Cessione del credito una possibilità non un diritto: a quali soggetti spetta

Novità rispetto la cessione del credito, essa rappresenta una possibilità e non un diritto per tutti i soggetti, ne parla il ministro Giorgetti.

Nelle ultime ore il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha parlato del superbonus e nello specifico delle modifiche che sono state apportate a questa agevolazione fiscale all’interno della bozza del decreto aiuti-quater. All’interno della bozza del decreto il famosissimo superbonus è stato ampiamente modificato e con esso anche le varie possibilità di accedere alla cessione del credito.

L’analisi del ministro arriva proprio a seguito di una forte crisi del mercato che portato moltissime imprese a vivere forti difficoltà ed anche a richiedere nuove pratiche di cessione del credito dalle banche.

Moltissimi istituti di credito hanno però “chiuso i rubinetti” per quanto riguarda la cessione del credito, come per esempio è avvenuto per Poste Italiane. Dall’altra parte tantissime banche hanno molte pratiche in lavorazione per la quale serviranno ancora diversi mesi prima di poter accedere l’accredito dovuto. Vediamo assieme, nel corso dell’articolo seguente, quali sono le modifiche più importanti apportate all’interno della bozza del decreto aiuti-quater rispetto a tutte le tematiche che riguardano la cessione del credito nel nostro paese.

Le affermazioni del nuovo ministro dell’economia

Il ministro Giorgetti è tornato a parlare di un argomento molto discusso negli ultimi mesi, ovvero la cessione del credito.

Le sue affermazioni sono state raccolte proprio durante la conferenza stampa programmata per l’uscita della bozza nel nuovo decreto aiuti-quater.

Nel corso di tale conferenza sono state elencate tutte le novità, soprattutto quelle legate al superbonus.

Le parole del ministro segnano l’inizio di un cambiamento radicale per queste manovre, volendo indirizzare le agevolazioni solo ad una fascia di popolazione medio bassa, come dichiara Giorgetti:

Questa decisione è a favore di chi non si può permettere di ristrutturare. Le cose cambiano da oggi.Le cose cambiano da oggi.

Il governo è consapevole della situazione difficile che molte aziende stanno vivendo, per questo motivo ha pensato a delle soluzioni rapide. Le manovre ideate dal governo sono state pensate proprio per aiutare la difficile situazione e da qui ne è stato dedotto un nuovo concetto relativo alla cessione del credito.

Lo stesso ministro ha affermato che la cessione del credito non deve essere più visto come un diritto; tutti possono accedervi ma non bisogna più pensare che questi siano un certezza.

Chi decide di sostenere un investimento deve essere anche consapevole che non per forza questo potrà arrivare mediante la cessione del credito.

Giorgetti ha poi concluso dicendo:

stiamo cercando di creare spazio ulteriore per le aziende di credito che hanno manifestato disagio rispetto a una situazione insostenibile che noi cercheremo di correggere, ma il sistema non può continuare così.

È certo che all’interno di queste ultime dichiarazioni possiamo ritrovare delle notizie incoraggianti, soprattutto per le imprese che potrebbero a breve ricevere lo sblocco per concludere i lavori già avviati. Allo stesso modo è però evidente la volontà del governo di distaccarsi il più possibile dalle decisioni prese in materia di agevolazioni dallo sorso governo, ne è una prova la diminuzione del superbonus da 110 al 90%.

Come mai Poste ha cessato la cessione del credito?

Abbiamo accennato nello scorso paragrafo che anche Poste Italiane ha deciso di stoppare l’erogazione dei crediti d’imposta. È stato comunicato direttamente da un messaggio dove è stato comunicato a tutti i clienti lo stop a nuove pratiche di cessione.

La decisione è stata presa, come spiegato nello stesso messaggio, proprio per dare la priorità a tutte le pratiche già in lavorazione. Con pratiche già in lavorazione Poste intende tutte le procedure per la quale sono già stati approvati sia istruttoria che i relativi controlli.

Le novità legate al superbonus

La più grande novità contenuta all’interno della bozza del nuovo decreto aiuti-quater riguarda proprio il superbonus. Dal 2023 esso non sarà più al 110% ma passerà per tutti al 90%, sia per i lavori condominiali che per gli edifici unifamiliari.

Sui condomini non sono state imposte ulteriori regole particolari, che invece sono state richieste per le villette e le case unifamiliari.

I proprietari potranno infatti sfruttare i benefici del superbonus al 90% solo ed esclusivamente se:

  • viene rispettato da tutto il nucleo familiare un determinato limite di reddito;

  • se i lavori vengono eseguiti su un immobile classificato come “prima casa”.

Le scadenze del superbonus 110%

È importante a questo punto definire quando avverranno effettivamente i cambiamenti che sono stati decisi rispetto al nuovo superbonus.

In base all’ultimo decreto rilancio il superbonus al 110% è valido per edifici e villette unifamiliari fino al 31 dicembre 2022.

Per quanto riguarda invece gli edifici condominiali il superbonus al 110% è previsto fino al 31 dicembre 2025.

È però anche prevista dal 2023 al 2025 una diminuzione del superbonus dall’attuale 110 ad un 65%.

La diminuzione è stata pensata nel seguente modo:

  • la detrazione per tutti gli interventi eseguiti nell’anno 2024 è ridotta fino al 70%;

  • la detrazione per tutti gli interventi eseguiti nell’anno 2025 è ridotta fino al 65%.

Tutte le detrazioni appena citate sono valide per gli edifici condominiali che sono composti a partire da due fino a quattro unità immobiliari, anche se posseduti da un unico proprietario.

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