Applica la marca da bollo senza errori: 4 regole d’oro!

Quante volte hai dovuto applicare una marca da bollo? Ecco, cos'è, a cosa serve e alcune regole da seguire per applicarla senza commettere errori.

Quante volte hai sentito parlare di marca da bollo o hai dovuto applicarla? Sicuramente, molto spesso. Ma cos’è la marca da bollo? A cosa serve? Si tratta di un’imposta che viene applicata, su alcune transazioni (documenti fiscali), quando queste non sono soggette all’Iva (Imposta sul valore aggiunto).

Infatti, la marca da bollo non è altro che un’imposta sostitutiva dell’Iva che si deve applicare su determinati documenti, fatture e ricevute fiscali quando l’importo supera i 77,47 euro.

L’applicazione della marca da bollo segue regole ben precise che è bene conoscere. In questo articolo, forniremo una breve panoramica sulla marca da bollo, andando a spiegare dettagliatamente cos’è e come funziona, quando si deve applicare la marca da 2 euro e quando, invece, si deve applicare quella da 16 euro, andando ad evidenziare anche il perché.

Nel corso della spiegazione, quindi, andremo a stilare una serie di regole per una corretta applicazione della marca da bollo, per non essere soggetti a sanzioni, alla luce di quanto abbiamo appena detto.

Infine, andremo ad analizzare anche la marca da bollo virtuale, valida già da qualche anno a questa parte, scandagliando quali sono le differenze con quella cartacea.

Cos’è la marca da bollo?

Molto spesso, viene richiesta l’applicazione della marca da bollo, a seconda dei casi da 2 euro oppure da 16 euro. Ma cos’è la marca da bollo e a cosa serve? Domande lecite, soprattutto da parte di chi non è molto ferrato in ambito fiscale. Niente paura, spieghiamolo in modo semplice.

La marca da bollo è un’imposta, dal valore di 2 euro o 16 euro, che si deve applicare su alcuni documenti fiscali, come fatture o ricevute, quando queste non sono soggette a Iva e il cui importo è superiore a 77,47 euro.

Proprio perché la marca da bollo si applica sui documenti non soggetti ad Iva, si può definire come un’alternativa all’Imposta sul valore aggiunto.

Se ci spostiamo sul piano storico della marca da bollo è bene ricordare che si utilizza da moltissimi anni e, come sappiamo, ancora oggi assolve le sue funzioni. A tal proposito, sul sito fiscoetasse.com si legge che:

“La marca da bollo, tecnicamente, è un tipo particolare di carta valori, che certifica il pagamento di una imposta per la convalida di atti e documenti pubblici, in più in generale, sui documenti rilasciati dalla Pubblica amministrazione”.

Con il passare del tempo, anche la marca da bollo ha subito l’avvento della digitalizzazione. È nata così la marca da bollo virtuale o telematica, sulla quale ci concentreremo successivamente.

Quando si applica la marca da bollo?

Abbiamo appena spiegato, in linea generale, cos’è e come funziona la marca da bollo. Andiamo più a fondo, analizzando quali sono i suoi ambiti di applicazione

La marca da bollo si deve applicare su determinati documenti, quando si effettuano alcune operazioni. Come abbiamo anticipato, è necessaria l’applicazione della marca da bollo quando si emettono fatture oppure ricevute fiscali di importo superiore a 77,47 euro. Si deve applicare su questi documenti, quando non sono soggetti all’Iva

Possiamo fare un esempio. La marca da bollo deve essere applicata sulle fatture e sulle ricevute emesse da lavoratori autonomi occasionali oppure da contribuenti in regime forfetario, in quanto per queste due categorie di contribuenti non è prevista l’applicazione dell’Iva.

Deve essere applicata poi per le operazioni esenti, in base a quanto stabilito dal DPR n. 633 del 1972, per le operazioni non imponibili e per le operazioni fuori campo Iva.

Vi sono molti altri casi che richiedono l’applicazione della marca da bollo. Quando e dove si deve applicare?

  • Sugli atti notarili;
  • Sui contratti di locazione;
  • Sui contratti rilasciati dalla Pubblica Amministrazione;
  • Sulle ricevute rilasciate per le spese specialistiche;
  • Sulle ricevute rilasciate per il pagamento del canone di locazione.

La marca da bollo e l’imposta da bollo sono la stessa cosa? No, ma molto spesso vengono confusi – anche se sono collegati tra loro. Come si legge sul sito sumup.it:

“L’imposta da bollo si riferisce all’imposta stessa che viene pagata materialmente attraverso la marca da bollo. In altre parole, l’imposta da bollo prevede l’applicazione dell’importo in fattura che viene saldato mediante la marca da bollo stessa”.

Per semplificare ancora di più, la marca da bollo si utilizza per pagare l’imposta di bollo – un tipo di imposta indiretta che va a colpire determinati consumi.

Marca da bollo da 2 o 16 euro: su quali documenti?

Come abbiamo anticipato, la marca da bollo può avere valori diversi: 2 euro o 16 euro. Quando si deve applicare l’una e quando l’altra?

Iniziamo dalla marca da bollo da 2 euro. Si deve obbligatoriamente applicare sulle fatture o sulle ricevute fiscali, sia cartacee sia digitali, che hanno un importo superiore a 77,47 euro e che, naturalmente, non sono soggette all’Imposta sul valore aggiunto.

Scendendo più nel dettaglio, la marca da bollo da 2 euro si deve applicare sui seguenti documenti fiscali:

  • Sulle fatture emesse dai contribuenti in regime di vantaggio;
  • Sulle fatture non soggette ad Iva;
  • Sulle fatture fuori campo Iva, che mancano dei requisiti oggettivi, territoriali e soggettivi;
  • In alcune circostanze, sulle fatture non imponibili.

Passiamo alla marca da bollo del valore da 16 euro. Quando si deve applicare? Sugli atti rogati oppure autenticati da un notaio, sulle istanze, le memorie, i ricorsi agli organi dell’amministrazione dello Stato o degli enti pubblici che rilasciano certificati.

Si deve applicare la marca da bollo da 16 euro anche sulle scritture private, quando queste contengono convenzioni che regolano i rapporti giuridici.

Quali sono i casi esenti dal pagamento della marca da bollo? In base a quanto stabilito dalla legge, la marca da bollo non deve essere applicata dalle onlus iscritte all’Agrafe dell’Agenzia delle entrate, le associazioni di volontariato che sono iscritte all’apposito Registro e gli enti e le federazioni sportive riconosciute dal Coni.

Abbiamo appena indicato due delle regole più importanti da seguire, nel momento in cui è richiesta l’applicazione della marca da bollo, ovvero la differenza tra quella dal valore di 2 euro e di 16 euro.

Marca da bollo virtuale: come funziona?

A partire dal 1° gennaio del 2015, è in vigore la marca da bollo virtuale, anche detta telematica, che è possibile utilizzare in alternativa a quella cartacea.

La marca da bollo virtuale assolve gli stessi compiti della marca da bollo cartacea, ovvero come sostituta dell’Iva.

Vi sono comunque alcune differenze con la marca da bollo cartacea. Naturalmente, essendo digitale si utilizza solo telematicamente. La seconda differenza riguarda il suo acquisto; come vedremo in seguito, la marca da bollo cartacea si può tranquillamente acquistare presso un tabaccaio, mentre quella virtuale si deve acquistare online.

Parlare di acquisto, però, non è propriamente esatto. Per essere più precisi, occore tuttalpiù dire che la marca da bollo virtuale è l’equivalente di un versamento avvenuto.

Per esempio, si può applicare la marca da bollo virutale sulle fatture elettroniche -, così come le fatture cartacee, ove è prevista l’applicazione della marca da bollo.

In questa circostanza, trattandosi di un documento digitale il pagamento dell’imposta di bollo viene assolto telematicamente, senza il bisogno di recarsi in ricevitoria e acquistare la classica marca da bollo cartacea.

Ovviamente, quello della fattura elettronica era solo un esempio. La marca da bollo virtuale, infatti, viene utilizzare su moltissimi altri documenti.

Rimanendo sulla fattura elettronica, ricordiamo che l’imposta di bollo viene indicata virtualmente. Il versamento si effettua mediante l’utilizzo del Modello di pagamento F24, con scadenza trimestrale.

Per quanto riguarda il primo trimestre, il pagamento deve essere effettuato entro il 31 maggio; per il secondo trimestre, il pagamento deve avvenire entro il 30 settembre; il pagamento del terzo trimestre deve essere effettuato entro il 30 novembre; infine, l’ultimo pagamento del quarto trimestre, deve avvenire il 28 febbraio dell’anno successivo.

Ricordiamo anche che sul sito dell’Agenzia delle entrate, nell’area personale, è presente una sezione dove sono presenti i pagamenti dei bolli relativi alle fatture trasmesse. Inoltre, l’Agenzia delle entrate permette di scaricare il precompilato del modello di pagamento F24.

Dove si compra la marca da bollo?

La marca da bollo è di facile reperibilità. Dove si può comprare la marca da bollo? Per acquistare una marca da bollo cartacea, da 2 euro o da 16 euro, è sufficiente recarsi presso un classico tabaccaio o una ricevitoria.

Eccoci arrivati alla terza e la quarta regola: le modalità di applicazione

Si ricorda, a questo proposito, che la data di rilascio della marca da bollo deve essere pari oppure antecedente a quella dell’emissione del documento (fattura, ricevuta o altro).

Comunque sia, dopo aver acquistato la marca da bollo non bisogna far altro che applicarla sul documento, in modo chiaro, visibile e soprattutto bisogna assicurarsi che sia integra (se no, il documento potrebbe essere considerato non valido).

Marca da bollo non applicata: ecco le sanzioni!

Bisogna prestare molta attenzione a non dimenticare di applicare la marca da bollo sui documenti, fatture, ricevute o altre che lo prevedono.

Chi non rispetta l’obbligo, infatti, rischia di incorrere in sanzioni. Come si legge sul sito informazionefiscale.it:

“Si tratta di sanzioni amministrative pecuniarie, regolate dall’articolo 23 del DPR 633/1972 (Decreto Iva) che regolamenta appunto il pagamento del bollo”.

Quali sono le sanzioni previste? Chi non applica la marca da bollo incorre in una sanzione di importo pari o superiore a 1 o a 5 volte il valore dell’imposta evasa. Sanzione che viene applicata per ogni fattura, documento o ricevuta irregolare.

Non dobbiamo tralasciare un aspetto molto importante. L’applicazione della marca da bollo è a carico di chi emette il documento fiscale. Tuttavia, sono responsabili del mancato pagamento dell’imposta di bollo sia chi emette il documento sia chi lo riceve.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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