Cashback fiscale: detrazioni dirette in CC? Solo dal 2023!

L'approvazione del cashback fiscale sta incontrando delle difficoltà dal punto di vista puramente tecnico: come funzionerà questa novità?

Ultime novità sul cashback fiscale, purtroppo non particolarmente positive. Non è infatti semplice introdurre un nuovo sistema di detrazione delle spese (per ora mediche) che sostituisca in breve tempo il classico sistema con il 730 e pare che il Governo abbia sottovalutato questo aspetto. Cashback fiscale sì, ma solo dal 2023 (forse).

Quando una novità del genere si affaccia su un sistema fiscale collaudato, seppur con i suoi difetti, è chiaro che ci vuole del tempo per implementarla e renderla operativa. Non solo, perché tra gli obiettivi del Governo c’è anche la lotta all’evasione ed una implementazione non corretta di questo nuovo sistema potrebbe essere una ghiotta occasione per gli evasori per dichiarare spese in realtà inesistenti.

Per questo motivo, bisogna agire con cautela, nonostante la novità sia palesemente positiva per tutti dal punto di vista teorico. Detrazioni più semplici ed immediate per i cittadini e burocrazia migliorata per il Fisco, una situazione win-win che vuole essere implementata il prima possibile.

Come però spesso accade, tra la teoria e la pratica c’è qualche sottile differenza che poi, in realtà, così sottile non è. Questo potrebbe essere uno dei casi in cui una novità, in questo caso del sistema fiscale, è condivisa potenzialmente da tutte le forze di maggioranza ma poi, nei fatti, metterla in pratica diventa veramente complesso e si potrebbe arrivare addirittura a rinunciare di introdurla.

Ovviamente non è questo lo scenario che ci si augura, ma al momento non lo si può escludere, perché di fatto mancano degli elementi tecnici che non fanno ben sperare e che portano quanto meno la data di inizio di questo nuovo sistema di detrazione al 2023, contro luglio 2022 di cui si parlava da qualche settimana ormai.

La chiave è comunque nella legge delega del Governo alla riforma fiscale, mentre poi per tutti gli aspetti più tecnici e burocratici serviranno come sempre i decreti attuativi. Ecco la situazione.

Cos’è il cashback fiscale? Ecco perché il Governo vuole introdurlo!

In principio, partiamo con il capire esattamente cos’è il cashback fiscale, per coloro che magari non lo hanno mai sentito nominare o non hanno compreso esattamente come funziona. Si tratta in sostanza di un nuovo modo per approfittare della modalità cashback dopo il fallimentare Cashback di Stato di fine 2020 e inizio 2021.

In questo caso, infatti, il cashback si applicherebbe non più a tutti i pagamenti effettuati con metodi di pagamento tracciabili, ma solo a quelli per cui si gode di una detrazione fiscale. Le spese mediche e le donazioni, per fare un esempio. Queste spese, in genere, venivano restituite al 19% attraverso il modello 730, ma questo processo necessita di circa un anno (si presenta nel maggio successivo all’anno di riferimento).

Il cashback fiscale velocizzerebbe il meccanismo applicando il principio del cashback, comunque amato dagli italiani, ad un sistema che ne gioverebbe molto, quello delle detrazioni fiscali appunto. Chiaramente il Governo spinge in questa direzione con l’obiettivo di incentivare gli italiani ad utilizzare metodi di pagamento tracciabili in sede di pagamento di spese mediche ed altre spese fiscalmente detraibili.

Questo obiettivo resta infatti prioritario per il Governo nella lotta all’evasione, dato che il Cashback di Stato, come abbiamo accennato, funzionava in linea di principio ma non è stato particolarmente di successo dal punto di vista pratico, con i cittadini che ne hanno usufruito che erano già utilizzatori dei metodi di pagamento smart.

Quando il cashback fiscale potrebbe diventare realtà? Ecco le possibili tempistiche

Quando una novità viene introdotta all’interno di un sistema, come può essere il cashback all’interno del sistema fiscale delle detrazioni, c’è sicuramente bisogno di tempo per implementarlo. Successivamente vedremo quali sono gli ostacoli in questo senso, forse un po’ sottovalutati a parte del Governo, almeno fino ad ora.

Il cashback fiscale viene introdotto con la legge delega alla riforma fiscale che potrebbe vedere la luce, finalmente, tra maggio e giugno. Il 4 maggio arriva in aula, ma ovviamente non è detto che venga subito approvata, anzi sarà necessario ancora un po’ di tempo e la consueta trattativa politica che inevitabilmente riguarda argomenti del genere.

Allora possiamo dire addio al cashback fiscale entro luglio 2022, con la modalità di prova solo sulle spese mediche per il secondo semestre 2022. Con ogni probabilità, il cashback fiscale vedrà la luce solo nel 2023, soprattutto perché anche una volta approvata la legge delega, dovranno arrivare anche i decreti attuativi.

Cashback fiscale in arrivo, ma solo per le spese mediche!

Perché il cashback fiscale riguarda solo le spese mediche? Le motivazioni sono sicuramente numerose, ma due su tutte: si tratta delle spese in genere più consistenti e generalizzate per le famiglie italiane; è una scelta strategica per vedere il funzionamento del sistema nel complesso.

In sostanza, se funziona con le spese mediche lo si può poi ampliare a tutte le altre spese che godono della detrazione, andando così ad offrire un’alternativa completa al 730. Infatti, soprattutto in questa fase sperimentale, nessuno è obbligato ad usufruire del cashback, ma può continuare a compilare il 730 come sempre.

Non è però da escludere che in futuro il cashback possa sostituire completamente il sistema del modello 730, anche se parliamo di un graduale processo che riguarda i prossimi anni e non certo un orizzonte temporale di pochi mesi. 

Perché è complicato introdurre il cashback fiscale? AdE ha bisogno di tempo

Prima abbiamo accennato ad una serie di step tecnici e burocratici molto importanti per usufruire del cashback fiscale, ora proviamo a vederli più da vicino, naturalmente senza scendere in tecnicismi che al comune cittadino nemmeno interessano particolarmente.

L’introduzione del cashback fiscale, in sostanza, avrebbe bisogno dei seguenti elementi: un IBAN legato ad ogni soggetto che usufruisce della detrazione, un sistema di controllo immediato della spesa effettuata prima di erogare il cashback, una piattaforma telematica per la gestione di questi aspetti ed una capacità di tracciare in maniera rapida i pagamenti avvenuti.

Aspetti per nulla banali che il Governo deve affrontare con attenzione all’interno soprattutto dei decreti attuativi, come accennato in precedenza. Agenzia delle Entrate ha sicuramente bisogno di tempo per strutturare questo nuovo sistema, motivo per cui è ancora più chiaro lo slittamento a gennaio 2023, contro le ipotesi più ottimistiche che vedevano il cashback attivo già nel secondo semestre di quest’anno.

Legge delega: non solo cashback fiscale! Ecco altri ostacoli

La riforma fiscale tocca numerosi punti, non certo solo il cashback fiscale, quindi bisogna considerare che anche altre questioni potrebbero rallentarne l’approvazione nelle due Camere, con in particolare alcune questioni aperte che preoccupano di più l’Esecutivo di Mario Draghi.

Si tratta dell’ampliamento del regime forfettario fino a 100.000 euro di fatturato attraverso un regime transitorio, ipotesi che preoccupa un po’ il Governo che teme un buco di gettito. Un’altra questione molto importante è quella della riforma Irpef, ancora sul tavolo del Governo dopo le modifiche introdotte in Legge di Bilancio 2022.

Infine, a guidare le scelte del Governo, come già accennato, c’è sempre la lotta all’evasione, annunciata tra gli obiettivi più importanti anche rispetto al PNRR, con il focus su una riduzione del 40% entro il 2026.

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