Cartelle esattoriali e 730, buone notizie! Ecco le novità

Novità da parte dell'Agenzia delle Entrate per la riscossione delle cartelle esattoriali e il 730. Meno costi di riscossione e una pioggia di bonus.

Il 2022 sarà un anno di novità per quanto riguarda la riscossione delle tasse. Dopo una lunga discussione e continue proroghe che si sono susseguite per tutto l’autunno del 2021 fino ad arrivare al 31 dicembre, la rottamazione ter è giunta al termine e con lei tutti i condoni fiscali che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni, fin da quando il governo Renzi aveva istituito la prima rottamazione delle cartelle. 

L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha quindi ripreso dal primo gennaio a riscuotere le tasse in maniera normale, pretendendo indietro i debiti interamente con relative more e interessi. Ma oltre a questa novità, o meglio questo ritorno alla normalità, c’è anche una notizia più gradita ai contribuenti: a partire dal 2022 non saranno più dovuti gli oneri di riscossione.

Altre novità arrivano per quanto riguarda il modello 730, che nel 2022 riceverà alcune modifiche. Ci saranno infatti nuovi inserimenti relativi a vari bonus e al Superbonus in alcune specifiche situazioni. Ci sarà inoltre spazio per li adeguamenti del trattamento integrativo e dell’ulteriore detrazione a favore dei lavoratori dipendenti e assimilati. 

Il 2022 porterà anche la nuova certificazione unica (CU), da presentare entro marzo. Infine ci sarà anche un lieve cambiamento relativo al ravvedimento operoso, con cui si possono pagare la tasse arretrate dovute allo stato. Questo procedimento vedrà un aumento dei tassi di interesse, che da una cifra quasi simbolica passeranno alle percentuali più alte dal 2013. 

Cartelle esattoriali, addio rottamazione

Da ormai anni in Italia era possibile, in caso di debiti con la pubblica amministrazione, accedere a vari tipi di condono che permettevano di pagare le tasse arretrate o di stralciare i debiti inferiori ad una certa cifra, senza pagare multe, more, penali o interessi. 

La norma che regolava queste operazioni era la rottamazione delle cartelle, varata dal governo Renzi e prolungata più volte fino ad arrivare nel 2019 alla sua terza versione. La rottamazione ter, che doveva terminare ad aprile del 2019, si è però incrociata con la pandemia e con le infinite proroghe che fanno ormai parte del modo in cui funziona il nostro paese. 

Così, si è arrivati a fine estate 2021, quando il destino della rottamazione delle cartelle sembrava segnato. Nuovamente però, grazie alla pressione dei partiti, Lega in testa, il governo ha prorogato le scadenze, prima a ottobre, poi a novembre e infine in una sorta di resa fino alla fine dell’anno. 

Vista la riuscita di questa operazione dal parte dei partiti ci si poteva aspettare che, tra le pieghe di bilancio e gli infiniti emendamenti della finanziaria, spuntasse una rottamazione quater, che continuasse la tradizione dei condoni anche nel 2022. Draghi però, che si è sempre dimostrato opposto a questo tipo di favori fiscali, ha fermato tutto e per la prima volta da cinque anni, dal primo gennaio non è più possibile rottamare le cartelle. 

La logica dietro a questa norma non era però solo quella di aiutare i contribuenti in difficoltà fare un favore agli evasori. Riscuotere le tasse, specialmente quelle arretrate da chi è restio a pagarle, è molto costoso per lo stato. Tanto che alcune tasse dall’ammontare molto basso, se evase dopo alcuni anni non vale nemmeno la pena riscuoterle. Costa più di quanto entri poi nelle casse dello stato, e ignorarle diventa un guadagno per l’Agenzia delle Entrate. 

Con la rottamazione delle cartelle si spingeva soprattutto chi le tasse non aveva potuto, più che voluto, pagarle, a rientrare dalla propria situazione di debito tramite lo sconto delle multe e degli interessi. In questo modo vincevano tutti, da una parte il contribuente si metteva in regola con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, dall’altra lo stato risparmiava sulle onerose operazioni di riscossione dei contribuenti morosi. 

Cartelle esattoriali, niente più oneri di riscossione

Ma dal 2022 non è più così. Addio rottamazione delle cartelle almeno finché Mario Draghi sarà a Palazzo Chigi. Nonostante questo però l’anno nuovo ha portato alcune novità in materia fiscale, sotto forma di nuovi regolamenti emanati dall’Agenzia delle Entrate. 

La principale notizia riguarda proprio il pagamento delle cartelle esattoriali, che cambia a partire dal primo gennaio 2022. Prima di questa data infatti il contribuente inadempiente doveva sobbarcarsi anche gli oneri di riscossione, che equivalevano al 3% della cartella in caso essa fosse pagata entro 60 giorni, o al 6% se veniva pagata dopo i 60 giorni dall’emissione. Questi oneri sono stati del tutto eliminati, e non ricadranno più sul contribuente. 

Altro provvedimento preso dall’agenzia delle entrate con il nuovo anno riguardo al pagamento delle cartelle esattoriali è l’eliminazione della quota pari all’1% delle somme iscritte a ruolo per le ipotesi di riscossione spontanea. Questa cifra sarà d’ora in poi a carico dello stato, grazie ad un emendamento inserito nella manovra finanziaria approvata il 30 dicembre 2021. 

Ultima novità sul pagamento delle cartelle esattoriali riguarda invece gli agenti di riscossione. È infatti stato introdotto un nuovo modello per le cartelle affidategli a partire dall’inizio di quest’anno. Rimane invece in vigore il vecchio modello approvato nel 2017 per le cartelle affidate fino al 31 dicembre 2021. Questa circostanza vale indipendentemente da quando sia stata notificata la cartella. 

Quello che non cambia nella riscossione delle tasse non pagate da parte dell’Agenzia delle entrate sono le spese relative alle procedure esecutive di notifica della cartella di pagamento. Quelli rimangono ancora interamente a carico del contribuente inadempiente. 

Cartelle esattoriali e modello 730 cosa cambia

Novità anche per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, in particolare per il modello 730 e quello per le partite iva. La prima data da segnarsi in questo caso è il 30 aprile 2022, quando sarà disponibile il 730 precompilato per il 2022. Le date successive sono il 30 settembre per l’invio del modello 730 e il 30 novembre per quello sui redditi. 

Altre date intermedie da segnarsi sono il 15 giugno, per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio, il 29 giugno per quelle presentate tra il 1° e il 20 giugno, il 23 luglio per quelle presentate tra il 21 giugno e il 15 luglio, e infine il 15 settembre per quelle presentate fino al 31 agosto.

Le novità principali per quanto riguarda le dichiarazione dei redditi sono le modifiche alla nuova certificazione unica, l’ingresso nel modello IVA dei beni relativi a servizi necessari per la lotta alla pandemia da coronavirus e alcune nuove voci che entreranno nel 730

In particolare, nel 730 fa il suo ingresso il Superbonus 110% per l’abbattimento delle barriere architettoniche, in caso di spie effettuate assieme ad interventi del Sismabonus e dell’Ecobonus. Esordisce anche il bonus musica, una destinazione delle spese sostenute per le scuole di musica, l’iscrizioni a cori o conservatori di bambini e giovani sotto i 18 anni. 

Altri bonus sono quelli per l’acquisto della prima casa tramite mutuo per gli under 36, per gli impianti di filtraggio dell’acqua (Bonus Acqua Potabile). Il bonus mobili per il 2021 ha un nuovo limite fissato a 16.000 per le spese per cui è possibile fruire di una detrazione. Anche gli interventi di installazione delle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici subiranno delle modifiche, con nuovi limiti di spesa. 

Cartelle esattoriali, ecco la nuova certificazione unica

Molte novità anche per quanto riguarda la certificazione unica (CU) che è stata aggiornata con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate il 14 gennaio del 2022. Sono state necessarie alcune modifiche relative soprattutto alla legge di bilancio 2022. 

Rimangono invariate le scadenze per la presentazione della certificazione unica. Il 16 marzo la certificazione unica andrà consegnata all’agenzia delle entrate, mentre il 31 ottobre 2022 è la data in cui saranno disponibili i modelli relativi ai redditi esenti, o  per i quali non è disponibile il modello precompilato. 

Diverse invece le novità da segnalare. È stata inserita prima di tutto una casella per segnalare l’annullamento o la sostituzione di una certificazione unica già inviata. È stata dedicata una nuova sezione per il trattamento integrativo che ha sostituito il Bonus Renzi, ormai abrogato. Sono infine state aggiornate le casistiche per i lavoratori che rientrano dall’estero. 

Cartelle esattoriali, novità per il ravvedimento operoso

Ultima novità in ambito fiscale per questo 2022 riguarda il ravvedimento operoso. Il ravvedimento operoso è un metodo tramite il quale il contribuente inadempiente può regolarizzare la propria posizione con l’agenzia delle entrate. Si può utilizzare pagando l’imposta dovuta, gli interessi e le sanzioni.

Queste ultime però, se si sceglie questa opzione, saranno in misura ridotta. A seconda dei casi la riduzione va da un quinto ad un decimo della sanzione originale. Il Ministero di Economia e Finanza ha il potere di modificare i tassi di interesse relativi al ravvedimento operoso ogni anno, entro il 15 dicembre. 

Il 14 dicembre 2021 il ministero ha fatto esattamente questo. A partire dal primo di gennaio 2022 quindi, i tassi del ravvedimento operoso aumenteranno, rendendo l’intera operazione più costosa. Se prima i tassi di interesse erano fissati ad una percentuale quasi simbolica, lo 0,01%, ora subiranno un netto aumento. 

Per il 2022 i tassi di interesse sulle operazioni di ravvedimento operoso arriveranno a toccare l’1,25%. È la percentuale più alta dal 2013, quando erano fissati al 2,5%. Questi tassi si applicano però soltanto per le tasse non pagate nell’anno 2022, e non per le operazioni di ravvedimento operoso svolte nel 2022 ma che riguardano inadempienze del 2021. 

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