Dopo un lungo periodo di stop causato dalla pandemia, la macchina della riscossione ha riacceso i motori. È finita, dunque, la pausa dal pagamento delle cartelle esattoriali.
Al contribuente in debito con il fisco, sono stati concessi molti metodi per saldare la propria posizione - oltre che molto tempo - come fruendo della rateizzazione delle cartelle oppure beneficiando del saldo e dello stralcio dei debiti.
Anche se dopo il lungo e difficile periodo pandemico, i cittadini sono seriamente toccati dalla crisi energetica e dal caro bollette, cosa bisogna aspettarci il prossimo anno sui tempi per saldare la propria posizione fiscale ed evitare il pignoramento?
Analizziamo la situazione attuale, spiegando, molto brevemente, il passaggio che porta una multa a diventare cartella esattoriale e, successivamente, come avviene il pignoramento. Ovviamente, andremo a soffermarci sulle tempistiche di pagamento, ragionando su quali sono le prospettive per il prossimo anno. Concederemo uno spazio ampio a spiegare il perché le cartelle si dovranno pagare più in fretta.
Possibile nuova pace fiscale per le cartelle esattoriali
La pandemia ha causato non pochi problemi a tutti i cittadini: famiglie, lavoratori, imprese. I contribuenti già in debito con il fisco hanno risentito, probabilmente, ancora di più le conseguenze e i contraccolpi delle chiusure e della crisi economica derivata.
Sono state varate diverse misure per andare ad ottemperare una situazione senza ombra di dubbio molto difficile. C’è stato un lungo periodo di pausa dal pagamento delle cartelle esattoriali, è stata disposta la possibilità di rateizzazione dei pagamenti e la possibilità di ricorrere al saldo e allo stralcio dei debiti.
Senza scendere troppo nel dettaglio di misure che conosciamo bene, possiamo ricordare le ultime novità introdotte dal Decreto Aiuti ed Energia e la nuova modulistica messa a disposizione dall’Agenzie entrate-Riscossione per richiedere la rateizzazione delle cartelle. Una novità molto importante che ha permesso al contribuente di rateizzare i debiti in modo semplice e che ha portato la decadenza della rateizzazione solo dopo il mancato pagamento di otto rate.
Ma cosa succederà dalla fine di quest’anno e dal prossimo anno? Già da molti mesi, ormai, si sta parlando di un ritorno alla normalità e ciò sta avvenendo. Dobbiamo aspettarci un ritorno alla normalità anche dal punto di vista fiscale, e tutte quelle attività di riscossione che sono rimaste a lungo congelate durante i mesi difficili della pandemia e più volte prorogate potrebbero fare ritorno.
Tra le ipotesi, però, ci sarebbe anche quella di un ritorno ad una nuova pace fiscale e ad un nuovo saldo e stralcio delle cartelle più basse (si parla dei debiti tra 1000 e 3000 euro), per tutte le persone che versano in serie situazioni di difficoltà, accentuale esponenzialmente dalla crisi e i rincari.
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Cartelle esattoriali: si dovranno pagare più in fretta. Ecco come evitare spiacevoli sorprese
Perché abbiamo detto che ci sarà meno tempo per pagare multe e cartelle? Andiamo a spiegare quali sono stati i cambiamenti.
Come andremo a spiegare in seguito, dopo l'arrivo della multa e prima della messa a ruolo, arrivano gli avvisi bonari.
Per quegli avvisi che sono stati emessi prima del 1° agosto, il termine di pagamento di trenta giorni era rimasto sospeto dal 1° agosto al 4 settembre. Termine che andava a decorrere dopo la fine del suddetto periodo.
Tuttavia, se il termine di pagamento dell'avviso iniziava a decorrere durante la sospensione, il termine di trenta giorni si conteggiava dal 4 settembre in poi.
Il contribuente ha comunque la possibilità di richiedere la verifica della somma a debito dovuta, ma entro sessanta giorni dalla notifica. Ricordiamo, infine, che nel caso in cui viene iscritto a ruolo l'importo dovuto e inviata la cartella esattoriale di pagamento, il contribuente può impugnare la stessa anche per vizi o per notifica. Se tale ricorso viene riconosciuto, al contribuente viene notificato un secondo avviso di pagamento rettificato.
Multa e cartelle non pagate: ecco quando rischi il pignoramento
Il pignoramento scatta nel momento in cui multe, avvisi bonari e cartelle di pagamento vengono ignorate. Il fisco, allora, si adopera a pignorare i beni del contribuente in debito che non ha provveduto a saldare la propria posizione.
Cosa si può pignorare? Si possono pignorare beni mobili e immobili: può essere pignorata una parte dello stipendio e della pensione, un conto corrente, la casa, l’automobile così via.
Infatti, come si legge sul sito agenziaentrateriscossione.gov.it:
“La procedura esecutiva prende avvio con il pignoramento che può avere a oggetto: somme, beni mobili e beni immobili”.
Il pignoramento viene preceduto dalla notifica dell’avviso di intimazione e, da quella data, il contribuente in debito ha cinque giorni di tempo per pagare la somma dovuta. Come ben si sa, c’è la possibilità di richiedere la rateizzazione o la sospensione della riscossione, ma solo se e quando viene previsto dalla legge.