Conto corrente: l’Agenzia delle Entrate avvia i pignoramenti

Dopo lunghi mesi di sospensione delle attività di riscossione, recupero e verifica, l’Agenzia delle Entrate ritorna purtroppo a controllare le entrate e le uscite dei conti corrente dei contribuenti italiani. Sono centinaia di migliaia i cittadini che attualmente sono a rischio di accertamenti maggiori da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco quindi chi rischia di più adesso, quali saranno tutte le modalità utilizzate dal Fisco per il controllo delle attività e dei conto corrente dei contribuenti e quali sono le novità di quest’anno.

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Dopo lunghi mesi di totale assenza di azioni e di attività intraprese da parte del Governo italiano, e più nello specifico da parte dell’Agenzia delle Entrate, sono purtroppo arrivati i tanto temuti controlli sui conti corrente durante l’anno 2021

Infatti, a causa dell’esplodere dell’emergenza epidemiologica conseguente all’arrivo dell’ondata di contagi da Coronavirus sul territorio italiano, il susseguirsi dei vari decreti urgenti, aveva portato il blocco quasi completo dell’intera attività di riscossione nonché di verifica e di accertamento, effettuata come sempre da parte dell’Agenzia delle Entrate. 

Tuttavia, la lotta contro l’evasione fiscale di cui si fa da sempre portavoce la squadra di Governo, attualmente guidata dall’economista italiano ed ex banchiere della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, continua.

Per questo motivo, si è concordata una nuova azione dell’Agenzia delle Entrate volta all’incremento dei controlli per quanto riguarda le attività di entrata e di uscita dei soldi dei conti corrente dei cittadini italiani.

Ecco, quindi, nel dettaglio quali saranno tutte le modalità utilizzate dal Fisco al fine di controllare sui conti correnti dei contribuenti, e quali sono le attività di controllo e di riscossione che l’Agenzia delle Entrate metterà in pratica a partire dal 31 maggio

I nuovi controlli sul conto corrente nel modello ISEE 2021 

A partire dal 1° gennaio 2020, in seguito all’entrata in vigore attraverso l’iter di sperimentazione della nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica precompilata, la cosiddetta DSU, il Fisco ha attuato una nuova modalità attraverso cui sarà possibile effettuare un ulteriore controllo nei confronti dei contribuenti, in particolare sui loro conti correnti personali.

È a questo proposito che l’Istituto INPS ha chiarito attraverso la pubblicazione del messaggio numero 96 dell’INPS del 13 gennaio dell'anno scorso la natura dei controlli che saranno effettuati da parte del Fisco sui conti correnti, depositi e libretti postali. 

In questo senso, al centro dell’attenzione del Fisco saranno proprio gli aspetti legati al saldo e alla giacenza media dei conti correnti, così come anche dei libretti postali o dei depositi.

Pignoramenti: cosa farà l’Agenzia delle Entrate

Attraverso un comunicato stampa reso noto il giorno 30 aprile 2021, il MEF aveva provveduto ad annunciare l’emanazione della norma tramite cui è stato slittato il termine relativo alla sospensione delle attività legate alla riscossione da parte del Fisco di un ulteriore mese.

La scadenza quindi, non sarà più quella del 30 aprile, bensì del 31 maggio, termine che sancisce così la fine della sospensione di tutte le attività di controllo e di pignoramento dell’Agenzia delle Entrate.

A partire dal 1° giugno 2021, l’Agenzia delle Entrate Riscossioni provvederà a riprendere la consueta attività di verifiche sui conti corrente, mettendo a rischio centinaia di migliaia di pensioni e di stipendi, attraverso le azioni di pignoramento.

Infatti, in seguito al susseguirsi dei vari decreti emergenziali, il 31 maggio è stata fissata l’ultima data prevista per le sospensioni delle procedure esecutive, le quali ricominceranno quindi già dal 1° giugno. 

Tra le principali operazioni che l’Agenzia delle Entrate Riscossioni metterà in atto a partire dai primi giorni di giugno sarà sicuramente quella del pignoramento del conto corrente.

Dunque, l’ente provvederà ad inviare una notifica delle cartelle esattoriali, avvisi legati all’addebito e gli accertamenti esecutivi, destinati a quei contribuenti che risultano essere coinvolti dai controlli.

Saranno quindi coinvolti dalla ripresa delle attività di riscossione tutti i versamenti delle somme relative alle cartelle di pagamento, agli accertamenti esecutivi, agli accertamenti esecutivi doganali, alle ingiunzioni fiscali degli enti territoriali così come anche agli accertamenti esecutivi degli enti locali. 

I casi dei limiti di pignoramento del conto corrente

È opportuno precisare che il pignoramento, ovvero la sottrazione delle garanzie di credito di cui si è debitori, è soggetto ad alcune limitazioni previste dalla legge, le quali dipendono anche dalla tipologia del conto corrente

Ad esempio, nei casi di conto corrente cointestato, è previsto che il pignoramento possa avvenire soltanto nella misura del 50 per cento dell’importo che è depositato.

Chi rischia i controlli sui conti correnti  

Secondo quanto previsto dalle normative, l’Agenzia delle Entrate è tenuta ad effettuare le verifiche ed i controlli su qualsiasi tipologia di conto corrente di una persona fisica

Tuttavia, tali controlli vertono in particolare ai fini degli accertamenti da parte del Fisco in merito a profili che manifestano un elevato rischio evasione. 

Dunque, è chiaro che saranno particolarmente soggetti a controlli e verifiche quei cittadini italiani in possesso di partita IVA così come anche i liberi professionisti ed i titolari di aziende, imprese e società.

Oltre alla verifica sui conti corrente, saranno controllati anche eventuali deposito titoli, conto terzi, conti deposito, carte di credito, buoni fruttiferi postali, investimenti in società a gestione collettiva del risparmio o anche prodotti assicurativi.

Come cambiano i controlli dell’Agenzia delle Entrate

Il Fisco, dunque, concentrerà i controlli legati all’evasione fiscale sulla verifica e il controllo di possibili omissioni e difformità relative al valore del patrimonio mobiliare complessivo dei nuclei familiari residenti sul territorio italiano. 

Grazie all’introduzione della Dichiarazione Sostitutiva Unica precompilata, avvenuta a partire dal 1° gennaio dell’anno scorso, l’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di effettuare dei controlli molto più specifici, in quanto l’incrocio dei dati non sarà effettuato soltanto per quanto riguarda la verifica della corrispondenza tra i conti correnti che venivano dichiarati rispetto ai conti presenti all’interno dell’archivio.

Infatti, la specializzazione delle verifiche resa possibile grazie all’approvazione del nuovo modello DSU precompilato, permetterà di controllare anche la corrispondenza tra le cifre dichiarate e quelle effettivamente presenti all’interno dei conti correnti di ciascun contribuente italiano. 

Il risparmiometro per i controlli sul conto corrente

Tra le altre strumentazioni fondamentali adoperate da parte del Fisco, vi sono il risparmiometro e il superanagrafe, i quali consentono di proseguire le sue attività di controllo sui conti correnti non soltanto dei contribuenti e dei soggetti fisici, ma anche verso società, aziende e titolari di partita IVA

In questo senso, per individuare tutti i furbetti e contrastare al meglio l’evasione fiscale, il risparmiometro, noto anche come “evasometro”, permette di verificare la corrispondenza tra i risparmio che sono presenti sui vari conti correnti del contribuente ed i redditi che questo dichiara allo Stato, mediante un sistema basato su un algoritmo. 

In questo senso, vengono presi in considerazione anche gli anni che pretendono l’anno fiscale corrente, al fine di verificare al meglio la coerenza tra i dati emersi.

Sulla base della verifica, scatteranno i controlli più approfonditi da parte dell’Agenzia delle Entrate, qualora l’analisi dei dati evidenziasse uno scostamento pari al 20% tra le uscite e le entrate sul conto corrente del contribuente. 

Il meccanismo del risparmiometro sul conto corrente

Al fine di combattere contro l’evasione fiscale e l’utilizzo incontrollato dei contanti, il Fisco effettua degli accertamenti anche attraverso il cosiddetto risparmiometro

In questo senso, i controlli avverranno quando il contribuente o la società dichiara un determinato reddito annuo, ma tramite la banca è possibile evidenziare dei risparmi che risultano essere particolarmente superiori rispetto alle proprie possibilità, così come anche nei casi in cui questi abbiano effettuato degli acquisti che non possono essere coerenti con la dichiarazione dei redditi.

A questo proposito, occorre sottolineare che anche l’atteggiamento di quei contribuenti che tendono ad accumulare denaro all’interno del conto corrente a loro intestato, senza prelevare nulla, è considerato sospetto, in quanto si presume la sussistenza di contanti che potrebbero essere stati ricevuti in maniera illegale.

Solitamente, il Fisco provvede ai controlli nei casi in cui emergano delle operazioni in cui sono mossi degli importi che risultano essere superiori alla cifra di 5.000 euro, destinati all’acquisto di immobili o di automobili, ma anche per trasferimenti di denaro verso l’estero.  

Per quanto riguarda i prelievi in contanti, nei casi in cui si procede con importi superiori ai 5.000 euro, potrebbero verificarsi dei controlli antiriciclaggio, dove la Banca sarà tenuta a richiedere al proprio cliente una dichiarazione in merito alla somma che sarà prelevata.