generale, sono diversi gli interventi che si possono svolgere sugli edifici per migliorarli dal punto di vista energetico, o dal rischio sismico.

Negli ultimi anni moltissimi italiani hanno potuto accedere alle agevolazioni erogate dallo stato per intervenire sulla propria casa migliorandola tramite la ristrutturazione. Uno di questi interventi riguarda anche l'installazione del cappotto termico esterno all'edificio per migliorare l'isolamento degli ambienti.

Tuttavia recentemente un Comune italiano, ovvero Civitanova, ha istituito una nuova tassa su questo tipo di installazione, collegata all'occupazione del suolo pubblico. Vediamo di cosa si tratta e come funziona.

Cappotto termico: la tassa sull'occupazione del suolo pubblico

Con l'installazione presso un edificio del cappotto termico, effettuata per esempio con accesso al superbonus 110%, il rischio è quello di andare ad occupare uno spazio aggiuntivo rispetto al normale volume dell'abitazione o dell'immobile specifico. Per questo motivo infatti, in alcuni casi si può applicare una tassa, a carico di cittadini e imprese edili.

Ad applicarla è il Comune, in merito all'occupazione del suolo pubblico. Generalmente questa imposta viene utilizzata quando un soggetto privato va ad occupare una porzione del suolo pubblico o di spazio confinante togliendolo dall'utilizzo pubblico.

Ma questo è possibile anche per interventi di installazione del cappotto termico? La risposta è affermativa: la tassa è infatti introdotta per esempio nel Comune di Civitanova, che ha deciso di istituire un pagamento specifico sugli spazi occupati dai diversi strati posati sulle superfici per l'isolamento termico.

Questa tassa si deve pagare quindi ogni qual volta gli interventi di installazione del cappotto termico determinano l'occupazione di spazio al confine di strade, marciapiedi o spazi pubblici.

Chi svolge i lavori e ne sostiene i costi dovrà provvedere a questo pagamento in base alle regole normalmente applicate per l'occupazione del suolo pubblico.

Cappotto termico: perché si paga la tassa sull'occupazione del suolo pubblico

Ma quali sono le motivazioni per cui chi svolge questo genere di lavori deve necessariamente provvedere al pagamento della tassa sull'occupazione del suolo pubblico?

Principalmente, secondo quanto confermato per il Comune di Civitanova i motivi riguardano l'ingombro generato dal cappotto termico di un edificio: si tratta di uno strato che funziona da spessore aggiuntivo dei fabbricati, e che vanno ad occupare lo spazio pubblico.

In particolare, edifici su cui vengono svolti lavori di questo tipo aumentano leggermente di volume, causando un ingombro soprattutto se è presente un marciapiede limitrofo in cui passano i pedoni.

Come procedere quindi, in questi casi? Fatta la premessa che sono esonerati gli edifici che prevedono la demolizione con la ricostruzione dell'immobile, è possibile per gli interessati chiedere una specifica concessione, per una durata massima di 29 anni.

Cappotto termico: come si paga la tassa sull'occupazione del suolo pubblico

Il particolare permesso per procedere con i lavori di installazione del cappotto termico, viene rilasciato dagli uffici Osap, ovvero dal servizio di occupazione del suolo pubblico.

Per avere il permesso è quindi necessario pagare l'intero importo previsto per questa tassa da applicare nei diversi anni.

L'imposta, applicata non solo in questo Comune, ma presente anche in altre città più grandi in Italia, non sfugge alle critiche da parte di chi deve sostenere questi costi, e qualcuno potrebbe inserire questa tassa tra le più assurde.

Da un lato infatti chi decide di realizzare un efficientamento energetico sostiene delle spese per poi risparmiare sulla dispersione del calore, chiedendo anche l'accesso a particolari agevolazioni.

Dall'altro lato però, il rischio è quello di dover comunque spendere, nonostante siano presenti bonus e agevolazioni come il superbonus 110%.

Va ricordato che non tutti i comuni in Italia hanno scelto di procedere in questo modo, perché molti hanno comunque lasciato la possibilità di procedere con il cappotto termico senza dover pagare alcuna imposta.

Cappotto termico senza il pagamento della tassa sull'occupazione del suolo pubblico

Cosa succede se si decide di installare il cappotto termico, con l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica del palazzo, senza tenere conto di queste regole? Va tenuto presente che dato che questa è una tassa comunale, è necessario informarsi prima di procedere con i lavori.

Potrebbe accadere che nel Comune specifico non sia presente questa imposta, tuttavia potrebbe esserci. Per evitare situazioni spiacevoli, come sanzioni amministrative, è consigliato sapere prima quali sono le regole nel Comune specifico.

Quali sono le conseguenze del mancato pagamento della tassa? Come anticipato, si tratta da un lato di multe in denaro, ovvero tramite sanzioni amministrative. Dall'altro lato invece si rischia di dover rimuovere ciò che è stato installato per occupazione abusiva.