Conto corrente, come evitare che Draghi te lo pignori!

Preparatevi a pagare. Così come è giusto che sia. Il Governo guidato da Mario Draghi ha fatto partire i pignoramenti sul conto corrente e sulla pensione. L'attività di riscossione è ripartita ufficialmente il 1° settembre 2021 e nulla è stato lasciato al caso: non importa che si sia un lavoratore dipendente con tanto di busta paga, che si incassi una bella pensione o che semplicemente si sia titolari di un conto corrente.

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Preparatevi a pagare. Così come è giusto che sia. Il Governo guidato da Mario Draghi ha fatto partire i pignoramenti sul conto corrente e sulla pensione. L'attività di riscossione è ripartita ufficialmente il 1° settembre 2021 e nulla è stato lasciato al caso: non importa che si sia un lavoratore dipendente con tanto di busta paga, che si incassi una bella pensione o che semplicemente si sia titolari di un conto corrente. Le esecuzioni forzate partono per tutti e nessuno ne rimane fuori.

In altre parole, almeno per il Fisco e le attività di riscossione, la pandemia è finita a tutti gli effetti. Quella che è stata aperta l'8 marzo 2020 può essere considerata una parentesi a tutti gli effetti. Il 1° settembre 2021 si ritorna alla vita normale: l'Agenzia delle Entrate può ripartire, freneticamente, come tutte le attività di notifica e riscossione. Stiamo parlando di cartelle esattoriali, fermi amministrativi e pignoramenti (anche sul conto corrente) che riprendono a pieno regime. Riprendono anche le verifiche delle pubbliche amministrazioni, nel caso in cui debbano effettuare dei pagamenti superiori ai 5.000 euro. Nulla rimane sospeso, nulla rimane fermo.

Conto corrente: ripartono i pignoramenti!

Mario Draghi ed il suo Governo non si sono dimostrati contrari. Non è arrivato alcuno stop da parte del premier o del suo esecutivo. Per il momento, quindi, si è legittimati a pensare che l'attività di riscossione sia ripresa, con buona pace per tutti. L'attività di riscossione è ripartita il 1° settembre 2021, dopo non pochi rinvii. E' prevista una ripartenza graduale: l'Agenzia delle Entrate sta preparando la bellezza di qualcosa come 60 milioni di cartelle esattoriali da inviare ai contribuenti in ritardo con le tasse. Pronti quindi anche i pignoramenti di conto corrente, pensione e busta paga. Ma come si muoverà nel dettaglio il fisco?

A temere l'arrivo delle cartelle esattoriali sono principalmente quanti avessero un debito scaduto all''8 marzo 2020, che risalisse ad un vecchio accertamento non ancora contestato. Questo è uno dei casi in cui si potrà ricevere un atto di pignoramento nel corso dei primi giorni di settembre. Quanti, invece, avessero in corso una dilazione, avranno la possibilità di continuare a versare le eventuali rate sospese entro la fine del mese di settembre. In questo caso non sarà sottoposto a nessuna attività di recupero prima di ottobre. Non verrà nemmeno, nell'immediato, pignorato il conto corrente.

Quando partiranno i pignoramenti!

I pignoramenti sul conto corrente, sulla busta paga, sulle pensioni o sui canoni di affitto sono partiti ufficialmente il 1° settembre 2021. Il diretto interessato, ossia il debitore con il Fisco, si vedrà recapitare un'intimazione al pagamento entro e non oltre cinque giorni, nel caso in cui sia passato almeno un anno dal giorno della notifica della cartella esattoriale. I fermi amministrativi e le ipoteche, invece, dovranno essere precedute da una notifica di preavviso: anche in questo caso il diretto interessato riceverà un invito da parte dell'Agenzia delle Entrate con la richiesta di saldare il debito entro e non oltre i 30 giorni.

Anche la Pubblica Amministrazione ha ricominciato con le verifiche. Nel momento in cui ha la necessità di saldare un conto che sia superiore a 5.000 euro per un appalto od una prestazione professionale. Gli uffici incaricati del pagamento controllano nelle banche date dell'Agenzia delle Entrate se il creditore ha qualche morosità che ammonti a quella cifra. Nel caso in cui questa ci fosse, l'ente publbico provvederebbe alla sospensione del pagamento per una cifra che è pari al valore del debito scaduto, mentre attende una comunicazione di pignoramento verso terzi. Sermpre il primo settembre 2021 sono ripartite anche le attività di recupero dei debiti notificati da parte dei Comuni e di eventuali concessionari privati, che siano stati incaricati della riscossione.

Cartelle esattoriali: cosa fare se non riesci a pagarle!

Sulla carta, almeno per il l'Agenzia delle Entrate, l'emergenza sanitaria è finita. Adesso è tempo di pagare le cartelle esattoriali arretrate. Molti contribuenti si ritrovano, purtroppo, ad essere ancora in estrema diffcioltà economica. In questa sede vorremmo evitare di mettere in evidenza che, il più delle volte, i contribuenti si ritrovino il conto corrente pignorato per un debito precedente allo scoppio del coronavirus. Quindi sono debitori di tasse che avrebbero dovuto pagare prima del marzo 2020: non stiamo ad entrare nel dettaglio se davanti ci troviamo all'evasore di professione (che dovrebbe essere in galera) o all'imprenditore che gli era andato male qualche affare, e si ritrova in difficoltà con il pagamento delle tasse.

Le cartelle esattoriali arrivano in un momento difficile, nel quale anche chi avrebbe voluto rialzare la testa e mettersi in regola con i propri debiti, si trova in seria difficoltà. Nel caso in cui sia difficile pagare le cartelle esattoriali ci sono delle vie di uscite: l'importante è, come sempre, non sbagliare. L'Agenzia delle Entrate può venire incontro, ma potrebbe anche far perdere alcuni privilegi.

Con il via alle cartelle esattoriali congelate da marzo 2020 a causa della pandemia di Covid-19, ora molti contribuenti in debito con il Fisco si trovano in seria difficoltà. Questo perché se già si arrivava da un periodo difficile, la situazione di emergenza sanitaria ed i relativi lockdown hanno peggiorato la situazione. Se anche tu non riesci a pagare le cartelle esattoriali ecco cosa devi fare. Attenzione però a non sbagliare con l’Agenzia delle Entrate altrimenti addio privilegi.

Una delle prime strade da percorrere è quella di richiedere la rateizzazione della cartella esattoriale. E' necessario farlo entro e non oltre il 31 dicembre 2021 ed è possibile farlo per tutte le cartelle esattoriali che abbiano un importo inferiore a 100.000 euro. Sarà possibile dilazionare il pagamento in 72 rate, spalmate in 6 anni.

Una seconda possibilità è quella di cercare di ottenere un briciolo di tolleranza. L'Erario permette di saltare fino a dieci rate (in precedenza erano cinque), anche se sono consecutive. Anche in questo caso è importante non sbagliare, perché nel momento in cui si supera il limite, non è più possibile tornare indietro e si perdono tutti i privilegi ottenuti. Ultima strada è quella delal dilazione, che possono richiedere anche quanti non fossero stati regolari nei pagamenti delle cartelle esattoriali nel periodo che aveva preceduto il Covid 19. Quest'ultima possibilità vale anche per quanti non fossero idonei al 31 dicembre 2019 per rottamazione e saldo e stralcio delle precedenti edizioni.