Il taglio del cuneo fiscale aiuta davvero i redditi bassi? Percentuali e stipendi nel 2023

Nella Manovra finanziaria per il 2023, rientra anche il taglio del cuneo fiscale. Un aiuto ai redditi più bassi. Di quanto aumentano gli stipendi? Chi ne beneficia?

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Si è svolto nella serata di lunedì 21 novembre 2022 il Consiglio dei Ministri n. 5 che ha dato il via alla Manovra finanziaria per il 2023 da 35 miliardi di euro. Una Manovra molto corposa, nella quale sono state introdotte diverse misure, che tiene conto della situazione economica del Paese e che punta ad aiutare soprattutto famiglie e imprese.

Tra le numerose misure rientrate nella Legge di Bilancio del 2023 c’è anche il taglio del cuneo fiscale. Forse non come tutti si aspettavano, ma rappresenta comunque un aiuto non indifferente ai redditi più bassi.

Una misura che costa circa 4 miliardi di euro e che rappresenta una priorità per il Governo. Vediamo quali sono i provvedimenti che sono stati approvati nella notte del 21 novembre 2022 e presentati in Conferenza stampa.

Soffermiamo la nostra attenzione sul taglio del cuneo fiscale e quali lavoratori ne beneficiano.

Taglio del cuneo fiscale approda in Manovra: chi ne beneficia

Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato nella Manovra finanziaria del 2023. Un provvedimento che pesa circa 4 miliardi di euro. Insieme ad altre misure, è stato approvato nella notte del 21 novembre 2022, al termine di un Consiglio dei Ministri durato a lungo e presentato in Conferenza Stampa.

Spieghiamo, un momento, cos'è il cuneo fiscale, in modo tale da avere un quadro più chiaro possibile. Il cuneo fiscale, praticamente, è dato dalla differenza tra il lordo e il netto della busta paga. Possiamo passare alla novità introdotta nella Legge di Bilancio per il 2023.

In cosa consiste la misura? Il provvedimento prevede il taglio del 2% per i redditi fino a 35.000 euro e salirebbe al 3% per quelli fino a 20.000 euro. Ma c’è un aspetto molto importante: il taglio del cuneo fiscale andrà tutto ai lavoratori, sia pubblici che privati.

Sul fronte del Fisco si tratta della novità più importante. Scendendo più nel dettaglio, il taglio del cuneo fiscale di due punti è solo una conferma di quello che già accade ora, mentre la vera novità introdotta nella Manovra finanziaria è un ulteriore punto percentuale per i redditi fino a 20.000 euro.

Cosa cambia per i lavoratori? Quali sono i vantaggi? Secondo alcune stime si tratta di un vantaggio netto che potrebbe variare dai 24 ai 45 euro netti al mese per un totale di tredici mensilità di stipendio, per i redditi tra i 15.000 euro e i 30.000 euro.

In più, come già detto, la vera novità è che il beneficio andrà interamente ai lavoratori e non da dividere per due terzi ai lavoratori e per un terzo alle imprese.

Anche se si tratta, in parte, di una conferma di quello che accade già ora, il taglio del cuneo fiscale rappresenta, da un punto di vista fiscale, la novità più importante. Già quest’anno, infatti, è in vigore la riduzione del carico fiscale del 2%; riduzione che verrà prorogata anche per il 2023 per i lavoratori con reddito fino a 35.000 euro.

Qual è la novità? Per i lavoratori con reddito fino a 20.000 euro, si prevede una sforbiciata del 3%. Si tratta dei cosiddetti lavoratori fragili. Inizialmente, si prevedeva di introdurre un taglio di 5 punti percentuale. Ciò non è avvenuto, ma comunque si tratta di un obiettivo che si spera di introdurre entro la fine della legislatura.

Legge di Bilancio 2023: ecco le altre misure fiscali

Se l’introduzione del taglio fiscale del 3% per i lavoratori con reddito fino a 20.000 euro è la novità più in vista introdotta nella Manovra finanziaria, ci sono anche altre misure interessanti, come la Flat tax incrementale per i lavoratori autonomi al 15%, con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40.000 euro.

Se ne è parlato molto in campagna elettorale e, anche se in forma ridotta, viene confermata l’estensione della Flat tax fino a 85.000 euro di fatturato per i lavoratori autonomi e i titolari di Partita Iva.

Nella Manovra finanziaria ci sarà anche il taglio dell’Iva dal 10% al 15%, ma solo sui prodotti di prima necessità per l’infanzia. Scende anche al 5% l’aliquota per i prodotti per l’igiene femminile.

Si parlava anche di introdurre l’azzeramento dell’Iva sul pane, la pasta e il latte: possibilità che è saltata. Una proposta che aveva da subito alzato molte critiche. Viene, però, istituito un fondo chiamato “carta risparmio spesa”, per i redditi bassi fino a 15.000 euro e, quindi, per le famiglie più bisognose, che sarà gestito direttamente dai comuni per l’acquisto di beni di prima necessità. Si tratta di un provvedimento alla stregua dei buoni spesa, utilizzabile nelle attività che aderiscono all’iniziativa.

Il limite al pagamento con il denaro contante viene rivisto ed è approdato nella Legge di Bilancio 2023, con un innalzamento al tetto fino a 5000 euro. Cos’altro? Vengono detassati i premi di produttività e l’aliquota per i dipendenti passa al 5% per i premi di produttività fino a 3000 euro.

Sul piano fiscale, accanto alla riduzione del carico fiscale, sono questi i provvedimenti inseriti nella Manovra finanziaria.

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