Caro energia, in arrivo la maxi stangata per i consumatori!

Costi dell'energia ancora in forte aumento: un inizio di 2022 davvero difficile, che rischia di mettere in grave crisi tanto i consumatori, quanto le imprese.

Bollette da record. Potrebbe essere questo il titolo per indicare il caro energia e la conseguente stangata destinata a colpire le tasche dei consumatori in questo inizio 2022.

Il costo dell’energia è infatti sempre più alto, e tali incrementi si ripercuotono proprio sulle bollette di luce e gas degli italiani.

Oltretutto, non sono solo i cittadini a subire le difficoltà di questa situazione molto complessa: anche le imprese si trovano a dover fare i conti con le problematiche legate all’attuale crisi energetica.

Una crisi che, in effetti, causa un forte aumento dei prezzi al dettaglio. Molte aziende, ad esempio nel campo manifatturiero, faticano a proseguire la propria produzione proprio per l’elevato costo dei materiali (i quali a volte, addirittura, mancano, a causa della mancanza di disponibilità e delle riduzioni nella catena di rifornimento).

Nel seguente video, tratto dal canale YouTube Milano Pavia TV On Demand, si entra proprio nello specifico delle difficoltà aziendali per quanto riguarda l’approvvigionamento, rendendo perfettamente l’idea della situazione che ha già iniziato a colpire le imprese italiane.

Entriamo allora nel dettaglio di questa crisi energetica e vediamo quali allarmi sono stati lanciati dalle associazioni competenti, quali sono i settori più colpiti e cosa si può fare, nei panni del governo, per cercare di porre rimedio a queste difficili problematiche legate al caro energia.

La crisi energetica di inizio 2022

Non è stato il petrolio, come è successo a volte in passato, a causare la situazione di crisi in campo energetico degli ultimi mesi. Questa volta il fulcro di tutto è il gas naturale. Non che ciò sia consolatorio, semmai tutto l’opposto, soprattutto nel contesto geopolitico attuale. 

Ma andiamo con ordine. In primo luogo dobbiamo tenere presente che, a fronte di una riduzione di import e di produzione di gas all’interno dell’Unione Europea, la domanda energetica è cresciuta nel corso del 2021 rispetto al periodo precedente. E ciò vale non solo a livello europeo, ma anche sul mercato asiatico (soprattutto in Cina, naturalmente).

Con meno gas a disposizione ed una domanda che però va in direzione opposta, sono le altre fonti di energia, come le rinnovabili, che dovrebbero colmare questa differenza. Così però non è stato, né a livello europeo, tantomeno in ambito italiano.

A questo quadretto già di per sé ben poco rassicurante bisogna poi aggiungere le attuali tensioni tra Russia e paesi occidentali per la questione Ucraina nella regione del Dombass.

È evidente che i timori del conflitto che proprio in questi giorni sta prendendo piede giocano un ruolo cruciale, soprattutto se teniamo presente il fatto che la politica energetica dell’Unione si basa in maggioranza sulle importazioni, con il 35% della domanda di energia che proviene proprio dalla Russia.

Ecco perché la partita che si gioca tra Putin ed i vari leader occidentali ha una posta in gioco che va anche oltre i destini della regione contesa tra ucraini e separatisti, e rischia di avere un forte impatto economico su tutti i cittadini europei.

Energia, l’allarme lanciato da Assoutenti

I problemi geopolitici e strutturali del comparto energetico vanno infatti ad impattare sulle bollette delle famiglie e sui costi delle imprese, causando, come vedremo tra poco, anche l’aumento dei prezzi al dettaglio.

Le associazioni a tutela dei diritti dei consumatori, come Assoutenti, hanno da tempo segnalato il problema e sollecitato il governo a prendere provvedimenti per tutelare le persone che potrebbero risentire di difficoltà economiche a causa della crescita dei prezzi di luce e gas.

L’associazione ha sottolineato come questi aumenti:

Hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio.

Il governo ha varato alcune misure e stanziato alcuni fondi per combattere il caro energia, ma la risposta, per il presidente di Assoutenti Furio Truzzi, non è stata assolutamente adeguata alla situazione critica vigente e che potrebbe andare ad intensificarsi ulteriormente nelle prossime settimane.

Ecco le sue parole:

A fine 2022 il conto per le famiglie italiane potrebbe essere pesantissimo, con una stangata da +40 miliardi di euro solo per maggiori costi legati all’energia, e ulteriori +38,5 miliardi come effetto indiretto del caro-bollette su prezzi e tariffe di una moltitudine di beni e servizi.

Per questo motivo Assoutenti assieme ad altre associazioni dei consumatori si farà promotrice di proteste e forme di lotta legale, compresa l’autoriduzione delle bollette che negli anni passati si è rivelata un efficacissimo strumento di tutela dei consumatori.

Non solo energia, la crisi causa l’aumento dei prezzi al dettaglio

Nel complesso, gli aumenti dell’elettricità previsti per il primo trimestre 2022 superano il 50%. Quelli del gas si attestano al 40%.

Tutto questo, come abbiamo accennato, provoca la crescita del costo delle materie prime, e a cascata ciò si ripercuote sui prezzi al dettaglio, i quali a propria volta stanno subendo un’impennata che finisce per gravare sulle tasche delle famiglie italiane.

La pasta, ad esempio, è aumentata dell’8%. I biscotti del 10%. La farina, addirittura, fa segnare un incremento del 20%.

Ma sono anche carta, cartone, plastica e vetro ad avere costi più alti, il che poi incide sull’andamento generale delle filiere.

Ed il problema dei prezzi non è l’unico: assieme ad esso, infatti, procedono di pari passo le difficoltà legate all’approvvigionamento, come segnala Alessandro Spada di Assolombarda:

La salita dei prezzi si accompagna a problemi di disponibilità e strozzature nelle catene di approvvigionamento con quasi il 20% delle manifatturiere del Nord Ovest che segnala ostacoli alla produzione per mancanza di materiali e impianti a fine 2021, e lamenta tempi di consegna più lunghi.

Tale contesto viene reso ancora più complesso, come abbiamo detto, dalla situazione di crisi e incertezza politica derivante dal conflitto in Ucraina. Rispetto al 2019, prima dell’inizio della pandemia di Covid, il prezzo del gas naturale è salito in modo clamoroso, registrando un aumento superiore al 600%!

Caro energia, i settori più colpiti

In realtà è difficile trovare dei settori che non siano colpiti dalle conseguenze del caro energia che abbiamo visto fin qui.

Sono in maggiore difficoltà un po’ tutte le aziende produttrici, negli ambiti più diversi tra loro. Parliamo di imprese del vetro, della plastica, della ceramica, aziende chimiche, alimentare, meccaniche. Per tutti questi settori l’aumento del costo del gas è una spada di damocle che pende sopra la propria testa.

I problemi legati al costo dell’energia elettrica vanno invece a colpire non solo le acciaierie ed il comparto industriale, ma anche il settore terziario.

Il commercio è certamente in grande difficoltà: lo era già per via del Covid, ed ora questa crisi energetica può dare purtroppo il colpo di grazia a tanti esercizi. 

Oltre ai negozi, anche gli alberghi, i bar, i ristoranti, i cinema ed i teatri sono a rischio collasso. Persino i centri commerciali e le gdo, le cui strutture richiedono moltissima energia per l’illuminazione, la refrigerazione, il riscaldamento o, nei mesi a venire, il condizionamento dell’aria.

Al di fuori dell’ambito aziendale, persino i Comuni stanno incontrando numerose difficoltà, ed il pericolo concreto consiste nella necessità di dover eliminare o quantomeno ridurre determinati servizi ai cittadini per far fronte all’aumento del costo dell’energia e far quadrare i conti.

Ad esempio, molti sindaci stanno pensando di “spegnere” i monumenti: a Reggio-Emilia questa soluzione è stata adottata lasciando al buio per mezz’ora il famoso ponte di Calatrava.

Certo, oscurare dei monumenti è di sicuro meno grave rispetto al taglio dei servizi essenziali. Ma si tratta comunque di un indicatore preoccupante di uno scenario che sta scivolando verso un vero e proprio disastro.

Come porre rimedio al caro energia?

La situazione è quindi estremamente complessa: il governo ha stanziato un budget che ammonta a circa 6 miliardi per cercare un nuovo rafforzamento relativo ad incentivi e bonus sociali.

Naturalmente, però, questi interventi, pur essendo molto importanti, rappresentano un modo di tappare un buco, vale a dire che si tratta di soluzioni per risolvere l’attuale crisi solo momentaneamente. Non si tratta purtroppo di interventi che possono rivelarsi risolutivi nel lungo periodo.

In questo senso, occorrerebbero invece vere e proprie riforme strutturali. Ma anche qui l’Italia rischia di essere fuori tempo massimo. Si pensa a riproporre il tema del nucleare, già bocciato nel corso degli anni da più di un referendum a livello nazionale.

Un’altra soluzione prospettata è quella legata ad un aumento delle estrazioni di gas, sia su terra che offshore. Se la produzione nazionale di gas venisse più che raddoppiata, passando da 3,2 miliardi di metri cubi ad oltre 7 miliardi, allora si potrebbe ragionare su una copertura di circa il 10% del fabbisogno nazionale.

Naturalmente è ben chiaro come ciò non sia sufficiente, ed oltretutto questa strategia andava pensata ed eventualmente predisposta mesi fa, in quanto le tempistiche per metterla in atto non sono certo immediate.

Un’ulteriore opzione a cui si pensa è la fornitura di stock energetici alle attività produttive ad un costo calmierato, in modo da limitare almeno in parte i rischi che abbiamo visto in precedenza relativi a possibili interruzioni delle filiere di produzione, nonché le difficoltà di approvvigionamento che causano l’aumento dei prezzi al dettaglio.

Ma i venti di guerra che giungono dall’Ucraina, purtroppo, non inducono per nulla all’ottimismo. La speranza di un miglioramento della situazione energetica nel corso delle prossime settimane è praticamente nullo.

I cittadini italiani e le stesse imprese si troveranno perciò costretti a navigare a vista, proprio nel momento in cui sembrava che almeno la pandemia di Covid allentasse la sua morsa. Invece, il ritorno ad una normale quotidianità rischia di essere sempre più lontano.

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